02 dicembre, 2008

A Little Lie (Dave Gahan)

That time has passed
There's somethings that never really last
We've come undone
To me you'll always be the one

Calm down people
It's just a little lie
You know it doesn't mean nothing
And I realize you could be right

Well, Calm down people
It's just a little lie
You know it doesn't mean nothing
And I realize you could be right

I walk alone
And you know I never felt at home
I'm so hard to please
And I have everything I need

Oh, calm down people
It's just a little lie
You know it doesn't mean nothing
And I realize you could be right

Oh, calm down people
It's just a little lie
You know it doesn't mean nothing
And I realize you could be right


Un piccola bugia (Traduzione)

Quel tempo è passato
Ci sono alcune cose che non sono fatte per durare
Ci siamo lasciati
Per me sarai sempre l'unica

Calma gente
E' solo una piccola bugia
Sapete che non significa nulla
E capisco che potreste aver ragione

Beh, calma gente
E' solo una piccola bugia
Sapete che non significa nulla
E capisco che potreste aver ragione

Cammino solo
E tu sai che non mi sono mai sentito a casa
Sono così difficile da accontentare
Ed ho tutto quello che mi serve

Oh, calma gente
E' solo una piccola bugia
Sapete che non significa nulla
E capisco che potreste aver ragione

Oh, calma gente
E' solo una piccola bugia
Sapete che non significa nulla
E capisco che potreste aver ragione

25 novembre, 2008

Degenerazioni pubblicitarie

Avete mai sentito la frase "quest'anno va di moda il viola" e giù vagonate di abiti viola, maglioni viola, pantaloni viola, giacche viola, cappotti viola... vagonate di indumenti e accessori viola.
Alcuni dicono che è la moda, altri pubbilicità. I più la seguono, pochi ne rimangono al massimo affascinati. Certe volte penso solo che ci siano enormi magazzini pieni di stoffe viola da smaltire: ed ecco la moda. Noi, i bisognosi degli avanzi, noi, così desiderosi degli scarti di magazzino dell'anno prima. Noi, i modaioli del riciclaggio pagato caro.
Spesso è così: abbiamo tutti la necessità impellente di svendere qualcosa di troppo a caro prezzo. Credo sia questo che ci rende stronzi.

12 novembre, 2008

Degenerazioni musicali

























Credo che i Joy Division abbiamo su di me un potere ipnotico rilassante, soprattutto dopo aver fumato.


"... Looked beyond the day in hand
There's nothing there at all..."

Trad: "...
Ho guardato al di là dell'oggi
Là non c'è assolutamente nulla..."

20 ottobre, 2008

The panic / the vomit

Alla fin fine non so se mi dispiace essere un androide paranoico. Molto più probabilmente non me ne frega un cazzo. E, poi, almeno così posso dire di sapere chi o cosa sono sono. No, ok, molto più probabilmente non me frega un cazzo.
E se non vedete le linee di basso vuol dire che non siete abbastanza sconnessi.

01 ottobre, 2008

Fool enough to almost be it

22/09/2008

Non so da quanto non venivo qui, su queste pagine virtuali.
Trovo post vecchi, trovo me, certe volte troppo vecchio, trovo stronzate. Ho pensato più volte di chiudere tutto, perchè certe cose forse non mi appartengono più. C'è anche il fatto che, qualche volta, i passi falsi, gli errori, hanno un prezzo troppo alto per aver voglia di rimediare, di chiedere scusa, di scendere a patti. Il problema è che non so se sono disposto a scendere a patti con me stesso. Alla fine è con sè che si viene a patti, il resto viene sempre dopo. E qui la storia del passo falso un po' cade... magari per rialzarsi. Poi, capita anche di porsi un gradino troppo in alto ed essere un giudice troppo severo e di non riuscire a vedere gli forzi altrui, i mille modi per chiedere ancora un po' scusa. Ma le scuse non sempre portano da qualche parte. Non tutti gli "aiuto" vengono sempre ascoltati.
Allora mi rintano da qualche parte. Il problema è se mi trovo. E sui tram, mio malgrado, mi è spesso facile incontrarmi. Quando mi vedo, da lontano, faccio finta di non vedermi. Mi nascondo tra le rughe e le espressioni di altri visi. Ma poi alla fine sono là, dentro il vetro davanti a me, con la strada ed i palazzi che mi scorrono dietro e dentro, fermata dopo fermata. E il cervello ricomincia a girare, sbalzandomi fuori, tra cigolii tranviari e neuronali.
Ci provo a non pensare. Mi viene in mente un vecchio discorso fatto con un amico davanti a un camioncino dei panini. Tutta quella storia del "voglio diventare stupido", quello che è diventato il mio "pippone" estivo. Giusto per togliermi di dosso quell'aria da falso intellettuale perchè mi sto sul cazzo anche da solo. Basta scrivere, basta leggere, basta musica. Ci ho provato. Ho cercato anche di studiare, di fare qualcosa che serva davvero.
Alla fine nasce quel bisogno di musica e mi faccio di fila la discografia dei Cure.
Poi capita che devo fare un regalo in un negozio che non apre che due ore dopo il mio arrivo davanti alla saracinesca abbassata e che accanto ci sia una grossa libreria. "Solo un salto", mi riprometto... e ci passo tre ore e non compro più di tre libri solo perchè non me lo posso permettere.
Poi capita che la sera piova e che quello scroscio per strada mi faccia venire quella voglia di buttar giù quattro parole.
E allora comincio a riprendere le carte, comincio a rimettermi su i dischi, comincio a pensare, riprendo coscienza del mondo, bestemmio e ricomincio da lì, da un libro, due righe, buona musica a basso volume, luce leggera e uno scroscio d'acqua... e certe volte mi pare giusto giusto di perder tempo.

01 agosto, 2008

Devo far aggiustare l'ammortizzatore posteriore sinistro che non lo sopporto quando fa casino.

Serata passata quasi sfogliando vecchi ricordi con qualche anno di troppo, ma senza amaro in bocca. Ricordi innocui, come fotografie che volano in mulinelli di lucido scirocco. Due ragazze straniere, un vecchio amico, una cara vecchia dolce amica che pensavo di aver perso e con la quale sono stato come se non fossimo stati distanti un solo istante. Ballare musica che non mi piace senza cercare un motivo, sigarette buttate, soldi spesi senza fare domande, la macchina piena di gente, le curve di una strada deserta alle 5 del mattino con le luci dell'alba e gli uccelli che cominciano a cantare, una casa dove ho dormito molte notti d'estati lontane, chiacchierate e fumo di sigaretta e rimembranze strane che tornano a galla con la placida malinconia di qualche capello in più e con una consapevolezza di essere in movimento verso un dove e un quando. Niente domande, non un solo "come stai", solo sane risate, lunghe gambe, abbracci di amiche ritrovate, un ballo sulla spiaggia, rivedere gente che non vedevo dalle elementari, ricordi su ricordi, da chiudere in un cassetto anche quando non ce ne stanno più. Ridere, ridere, ridere ancora, le parlate in dialetto che ci capiamo solo noi, sguardi in pista, sudore, umidità, profumo di salsedine. Canzoni veeeeeeeeeecchie che farei pure a meno di sentire, ma che poi ti ricordano certi posti, certa gente, certe situazioni. Sigarette, minchia quante sigarette, le file per un cocktail che non berrò io (sono astemio, ndr). Quanto è bello, certe volte, lasciarsi andare e tornare ad inseguire i sogni. E grazie per gli abbracci, di chiunque siano stati. Cazzo come sto bene.

PS: Se non avete capito un cazzo, è normale. E anche se avessi voglia di dire tutto, non credo lo farei.

23 luglio, 2008

Lavato con perlana?

Capita che gli amici mi vengano a dire: "ascolta questo", "ascolta 'st'altro", "senti 'sto pezzo".
Oggi giornata di studio. Buona giornata. L'esame andrà comunque 'na merda, ma buona giornata.
Poi il BellaNapoli si gira e mi fa: "ascolta 'sto pezzo" e mi fa partire il video su youtube.
Non male la canzone... il video è simpatico... la musica... la musica... mi ricorda qualcosa. Ma sai quanta musica mi ricorda qualcosa?
Vabbè, partita di calcetto. Torno, non c'ho un cazzo da fare. Ma si, ascoltiamoci 'sto "nuovo" pezzo di 'sti tipi "nuovi" che fanno musica "nuova".

Il pezzo è di tali "Fuck Dress" e si chiama "Suburban Nietzsche Freak". Ecchebeltitolocazzuto! Ti vien voglia di sentirla 'sta canzone... e/o di ri-sentirla.



Un bel pezzo. Solo che... boh... sarà 'sto basso... sarà 'sta chitarrina... sarà che è proprio uguale a qualcosa che ho sentito? Saranno i Cure? No, non sono i Cure. Troppo facile.
Ma no, sarà 'sto tara tara tara tara tara taràn... sarà che le note quelle sono e alla fine finiscono, sarà che gli accordi alla fine sono un numero finito... o sarà che io 'sta cosa la conosco davvero?

Il problema sorge quando per certe cose non ci dormi la notte, soprattutto se ci sommi l'ansia pre-esame.

La soluzione si intravede quando cominci a canticchiare:

"Beautiful girl lovely dress
high school smiles oh yes
beautiful girl lovely dress
where she is now I can only guess..."

e via dicendo (ovviamente in un inglese tutto mio). E io 'sta canzone (Gone Daddy Gone) lo so di chi è: VIOLENT FEMMES.



Se state per dire anche voi che non ci credete che sto i giorni ad ascoltare i Violent Femmes... beh... neanche voi vorreste sapere quante volte ho ascoltato questa canzone (peraltro rifatta dagli "Gnarls Barkley").
Bah... sarà 'sto basso... sarà 'sto tara tara tara tara tara taràn... sarà un plagio? Libera ispirazione? Coincidenza? Sarà che me posso andare a dormire? Sarà che qualcuno mi 'sta mandando a cagare? Bah... io non dico che è uguale... ma almeno simile lo sarà?

11 luglio, 2008

Tough boy

Disse il saggio: "Kanashimi wa zetsubou ja nakute ashita no manifesuto".
Traduzione: "Il dispiacere non è disperazione, ma un monito per il domani".

Non so se sia giusto come l'ho scritto e nemmeno se la traduzione è esatta, ma fa nulla, mi piace così.

10 luglio, 2008

E mo'?

Ma la gente che ascolta i Finley può davvero essere considerata "homo sapiens"?

30 giugno, 2008

Ammazzo il mio tempo



Che mi possa piacere qualcosa degli Oasis è cosa strana, eppure mi pare di guardarmi allo specchio e vedermi cantarla. Fanculo.

Canzone che lascia il tempo che non trovo più

The importance of being idle (Oasis)

I sold my soul for the second time
Cos the man, he don't pay me
I begged my landlord for some more time
He said “Son, the bills are waiting”

My best friend called me the other night
He said “Man, are you crazy?”
My girlfriend told me to get a life
She said “Boy, you lazy!”

But I don't mind
As long as there's a bed beneath the stars that shine
I’ll be fine
If you give me a minute
A man's got a limit
I cant get a life if my heart's not in it

I don't mind
As long as there's a bed beneath the stars that shine
I’ll be fine
If you give me a minute
A man's got a limit
I cant get a life if my heart's not in it

I lost my faith in the summer time
Cos it don't stop raining
The sky all day is as black as night
But I'm not complaining

I begged my doctor for one more line
He said “Son, words fail me”
It ain't no place to be killing time
But I guess I’m just lazy

I don't mind
As long as there's a bed beneath the stars that shine
I’ll be fine
If you give me a minute
A man's got a limit
I cant get a life if my heart's not in it


L'importanza di essere pigro (Traduzione)

Ho venduto la mia anima per la seconda volta
Perchè l'uomo, lui non mi ha pagato
Ho pregato il mio padrone di casa per un po' più di tempo
Ha detto: "Figliolo, le bollette aspettano".

Il mio migliore amico mi ha chiamato l'altra sera
Ha detto: "ragazzo, sei pazzo?"
La mia ragazza mi ha detto di farmi una vita
Ha detto: "ragazzo, sei pigro!"

Ma non mi importa
Finchè ci sarà un letto sotto le stelle che splendono
Starò bene
Se mi dai un minuto
Un uomo ha i suoi limiti
Non posso farmi una vita se il mio cuore non ne fa parte

Non mi importa
Finchè ci sarà un letto sotto le stelle che splendono
Starò bene
Se mi dai un minuto
Un uomo ha i suoi limiti
Non posso farmi una vita se il mio cuore non ne fa parte

Ho perso la mia fede in estate
Perchè non smette di piovere
Il cielo tutti i giorni è nero come la notte
Ma io non mi lamento

Ho pregato il mio dottore per un'altra riga
Ha detto: "Figliolo, mi mancano le parole"
Non è il luogo per ammazzare il tempo
Ma suppongo di essere proprio pigro

Non mi importa
Finchè ci sarà un letto sotto le stelle che splendono,
Starò bene
Se mi dai un minuto
Un uomo ha i suoi limiti
Non posso farmi una vita se il mio cuore non ne fa parte

29 giugno, 2008

Da roma baci a milano

Il padano: "... perchè la lega ce l'ha duro..."
durk: "Vabbè, ma se poi lo usa per ragionare..."

Lo so che non parlo mai di politica, ma se poi mi vengono a rompere il cazzo a "casa".
E, poi, dai, parliamoci chiaro, che cazzo ha a che fare la politica con la lega?
Adesso mi daranno del comunista. Aaah, santa pazienza!

23 giugno, 2008

Video da molti significati

Ballata da crocefisso

Rabbit in your headlights (UNKLE feat. Tom Yorke)

I'm a rabbit in your headlights
Scared of the spotlight
You don't come to visit
I'm stuck in this bed

Thin rubber gloves
She laughs when she's crying
She cries when she's laughing

Fat bloody fingers are sucking your soul away...

I'm a rabbit in your headlights
Christian suburbanite
Washed down the toilet
Money to burn

Fat bloody fingers are sucking your soul away...

(Sample from movie Jacob's Ladder)
If you're frightened of dying and you're holding on...
You'll see devils tearing your life away.
But... if you've made your peace,
Then the devils are really angels
Freeing you from the earth... from the earth... from the earth...

White worms on the underground
Caught between stations
Butterfingers
I'm losing my patience

I'm a rabbit in your headlights
Christian suburbanite
You got money to burn

Fat bloody fingers are sucking your soul away...
Away, away, away,
Away, away, away.


Coniglio davanti ai tuoi fari (Traduzione)

Sono un coniglio davanti ai tuoi fari
Impaurito dalle luci
Non sei venuto a trovarmi
Sono bloccato in questo letto

Sottili guanti di gomma
Lei ride quando piange
Piange quando ride

Grasse dita sanguinarie ti stanno succhiando via l'anima...

Sono un coniglio davanti ai tuoi fari
Cristiano provinciale
Tirato lo sciacquone
Denaro da bruciare

Grasse dita sanguinarie ti stanno succhiando via l'anima...

(Esempio dal film La Scala Di Giacobbe)
Se hai paura di morire e tieni duro...
Vedrai i demoni spazzare via la tua vita
Ma... se ti sei costruito la tua pace,
Allora i demoni in realtà saranno angeli
Liberandoti dal mondo... dal mondo... dal mondo

Bianchi vermi in metropolitana
Intrappolati tra le stazioni
Dita di burro
Ho perso la mia pazienza

Sono un coniglio davanti ai tuoi fari
Cristiano provinciale
Avevi denaro da bruciare

Grasse dita sanguinarie ti stanno succhiando via l'anima...
Via, via, via,
Via, via, via.

14 giugno, 2008

Botta e Risposta

Pubblico questa mail perchè è la sola a cui stasera ho voglia e tempo di rispondere. Inoltre mi è giunta ben due volte con oggetto:
1) "In risposta all'amico del blog che per esprimere le sue idee civilmente bestemmia, senza voler offendere noi" alle ore 7:25 di mattina.
2) "Pubblichi o scappi?" alle ore 7:34.
Vorrei ricordare alla più o meno gentile utenza del blog che potrei avere cose più urgenti da fare piuttosto che stare su internet e/o amministrare il blog che leggete e che mi serve anche il tempo necessario per rispondere o semplicemente scrivere il testo che vi scorre sullo schermo. Tendo inoltre a ribadire il concetto di blog come hobby, non come lavoro a tempo pieno che non sempre mi è possibile.


"caro amico, le sue scuse sanno tanto di falso. Io sono abituata a ricevere, ad accogliere e a nutrire presso la mia casa, la mia struttura, centinaia di persone di tutte le nazionalità e convincimenti. Non ho mai bestemmiato il loro Dio e non li ho mai insultati perché non credono. Il dialogo civile è questo, il resto è ipocrisia (o frignacce, per usare il suo linguaggio. Anzi, lei avrebbe detto una parola più forte, di quelle che ha già mandato a blogcattolici). Vuole provare a ragionare con me senza insultarmi? Così, per gioco, se ci riesce... Perché prende come riferimento Dio, se non ci crede, perché insulta uno che non sa se c'è? Se non fosse per lei importante non lo prenderebbe come riferimento, non lo insulterebbe. Come io non insulto lei. Allora: perché non insulta satana o un altro tizio? Sono certa che sarà in grado di darmi una risposta senza bestemmiare o insultarmi, se lo vorrà. Anche perché deve far credere agli altri del blog che si è sbagliato, che non voleva offendere. Bravo, ci provi. Con affetto, Sorella Angela M."


Amica Angela,
le mie scuse non sono poste come giustificazione di alcun delitto, ma a tutela della facile morale di molti che non vorrei andasse in frantumi per questa o quella parola. Ciò ti può far venire in mente quanto poco peso e "credo" ci sia in queli vocaboli che per te possono essere offensivi e quanto semplici e sincere siano le mie scuse (e spero mi perdonerai se mi viene in mente una frase di De Andrè di una canzone che viene qualche post prima e che forse potrebbe sembrare del facile umorismo: «lo sanno a memoria il diritto divino e scordano sempre il perdono») il cui senso è solo quello espresso sopra: parole o un semplice... intercalare.
Ti do del tu. Spero non me ne vorrai per questo e che tu non la prenda come una mancanza di rispetto. Del resto, dalla mia, potrei dire che quel "lei" offre ben poco il senso di accoglienza che declami e sottolinea più uno presa di posizione netta, demarcata e sulla difensiva, che mi auguro non ti si addica. Ma questa è facile psicologia da due soldi. Io non la penso così, anzi, mi compiaccio del lavoro sociale che svolgi. Difatti, non ho mai fatto di tutta l'erba un fascio e ho amici cattolici, fascisci, comunisti, etero o omosessuali e di questa o quella categoria, per me sono persone (per quanto, ovviamente, non tutte le persone possano starmi simpatiche).
Però, mal celatemente, mi dai dell'ipocrita e non mi pare d'esserlo visto che sono qui rispondere e a pubblicarti, anche dopo aver espressamente chiesto che la discussione procedesse in altro luogo, visto la non imparzialità di questo blog o di quello di blog cattolici.
Colgo, ad ogni modo, la tua provocazione (nel tuo modo di scrivere non ti discosti troppo dal mio) e così, per gioco, ci provo. Spero di riuscirci e di non offenderti in alcun modo, anzi, tenterò di usare un linguaggio semplice, senza fronzoli, ma "moralmente" ricercato.
La questione dio, satana, allah, buddha e arcangeli, mi scuserai (spero), ma semplicemente non mi interessa. E' un intercalare, ripeto, come un altro, atto solo a rimarcare più che altro un senso di sfida verso la morale troppo "chiusa" di molti credenti (o laici sedicenti tali).
Lasciami soffermare sul post che penso tu abbia preso in considerazione di leggere (magari, mi auguro, avrai letto anche commenti e risposte, sempre che tu ne abbia avuto il tempo. Probabilmente, ti renderai conto da sola di quanto valga la pena, certe volte, rispondere a gente che, tra l'altro, si professa cattolica e, forse, capirai anche perchè mi prendo la briga di rispondere proprio alla tua mail, a me gradita, ad ogni modo, che tu ci creda o meno):

http://passofalso.blogspot.com/2008/06/il-sacro-diritto-despressione.html

Questo post, di cui vado fiero sia perchè non sono un ipocrita e quindi credo nei concetti che esprimo (ovviamente mettendo in preventivo che le mie idee possano non essere condivise o anche giuste, sempre che mi venga dimostrato) e, in secondo luogo, perchè rimarca effettivamente un problema di fondo che è quello dell'incomunicabilità tra cattolici e laici (Laico: «che si ispira a concezioni di autonomia e indifferenza rispetto all'autorità ecclesiastica», anche «non credente» in un'accezione più volgarmente diffusa).
Sono bastate poche, pochissime, mirate parole per offendere quella morale (e mi auguro non la fede) e cancellare, di seguito, tutta la discussione aperta.
La bestemmia (che tra l'altro, se vogliamo, l'anima, se esiste, è mia ed è l'unica a pagarne le conseguenze) e il tema "aborto" (che oggi si discute in maniera quasi tanto inflazionata, invece di basarsi caso per caso su oggettivi problemi che la nascita di un figlio [non voluto] e l'aborto stesso possono portare [intatti mi rifiuto di credere in aborto ingiustificato e senza appoggio psicologico]) ... e poi: "SCATENATE L'INFERNO!"
Tutto il resto, ad esempio la pedofila, il fatto che la "castrazione" religiosa imposta dalla Chiesa (chiesa in quanto istituzione, non come religione, sebbene la distinzione non sia mai stata chiarita dalla chiesa stessa, probabilmente, per motivi già da me espressi) nel Medioevo sulla falsa riga di altre religioni (contando anche il fatto che, molto probabilmente, la pedofilia e altre violenze sessuali possono essere una conseguenza di questo e di un mancato appoggio psicologico a chi "chiede" la via della castità), il problema chiesa/soldi/tasse (problema che sembra strano dover porre a chi si occupa di fede), etc etc sono passati in secondo piano. E non parlo nemmeno dell'aspetto politico e del potere materiale che la chiesa ha come istituzione prettamente materialistica e lucrativa.
E, in ogni caso, riguardo ai soldi, si potrebbe obiettare alla chiesa non tanto le "offerte" più o meno libere, ma anche lo sfruttamento d'immagine da cui spesso trae non poco ricavo.
Se la Chiesa (come istituzione lucrosa) non fosse ricca e non avesse nulla che fosse opinabile, probabilmente molti avrebbero più rispetto e sarebbero più facilmente portati a credere ad almeno un po' di cose che vengono professate. Del resto, Gesù Cristo stesso si dice fosse povero e figlio di falegname (e poi l'ipocrita sarei io? A me una certa mancanza di coerenza in questo mi pare di vederla).
Ma, al di là di tutte queste cose in cui credo fermamente, quasi una sorta di personale religione sono il diritto di parola, opinione, scelta ed anche, perchè no, errore ad essere al centro dello scritto (il titolo mi pare fosse abbastanza evidente). Del resto, se tu avessi voglia di leggere il motivo per cui questo blog si chiama "Passo Falso", ti rendereresti conto che lo sbaglio è una realtà umana (che ovviamente mi appartetiene), come umana è la realtà della Chiesa (sempre in quanto istituzione). La differenza sta nell'ammissione o meno di questi errori, cosa che forse porterebbe ad un dialogo più sereno. Del resto, "ammettere di avere un problema, è il primo passo verso la guarigione" (Ribadisco il concetto che, se la Chiesa ammettesse di aver fatto degli errori, forse si potrebbe già avere maggior considerazione dell'aspetto religioso che, ahimè, viene molto appannato da fatti che di ultraterreno, miracoloso e salvifico hanno ben poco e che dovrebbero allarmare più che essere giustificati e/o taciuti).
Il fatto, però, che così tanta gente si sia fatta venire il sangue agli occhi e non abbia considerato tutto questo mi lascia perplesso su chi abbia i paraocchi (talvolta, vere e proprie fette di prosciutto di non poco spessore) che mi vengono attribuiti (da te, fortunamente, no).
Per quanto riguarda Blog Cattolici, che continua a dire che ho bestemmiato sul suo blog, volevo sottoliniare il fatto che posso avere una cattiva opinione della Chiesa (ovviamente sempre come istituzione che non ha molto a che fare con la religione) e di molte "moralità" di basso livello, spesso professate come credo religioso e da società molto più civili di noi superate, tanto da paragonarla agli escrementi. Le bestemmie le faccio a "casa" mia. Lì ho solo espresso in maniera molto più sintetica (dato che non c'è molta possibilità di commentare o lasciare le proprie opinioni, frequentemente anche censurate) e sarcastica (chiedo scusa laddove possa aver esagerato), ma con l'intento dello sfottò più che dell'offesa. Quando il gioco si è fatto troppo pesante sono stato io stesso a chiedere di abbassare i toni. Se qualcuno avesse utilizzato il mio o il suo nick e/o indirizzo per offendere, l'affare, per la verità non mi turba, ergo non mi riguarda.
La censusa, invece, è un brutto male. Mi auguro che la Chiesa (che da prima ancora dell'inquisizione non si è più fermata) prenda una buona medicina a riguardo, magari anche che lasciasse visionare (col dovuto rispetto) quei testi antichi che detiene e che sono forse uno dei tanti patrimoni "sottratti" agli occhi del mondo. Questo solo a titolo di esempio di linea di compromesso.
Spero che questo post in cui ti rispondo, possa essere per te (e per coloro che avranno la compiacenza di leggerlo e, magari, di capirlo a pieno titolo) di chiarimento più che di intesa (questa, per motivi prettamente ideologici, pare che sia, almeno al momento, destinata a non esserci, ma il mondo è bello perchè è vario. Nel caso contrario, penso che mi annoierei molto).
Non è un modo di dimostrarti di essere buono o bravo, o di dimostrare di aver sbagliato, o di saper scrivere senza "parolacce", tutt'altro è una maniera per ribadire le mie idee di cui vado orgoglioso, con la dovuta saccenza che anche tu dimostri, lo stesso spirito che fa lottare te per ciò in cui più credi.
Sinceramente, poi, preferisco essere cattivo, se devo credere che ciò che vedo della Chiesa (sempre in quanto istituzione non religiosa, se ancora non fosse chiaro) sia il bene. Se posso, cito ad esempio uno scrittore inglese, John Milton: "Sbalordito il diavolo rimase, quando comprese quanto osceno fosse il bene".
E questo, non perchè io creda nel diavolo o in altre "favole" simili.
Saluti sinceri, forse più dell'affetto che mi porgi (spero vorrai cogliere questa come una nota piccante e sarcastica, che altro, data la tarda ora, la mia stanchezza, la pessima giornata e il "lavoro" per risponderti, non è).

PS: sempre per ribadire il concetto che non faccio di tutta l'erba un fascio, volevo sottolineare che alcune figure e rami della chiesa non hanno mai fatto del male a nessuno, anzi, tutt'altro e che mi sono sempre piaciute molto le personalità di San Francesco (del resto anche lui era per una chiesa senza le mani in pasta in ciò che non fosse credo e sporcate da un altro dio, il denaro), visto che noto che il tuo nick è "Sorelle Francescane" (non prenderlo come un gesto di adulazione), o anche una che tanto grande è stata nei giorni nostri: Giovanni Paolo II, nella cui santità non credo, ma la cui saggezza è stata un buon esempio. E, come questi, potrei citarne altri.
PPS: ti chiedo ancora scusa per il "tu" che spero non ti sia di alcuna offesa, come spero il resto della mia risposta. Ti ringrazio della mail e ti saluto nuovamente.


NB: se avrò voglia, tempo, passione di rispondere ancora a te o ad altri, lo farò, per ora, però vi chiedo ancora una volta di finirla qui. Se volete parlare di fedi e dogmi, Gemelli Neri ha aperto una discussione apposita. Se volete discutere di libertà di parola, ben venga, vedremo se sarà possibile, al momento sono impegnato in altro, comunque, non scappo da nessuna parte.

13 giugno, 2008

Stop al televoto

Quante storie per quattro parole.
La discussione si fa accesa ed interessante (alcune più di altre, certe sono proprio cazzate), ma sta anche ampiamente degenerando.
Non mi piace troppa gente in giro per il blog, la pubblicità non mi è mai piaciuta e meno ancora stare al centro dell'attenzione.
Per un po' di satira, qua si fa fin troppo casino.
Se il dibattito vuole proseguire, invito gli amici di "Gemelli Neri" ad aprire una discussione (come hanno detto e che già ringrazio) e di farmi sapere, mi piace il dibattito intelligente e colto e in cui poter esprimere opinioni. Prometto anche di essere meno sboccato, se la cosa può lenire i vostri credi.
Spero di poter trovare un confronto, più che uno scontro religioso e piacevole per quanti vogliano ascoltare una e l'altra campana. Magari una linea di dibattito comune si può trovare.

Ringrazio coloro che hanno lasciato commenti.
Ora però ho altro da fare.

11 giugno, 2008

Il sacro diritto d'espressione

Stavolta seriamente.
Dato che mi è stato fatto notare dall'amico di Blog Cattolici di averlo offeso, voglio chiedere pubblicamente scusa. Del resto, forse, le parole forti possono, talvota, essere fin troppo taglienti.
Così, stavolta, voglio scrivere serio, senza ironia, senza satira o sarcasmo.
Visto che, sul loro sito, non c'è possibilità di lasciare un messaggio pubblico e di una stesura adeguata e che degli "spot" sulla chat box mi sono rotto le palle, pardon, le scatoline, gli dedico un altro (probabilmente l'ultimo) post.
Mi scuso, ad ogni modo, di aver offeso loro come persone, non giustificando alcun tipo di offesa nemmeno alla religione cattolica (in quanto non ho mai personalmente bestemmiato sul loro blog), ma senza ritirare offese verso quella che è un'istituzione: LA CHIESA.
Mi scuso, anche, per coloro che si sono forse lasciati andare un po' troppo con la critica.
Finite le scuse passiamo ai fatti.

La libertà di parola, di pensiero, stampa e scelta sono cose in cui credo fermamente. E non solo, bisogna anche capire il significato giusto delle parole, quindi quando parliamo di laicità e tutela della vita, cerchiamo di comprendere cosa siano e cosa comportano.

Se la cosa è partita in maniera "scherzosa", satirica e sarcastica questo, invece, vuole essere un post serio, che vada al di là delle reciproche "offese" da bar.

La legge 194 non è una legge contro la vita, anzi, tutt'altro, la tutela.
Non far nascere un feto, significa non far soffrire un bambino. E non solo. Difatti, non si fa soffrire anche tutta la famiglia di quel bambino non desiderato, che in tal modo, non deve farsi carico di una bocca e una mente da sfamare e nutrire. Mettere al mondo un figlio è, oggi, (soprattutto oggi), un sacrificio. Far nascere una creatura dovrebbe significare anche poterla mantenere, potergli assicurare una vita serena, un futuro stabile e sorreggerla con valori stabili.
Abolire la 194, significa, molto probabilmente, ritornare a quando i bambini venivano abbandonati in strada e nei cassonetti, negli orfanotrofi (cosa che anche oggi, mio malgrado, avviene, sebbene in maniera molto minore a prima della 194). Abolire la 194 credo che sia una condanna alla vita, non una tutela.
Ma poniamo un altro caso, quello che può essere considerato il caso limite, che tanto limite non è mai stato. Mettiamo caso che una donna venga violentata e resti incinta. Sarebbe frutto dell'amore quel bambino?
Ma mettiamo anche che si faccia sesso e che la donna rimanga incinta, poniamo anche che quell'ovulo fecondato sia il frutto di un'amore tra due adolescenti che hanno appena scoperto il sesso e appena conosciuto la vita. Sarebbe giusto farli vittime di un peso come quello di un bambino? E' tutela della vita questa? Non sarebbe solo un altro peso per i genitori di quei ragazzi? Quel figlio sarebbe figlio di amore?
Ma se anche, semplicemente, una coppia decida di non avere quel bambino che è semplicemente capitato e di interrompere la gravidanza perchè non ci si rende RESPONSABILMENTE conto di non poter accudire un figlio, non è giusto che si abbia la facoltà di scelta? O deve forzatamente nascere un bambino non voluto? Ovviamente, la domanda è retorica. E se state per dirmi che nessuno chiede di essere concepito, state buoni buoni, vi rispondo subito. Credete davvero che sia vita quella di un bambino i cui genitori non hanno voglia di prendersene cura? E' vero, nessuno chiede di venir messo al mondo, proprio per questo la scelta dovrebbe essere dei genitori, madre in primis.

Parliamo ancora di pedofilia. Condannando a priori qualsiasi tipo di pedofilia, si è visto oggi che molti casi mediatici si rifanno al rapporto tra preti e pedofilia (rapporto da poco venuto alla luce, ma ahimè costante, se non in aumento). Probabile che prima non se ne parlasse abbastanza (la spada di damocle della censura ha sempre pesato troppo?).
Non ci si può, ad ogni modo, stupire del fatto che nelle file dei preti ci siano questi maniaci. La frustrazione del non avere la possibilità di scelta sul sesso, deve essere molto castrante, purtroppo non abbastanza. Così, quando ne hanno la possinilità, ecco che usano dolce violenza verso quelle fasce di persone (non solo bambini, ma anche donne, prostitute, persone affette dalla sindrome di Down) che ricercano in loro un aiuto, una guida.
Da aggiungere che l'astinenza sessuale di preti e suore è stata aggiunta nel medioevo (su libera ispirazione divina di qualche altra religione orientale) e che non è stata ordinata da Gesù Cristo. Ci sono, inoltre, le prove che Gesù stesso avesse una relazione e anche rapporti fisici con la Maddalena, che non era proprio una santarellina. Del resto, il corpo, per quanto simbolo e santo posso essere, sempre corpo rimane.
La Chiesa non ha fatto nulla di concreto per la condanna di questi malati. Non si può aspettare la condanna divina, non si può sperare che un trasferimento basti come condanna, non si può condannare solo a parole.
In compenso, il papa continua a scagliarsi contro il divorzio e l'aborto e, non solo, anche contro l'uso delle cellule staminali che potrebbero aiutare quella vita che non viene minimante tutelata.
Tutelare la vita, significa anche tutelare la qualità di quella vita, ergo mi chiedo, se due persone non stanno più bene insieme, non hanno il diritto di essere felici separatamente? Non dovrebbe chiunque avere la possibilità su quando avere o meno un bambino?

Mi chiedo: quanto dovrà passare, inoltre, prima che ci sia una differenza netta tra potere spirituale, temporale e politico?
Come mai la chiesa si professa così tanto per l'accoglienza e poi ha una marea di immobili inutilizzati? Che se ne fa di tutto l'oro che ha e che è sotto gli occhi di tutti? Non sono forse risorse che potrebbero essere spese per aiutare coloro che stanno peggio? E come mai lo stato vaticano è così ricco? E come mai esiste uno stato vaticano così ricco di denaro e oro che non fa nulla per tutelare quella vita dei poveri? Come mai esiste uno stato vaticano tanto materiale così pieno di gente che professa l'importanza dell'anima spirituale? E come mai non fa nulla per aiutare gli altri? Forse perchè è più semplice professare la speranza che fare qualcosa di concreto anche se se ne hanno le possibilità?

E ancora. Come è possibile che lo stato vaticano abbia tanto peso sulle decisioni politiche di un paese che si dice laico? Come è possibile che il SOVRANO di uno stato venga ad imporre le proprie leggi sul popolo italiano? Come è possibile, però, che quello stesso sovrano (e chi per lui) siano esenti da pagare le tasse per gli immobili e quant'altro presenti sul territorio italiano? E non si tratta di luoghi di culto, ma di case, appartamenti, ville, residenze, alberghi e pensioni.

Parliamo di censura. La censura del clero è da tempo nota. Se solo si pensa a quanto siano ricche le biblioteche vaticane (più o meno note), si potrebbe pensare che tutti (con la dovuta cura e responsabilità) possano sapere cosa ci sta in quei libri, spesso risalenti ad un periodo in cui la censura dell'inquisizione è fatto tanti danni pur di non incrinare la fede. E, invece, no. La chiesa continua con la sua censura. E così fanno anche molti cattolici (laici [?] o meno).
Il caso "Rivera" del primo maggio 2007 è una delle tante dimostrazioni che la chiesa non sa accettare la satira (come del resto gli esempi di Luttazzi, Santoro e Sabina Guzzanti provano che neanche il signor Berlusconi è così amico della satira). E se pensiamo che la satira è nata nella Grecia antica, se non prima, mi stupisce del fatto che possa essere soppressa da un'istituzione che ha "solo" 2000 anni.

Parlando di evoluzione, mi pare che si sappia che la chiesa è contraria alla teoria evolutiva, sebbene abbia dato il beneficio del dubbio alla teoria copernicana (nemmeno tanto tempo fa, per dirla tutta). Del resto, quell' "eretico" di Darwin non starà di certo a rivoltarsi nella tomba.

Con questo non voglio, ovviamente, dire che gli insegnamenti cristiani siano tutti sbagliati, per carità. Sono i dogmi ecclesiastici quelli che non vanno. Queste regole che sono peggiori della matematica (che una certa evoluzione ce l'ha, sebbene 2 + 2 sia uguale a 4 dai tempi dei tempi) sono il vero problema. Eppure come è partito tutto? C'era una volta un uomo, un uomo che molti credevano pazzo ed eretico e che si rivelò un grande rivoluzionario: Gesù Cristo.
E, poi, gli insegnamenti cristiani non sono così distanti dalla filosofia marxista o da tante altri religioni, culti, pensieri laici. Sono solo inquadrati in un'ottica antiquata, menefreghista nei confronti di un pensiero altrui che non si voglia omologare a quello del santissimo padre, un insieme di regole e verità indiscusse e indiscutibili, spesso maschiliste e che rispecchiano quanto sia forte il potere di una lobby che a quello stesso potere non ha nessunissima intenzione di rinunciare. D'altronde, chi rinuncerebbe ad un potere e ad un ricchezza materiale (di spirituale è rimasto ben poco, fino a contraria dimostrazione) simili?

Spero che, gli autori di Blog Cattolici sappiano rispondere a queste domande, magari saranno colti da illuminazione divina. Ad ogni modo, mi auguro che smettano di censusare e che abbiano le palle e la coscienza di far vedere che c'è gente che la può pensare diversamente da loro.

Siccome il gioco si è fatto pesante e io mi sono rotto il cazzo, basta così.

Il loro modo di comportarsi è solo la dimostrazione che stupidi dogmi e fanatiche verità sono difficili da spezzare, esattamente come l'ignoranza e la stupidità della gente.

PD A TUTTI.

Non avrò altro dio all'infuori di me

Il testamento di Tito (Fabrizio De Andrè)

Non avrai altro Dio, all'infuori di me,
spesso mi ha fatto pensare:
genti diverse, venute dall'est
dicevan che in fondo era uguale.
Credevano a un altro diverso da te,
e non mi hanno fatto del male.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.

Non nominare il nome di Dio,
non nominarlo invano.
Con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome:
ma forse era stanco, forse troppo occupato
e non ascoltò il mio dolore.
Ma forse era stanco, forse troppo lontano
davvero, lo nominai invano.

Onora il padre. Onora la madre
e onora anche il loro bastone,
bacia la mano che ruppe il tuo naso
perché le chiedevi un boccone:
quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
Quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.

Ricorda di santificare le feste.
Facile per noi ladroni
entrare nei templi che rigurgitan salmi
di schiavi e dei loro padroni
senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.

Il quinto dice "non devi rubare"
e forse io l'ho rispettato
vuotando in silenzio, le tasche già gonfie
di quelli che avevan rubato.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri, nel nome di Dio.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri, nel nome di Dio.

Non commettere atti che non siano puri
cioè non disperdere il seme.
Feconda una donna ogni volta che l'ami,
così sarai uomo di fede:
poi la voglia svanisce ed il figlio rimane
e tanti ne uccide la fame.
Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore,
ma non ho creato dolore.

Il settimo dice "non ammazzare"
se del cielo vuoi essere degno.
Guardatela oggi, questa legge di Dio,
tre volte inchiodata nel legno.
Guardate la fine di quel nazareno,
e un ladro non muore di meno.
Guardate la fine di quel nazareno,
e un ladro non muore di meno.

Non dire falsa testimonianza
e aiutali a uccidere un uomo.
Lo sanno a memoria il diritto divino
e scordano sempre il perdono.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.

Non desiderare la roba degli altri,
non desiderarne la sposa.
Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi
che hanno una donna e qualcosa
nei letti degli altri, già caldi d'amore
non ho provato dolore.
L'invidia di ieri non è già finita
stasera vi invidio la vita.

Ma adesso che viene la sera ed il buio
mi toglie il dolore dagli occhi
e scivola il sole al di là delle dune
a violentare altre notti
io nel vedere quest'uomo che muore,
madre, io provo dolore.
Nella pietà che non cede al rancore,
madre, ho imparato l'amore.

Eppur si muove... (Dal terzo di post di durk ai "laico"-cattolici)

"Caro amico di Blog Cattolici",
tu ti professi laico e credente (già questa piccola ANTITESI dovrebbe fari cambiare un minimo il tuo modo di professarti cattolico), praticante e tanto ricco di dogmi ecclesiastici che manco Padre Pio.
Tu te ne vieni sul mio blog, dicendo che io offendo e bestemmio, cosa che sul TUO blog non ho fatto, almeno sul mio la LIBERTA' di PAROLA, OPINIONE, STAMPA, PENSIERO e SCELTA esiste, come anche quella di commentare.
In seguito alla 194, inoltre, gli aborti, ti ripeto, sono diminuiti, soprattutto quelli ILLEGALI, ciò significa che molte donne hanno avuto la facoltà di scelta e che non hanno avuto tutti quei problemi che sono comportati da un aborto illegale. Inoltre, viene assicurato un aiuto psicologico che non è a favore della scelta dell'aborto.
Cosa che, invece, non è assicurata da nessuno è la possibilità di poter mantenere un figlio, soprattutto se non desiderato. Diciamoci la verità, se la 194 fosse ritoccata come molti FASCISTI vogliono (gente che pretende di poter scegliere per cazzi propri roba che riguarda SOLTANTO i genitori di quel feto), si perderebbe completamente quel minimo di libertà di scelta che oggi ancora e giustamente (speriamo si possa continuare così) è concessa alle madri.
L'aborto, il preservativo, i contraccettivi hanno, ad oggi, salvato da gravidanze indesiderate (che spesso portano allo sfascio di persone e famiglie e dove il bambino non trova alcun tipo di salvezza) e un bel po' di malattie.
Sta di fatto, inoltre, che tu non sai cosa sia il rispetto per gli altri, per la parola e l'opinione altrui, dato che, come la chiesa in genere, ti poni nel ruolo di giudice massimo e condanni con l'eresia chi la pensa divesamente dal tuo modo gretto e antiquato.
Dovresti evolverti e guarda che, ormai, l'abbiamo vista tutti: LA TERRA NON E' PIATTA ED IL SOLE NON LE ORBITA ATTORNO!

10 giugno, 2008

AAA cercasi pecorella (nera) smarrita

La "guerra santa" contro il pirla di Blog Cattolici continua.
Il simpatico "laico", cattolico, credente, praticante, estremista, censuratore (badate al fatto che, non sapendo cosa rispondere, l'unica cosa che sa fare è censurare, cosa che la chiesa fa da circa duemila anni) ha avuto le palle di farsi ancora vivo. Dopo aver censurato tutte le verità scritte nella sua chat box (unico posto dove si possono lasciare i commenti sul suo blog), è venuto a "pregare" (che capisco che le vie del signore sono infinite, ma qua mi pare di esagerare) sulla mia... e l'Italia ha perso 3-0 con l'Olanda. Ci sarà un nesso?

La chiesa è contro l'aborto, sarà perchè così i preti possono avere più bambini da VIOLENTARE? Sarà che come il buon Tito, 'sti preti hanno "confuso il piacere e l'amore?"
La chiesa si professa contro la pedofilia, ma poi ha più pedofili tra le sue file di qualsiasi altra religione. Continuo a chiedermi se non avranno malinteso quella frase che dice "lasciate che i pargoli vengano a me".
La chiesa è contro la 194, legge in seguito alla quale gli aborti in Italia sono diminuiti a dismisura.
La chiesa è contro l'evoluzione, del resto sono duemila anni che spezza il pane dell'ignoranza e ingozza i poveri stronzi.
La chiesa pretende i vostri soldi, ma non per la povera gente, ma per riempire le proprie tasche (NB: il prodotto interno dello STATO vaticano [e sottolineo STATO... ma la chiesa non doveva occuparsi di roba spirituale? E i soldi a che servono? Per pagarsi il paradiso?] è di gran lunga superiore di quello del "bel" paese. Non pare strano che un quartiere di Roma guadagni così tanto? Roba che, se non sbaglio [e, se sbaglio, molto probabilmente è di più, perchè c'è la parte pagata in nero e non dichiarata], è quattro volte quello dell'Italia intera, non so, fate voi, siete liberi di dare alla chiesa i vostri soldi).
Ma davvero, la chiesa che c'entra coi soldi? Non si dovrebbe occupare delle anime? Eh, ma anche le anime mi sa che hanno un prezzo, spesso così alto che è meglio non buttarci denaro, meglio mettere tutto in saccoccia.

Ma veniamo al particolare. L'autore di blog cattolici, non sapendo cosa rispondere a quanto lasciato scritto sul suo blog, ha avuto la bella idea di censurare, come già detto. Questo è il frutto della sua ignoranza o del fatto che, a parte me, sul suo blog, a quel punto la gente non aveva il coraggio di scrivere nulla? Manie di protagonismo? E non è che ho scritto nulla di particolare. Solo la realtà delle cose.
Non so, prendiamo che vogliate sposarvi con rito ecclesiastico. Vi presentate in chiesa e il parroco prende il suo bel bel libricino dei conti e vi dice che per sposarvi c'è una piccola "offerta" LIBERA di cui la chiesa avrebbe un gran bisogno, così libera che non può essere inferiore ai 500 euro. Ma giusto perchè è libera, non vi dicono subito che i fiori sono a parte e di chiamare il fioraio di loro fiducia... e niente foto... a meno che non chiamate quello là, che è tanto una brava persona!

Ma l'ICI? No, perchè se la chiesa pagasse l'ICI (non parlo di luoghi di culto) si potrebbe risolvere buona parte del debito pubblico italiano. E quando dico che non si parla di luoghi di culto, dico sul serio. Mi spiegate perchè un parroco non deve pagare l'ICI per la casa in cui abita? Ok, ora Berlusconi toglie l'ICI sulla prima casa. Ma c'è sempre la villa al mare, quella in campagna, quella in montagna e le suore. Le suore, queste simpatiche vecchiette vestite da Batman che affittano le camere a "offerte libere" anche da albergo a cinque stelle e non devono pagare alcun tipo di tasse per questo. Ma che cazzo! E' luogo di culto l'albergo?
E mi spieghi che cazzo di luogo di culto è la casa (a cinque piani, la villa in campagna, quella al mare, ... etc etc.) di vescovi e cardinali? E le residenze papali (anche al di fuori del vaticano)?
E poi mi chiedi l'otto per mille? Ma stai fuori?

E mi venite ancora a parlare di anime, di spirito (più o meno santo) e stronzate varie?
E scomunicatemi, per favore, scomunicatemi!


***


Quando morì Karol Wojtyla (che almeno si faceva i cazzi suoi), piazza San Pietro sembrava uno stadio. Le squadre del Vaticano e quella dei laici si sfidavano nell'eterna partita tra bene e male (che mi sa che ha vinto).

Ed ecco dalla curva dei papaboys si alza il coro: "Papa Wojtyla subito santo! Papa Wojtyla subito santo!".
Eeeeeeeeeh, giocano beeeene questi!
La partita continua tra pali, bestemmie, traverse, insulti, falli da dietro (sull'unico giocatore della primavera, giovane promessa della squadra dei laici, da parte di preti che, vedendolo in calzoncini, girano tipo rabdomanti) e fumate nere.
Siamo quasi al novantacinquesimo e l'arbitro ancora non si decide a fischiare la fine della partita. Il quarto uomo (un chierichetto con un cero in culo) dice che si andrà avanti nel recupero fino a che la squadra del male non vince.
Poi... ecco... ecco l'azione che potrebbe decidere la partita: scatta sulla fascia Mosè, cerca il pertugio, la difesa dei laici, colta da uno svarione difensivo, si apre tipo mar rosso. Ma ecco, Buon Senso, portiere dei laici, tenta l'uscita, para! PARA PARA PARA! Buon Senso c'è, Buon Senso c'è!
Sul conto dell'arbitro (una guardia svizzera in pensione, vi lascio immaginare dove fosse la banca in cui aveva aperto il suo conto) la chiesa versa circa trenta denari. E' rigore! L'arbitro decreta il calcio di rigore.
Nooooooo, Bruno, nooo, non l'aveva minimamente toccato!
Calcio di rigore. L'arbitro ha fischiato il calcio di rigore.
Bagnasco davanti Buon senso. PAAAAAAAAAAAAAAALOOOOOOOOOOO... anzi no, GOOOL!
E' entrata, signori, trattasi di miracolo, ma la palla è entrata.
Eeeeeh, ma qui c'è lo zampino di qualche di qualche demonio, altro che miracolo.
Dalla curva ancora il coro dei papaboys: "Papa Wojtyla subito santo!"
L'arbitro fischia la fine della partita. Fumata bianca per il Vaticano. Joseph Alois Ratzinger è il nuovo papa.
Dalla curva di laici si alza il coro per continuare a sostenere, anche nella sconfitta, la propria squadra: "COME LUCIANI, UN MESE E VIA!"

03 giugno, 2008

Alzato male

Stamattina mi sono svegliato così, con la voglia nervosa di essermi simpatico e con la pesante constatazione che mi sto sul cazzo. Sarà che...
• fuori piove (odio dover uscire sotto l'acqua);
• anche oggi salta il calcetto;
• ieri sera me ne sono andato a dormire tardi,
• sono dieci giorni che dormo poco e male;
• dovrei assolutamente studiare e non sto combinando un cazzo (che novità, eh?!);
• mi sono dimenticato anche dei sensi di colpa;
• ieri sera, cazzeggiando per il web, ho avuto una pessima illuminazione divina: http://www.blogcattolici.blogspot.com/. Sono in mezzo a noi, certe volte siete voi (io sicuro no);
• bestemmiare non serve a tenere lontano il cattolicesimo dalle vie telematiche della perdizione.

Ma poi dico io, non è un controsenso mettere su un blog cattolico un banner con scritto "questo è un sito contro la pedofilia?"
Ma se ci stanno più preti pedofili che santi da bestemmiare in paradiso!
Ma mi stai a pigliare per il culo?
Fanculo, pagate l'ICI piuttosto che fare blog del cazzo, cattolici di merda!

27 maggio, 2008

C'è crisi dappertutto

Arturo parte. Va via con due merdallari (metallari, ma merdallari è più giusto) che mi hanno chiamato la mattina per adottarlo, per portarlo via.
Lo sapevo che era una cosa così, una roba di pochi giorni. Sarà che sono bastati dieci giorni per volergli bene, sarà che io mi affeziono più facilmente agli animali che alle persone, soprattutto ai gatti. Sarà che in qualche mia vita precedente dovevo essere un gatto (non che io creda in quella stronzata della reincarnazione). Non so. Ad ogni modo, l'astuto felino, il ricamatore dei tagli sulle mie mani, il mostriciattolo che aveva conquistato letto e cuore di un durk qualsiasi (ma manco troppo qualsiasi) ha trovato casa ed ora non credo che lo rivedrò più.
Beh micio, spero tu stia bene. Se hai bisogno, chiama.

"... If you have to go don't say goodbye
If you have to go don't you cry
If you have to go I will get by..."

Su, gatto, se devi andare, non dire arrivederci, se devi andare, non piangere, se devi andare, sopravviverò.

Ciao Artu'.

26 maggio, 2008

Danno in anno...

Cambio di calendario. Va bene così. Nient'altro, va bene così, solo grazie, è una cosa mia, è una cosa nostra e va bene così.

21 maggio, 2008

Sono fatto a cazzo

Guardo fuori dalla finestra. Ho spento le luci dentro. Ho mal di testa e sto meglio se sto al buio.
Fuori viene giù il cielo. In alcuni momenti sembra che qualcuno si stia divertendo a buttare giù secchiate dal tetto.
Vado in cucina. Al buio, apro il frigo. Prendo del succo di frutta alla pesca. Bottiglia nuova, la sbatto, la agito. Prendo un bicchiere pulito, lo poso sul mobile. Do l'ennesima occhiata in strada, piove da ore, da ieri sera, praticamente non ha smesso mai. Ha diminuito, ora però ha preso un bell'andazzo. Sembra un diluvio. Prendo il succo di frutta, apro la bottiglia, bevo. Guardo il mobile. Vedo il bicchiere. Lo rimetto a posto. Ho la testa altrove.
Fuori continua a buttare giù pioggia a non finire. Cambio finestra. Torno in camera. Il panorama non cambia. Le auto passano veloci sulla strada principale, sfrecciano, spariscono, oltre la mia visuale. Fanno il classico rumore delle auto che corrono sull'asfalto fradicio. Corrono, non c'è tanta gente in giro. Nessuno va nelle stradine interne del quartiere, pochi, molto meno del solito. Il rombo degli autobus si sente ancora di più quando c'è meno rumore in giro.
La pioggia è fitta, gocce grandi di scariche violente si alternano a uno sfreccio continuo di aghi d'acqua. Lo scroscio è continuo.

Mi viene in mente una canzone di Guccini, la canticchio nella mia mente. "E guardo fuori dalla finestra e vedo quel muro solito che tu sai...".
Il gatto gioca. La sera la passo con lui, a lanciargli il cordino, a farglielo rincorrere, a strapparglielo via e ricominciare daccapo. E giù di seguito. Mi piace 'sto gatto, mi ci sto affezionando. Siamo simili, io e gatti. Mi sa che in qualche vita precedente ero un fottuto felino: stavo indubbiamente meglio.
Con Lei, ho litigato. Non ho ben capito perchè. Abbiamo discusso nel pomeriggio, al telefono, cosa che odio. Non è trattabile in questo periodo. Io, alla fine, lo divento meno di Lei. Sticazzi. Non è per vendetta, è che m'incazzo quando non capisco. Mi da contro praticamente sempre, ogni volta che c'è qualcosa che non le va. Sticazzi come sopra. Lei dice che capisco. Invece, no, non capisco. Mi dice cose che non penso. Mi dice cose che non sono. Mi chiedo, se le pensa che io possa avere certe cose in testa, che diavolo di connessioni sinaptiche ha? Sono paranoico, questo è vero, schizzato no.

Ho bisogno di spazio, Lei pure. Non troviamo il giusto accordo.

Il gatto sparisce, lo ritrovo infilato sotto il piumone del letto del mio compagno di stanza. Lo faccio uscire. Non dovrebbe star lì. Continua a stupirmi, trova sempre nuovi posti in cui nascondersi. Si, siamo simili. Spengo anche la luce sul comodino e mi metto sul letto. Arturo mi si accoccola accanto, mi mordicchia la mano, mi lecca. In pochi giorni mi ha ricamato sulle mani una serie infinita di graffi, certe volte ne trovo alcuni che non ricordo quando me li ha fatti. Dovrei smettere di farci la lotta, tanto vince sempre lui.
Dovrei smettere di farci la lotta, tanto vince sempre Lei. E' che io, probabilmente, non riesco a concepire il rapporto con Lei come una sfida.
Accendo la tv senza troppo interesse, non c'è nulla da guardare... come al solito. Quasi sempre non c'è nulla da vedere, quasi sempre, soprattutto col mal di testa, mi frega poco del mondo. Non guardo nemmeno il telegionale.

Tornano un paio di coinquilini, chiacchiero con loro. Fumo, fumo un bel po' di sigarette, l'unica cosa che mi blocca è la noia che mi fa rullare. Sono passato al tabacco per fumare meno, no, non è vero, per spendere meno.
Arturo corre in giro, dormicchia, poi riprende a giocare, si appallottola sul letto mentre facciamo una partita con la playstation. Perdo. Perdo quasi sempre quando faccio le partite con 'st'aggeggio. Mi chiedo perchè continuo a giocarci, sarà il senso della sfida, quel poco che mi è rimasto. Gratto la panzetta del gatto quando segno. Gli faccio il solletico, lui si incazza e mi morde. Poi mi lecca. Non vorrei andasse via. Sono negato nell'uso dei joystick o gamepad che dir si voglia. Io sono il tipo da tastiera. Datemi una tastiera e vi darò il mondo.

Ho freddo. Non mi va di mettermi la felpa. Stringo il gatto che si lascia accarezzare, ogni tanto mi accarezza anche lui. Mi tiene caldo. Mi mancherà quando andrà via. Spero stia bene.

Verso l'una la chiamo. Dice che sta fumando e che poi andrà a letto. Le dico anch'io. Non sappiamo bene cosa dirci. Poi cominciamo a discutere, di nuovo. Lei continua a sparare cazzate. Non riesco a capire perchè. Alla fine, mi sembra che, come di norma nell'ultimo periodo, scazziamo così, senza un motivo, che non lo sappia manco Lei. Ogni volta che le do una motivazione mi dice che non capisco. Ogni volta che me ne dice una Lei mi sembra di aver capito benissimo, ma quando controbbatto non ho capito di nuovo. Forse sto diventando scemo, ma la sensazione è più quella di presa per il culo.
E fuori continuano a scendere litri e litri d'acqua buttati giù dal cielo a secchiate o a mo' di innafiatoio. Semplicemente piove, ora più forse ora più piano. Il traffico è ancora più rado. Le poche macchine corrono, penso all'incidente visto il giorno prima per il quale abbiamo dato colpa alla strada bagnata. Ma la colpa non è della strada se la gente ci corre sull'asfalto in quelle condizioni.
Il gatto mi gironzola attorno, entra in cucina, si avvicina al vetro, mi passa tra le gambe, poi sparisce, lo ritrovo in camera che dorme sul letto dove il mio compagno di stanza legge. Legge un libro che gli ho prestato io, un libro che mi ha regalato Lei. E' un buon libro.
Penso che certe volte non ci capiamo proprio. Forse a Lei non piacerebbe troppo quel libro.
La telefonata si è chiusa con un buonanotte dal profumo di vaffanculo, un ciao impastato d'acido in corpo.

Torno in cucina. Rullo un'altra sigaretta, la accendo. Guardo fuori. Da un lampione esce fumo. Che strano effetto. Poi mi rendo conto che non è fumo. E' vapore. L'acqua riscalda sulla lampadina e diventa vapore. E' un bell'effetto, strano. Per un po' la mia attenzione rimane lì. Poi la sigaretta finisce.

Penso a tutto e a niente perchè in realtà non mi va proprio di pensare, quindi mando il cervello un po' in stand-by. Mi metto a letto. Domenico legge. Io gioco col gatto. Poi anche il gatto dorme. Lo faccio uscire dalla stanza. E mi metto a letto.

Dormo. Mi sveglio presto. Domenico dorme. C'è silenzio. Mi riaddormento. Vado avanti a svegliarmi e ad addormentarmi. Sento i rumori della città che si sveglia, sento Domenico che si alza, torna a letto, poi si mette al pc. Non apro gli occhi fino all'una. Lei mi ha chiamato verso le dieci, ci siamo detti che si saremmo sentiti dopo. Torno a dormire.

Quando mi alzo piove ancora. Il gatto gioca. Le faccio uno squillo, mi chiama. Non discutiamo, ma in ogni telefonata che ci facciamo per dirci stronzate la tensione è tanta.

La casa si svuota. Rimaniamo io e il gatto. Metto su Guccini e ci addormentiamo. Mi alzo, fumo. Scrivo un post senza troppo senso, senza troppe pretese, senza tanta voglia di dire qualcosa, ma con desiderio di sentire il battito dei tasti, che mi rilassa, mi tiene le mani occupate, quache volta mi fa pensare.

Cambio musica, ascolto gli Editors.

19 maggio, 2008

Facce da gatto

Faccia da gatto.


Codesta è la storia di un essere superiore. Dopo ardue, lotte un prode gatto di nome Arturo decise di vincere e di essere il nuovo proprietario del mio giaciglio.
Dopo aver sfrattato me medesimo, ha esteso i suoi territori al letto accanto, indi, ad ogni loco di questa casa. (tranne camera di chi lo mena, bagno, balconi [che di butta giù] e stanzino [ci prova sempre a fottersi i salumi]).
Vietato nulla è al prode felino, che però educato e rispettoso degli altri abitanti della magione, per mostrar la sua natura più brutale, è comodo d'usar la propria vasca di toeletta.
Generoso di affetto, morsi, graffi e slinguazzate, non altro ha da far che non sia darsi le arie, cibarsi, bere e defecare.


Faccia da bonzo.


Saltando, gioca a rincorrere lacci che non servi umili siam costretti a trainar per suo volere e suo piacere. Ma non è questo a preoccuparci, quanto il fatto che ci mangi che qualche assaggio già l'ha dato.
Scherzi a parte, questo è il lieto ospite di una casa in cui non può, ahinoi, rimanere.
Speriamo che trovi un luogo adeguato e tante coccole ed affetto... anche se non troppo in fretta.
Amo i gatti... anche se questo mi fotte il letto... Del resto ci sono abituato (benedette Labbra!).


Faccia di cui non fidarsi.

09 maggio, 2008

Primavera

Quando mi sono svegliato ero in chiesa.
E' un edificio alto, credo una chiesa moderna, perchè non ci sono tutte quelle cose tipo affreschi o statue o cose così. E' come un hangar o qualcosa di simile, cioè... è un edificio alto, di quelli in prefabbricato di acciaio e cemento. Non è una chiesa molto figa. Probabilmente, vista da fuori, direi: "che è 'sta merda? Pare una pagoda preconfezionata e senza merletti che la rendano figa".
Io non amo le chiese, non sono un credente e non sono un tipo da messa, ma l'arte mi affascina (anche se non è che me ne intendo, ma ho buon gusto, almeno secondo il mio "inappelabile" parere). Bestemmio e non ho alcun rispetto per la fede altrui, semplicemente perchè... non m'interessa. Io e dio (come anche io ed io) ci stiamo indifferenti vicendevolmente già da un po'. Io non rompo il cazzo a lui (tanto quando impreco, lui sa che non ce l'ho con lui e che può farsi i cazzi suoi) e lui non rompe il cazzo a me. E, poi, LUI non esiste e, anche se esiste, non vedo perchè dovrei vedermela con LUI, visto che non credo in LUI. Che poi potrebbe tranquillamente essere una LEI. E, forse, in questo caso, la cosa potrebbe anche procurarmi dell'interesse, voglio dire... una dea... beh, avrà un certo sex appeal , no?
Ma torniamo a noi.
La chiesa è grigia, un po' buia, tranne dove entra la luce, dalle vetrate in alto, colorate, a raffigurare sui muri larghi e grigi, figure sbiadite di santi. Ma fuori il tempo deve non deve essere buono, non entra tanta luce e, dei santi, rimane solo uno spettro confuso.
Non ci sono candele. Ci sono solo quelle stupide lampadine a forma di fiamma. Imitazioni elettriche per una realtà che non si può permettere calore reale.
In fondo c'è la croce. Una croce enorme, di legno scuro, che domina sull'altare, col Cristo di metallo. Sembra una persona immersa nel ferro fuso. E sembra soffrire. Cioè, se non avesse quell'espressione sgomenta, se quel viso fosse meno turbato, probabilmente darebbe una qualche speranza in più. Forse sembrerebbe al massimo un tipo rivestito di carta stagnola, più che dare l'idea di uno immerso nel metallo bollente. Ma ognuno porta la sua croce, anche le icone sacre. Rendere più pesanti le croci delle statue, forse, fa sì che le croci di ognuno risultino una carogna più magra da portarsi appresso. Magari il mistero della croce è tutto qui, racchiuso in una filosofia da falliti.
Non ci sono navate. Ci sono due file di banchetti di legno chiaro. Un paio di confessionali che sembrano di qualche secolo fa, scuri e molto meno semplici del resto dello spartano arredamento. Un piccolo parallelepipedo in metallo, vicino ai due gradini dell'altare. Un modo per spillare soldi e pulire la coscienza: una scritta "offerte".
Non un grande altare. Accanto alla tavola liturgica una fila di sedie per lato, dietro tre poltroncine rivestite di stoffa rosso scuro, gli schienali alti, non danno l'idea di essere comode, troni ecclesiastici angusti. La poltrona centrale è un po' più grande. E' tutto molto semplice. L'ara è lineare, senza fronzoli, come tutto, a parte per i confessionali. Ma quelli sono il vero potere. Il potere va esaltato, per incutere timore, per risaltare le tue colpe, per dar loro un peso.
Non sono senza macchia, ma non andrei certo a dire i miei peccati ad un pirla vestito da boia senza cappuccio e che mi dice che tutte le mie colpe mi saranno assolte con dieci ave maria e/o venti pater noster. Conosco mio padre... e nemmeno lui è mai stato un sant'uomo. E non credo certo nella fratellanza dei popoli, soprattutto se prendo in considerazione quanta gente mi sta sul cazzo e quanta ne prenderei a sberle, preti in primis.
Mi chiedo cosa diavolo ci faccio qui, nel mezzo di una chiesa. Mi guardo intorno, per quanto riesca a muovermi. Nelle file di banchetti davanti a me, a destra e a sinistra ci sono persone in ginocchio, che pregano. Figure scure, vestite di nero, ma senza borchie, non come piace a me, non come quando si va a ballare. Più come un funerale.
La gente piange. E' un pianto sommesso, lamentoso, ma senza troppa verve.
La gente mi passa accanto, qualcuno si fa il segno della croce, un prete entra, parla, ma non capisco ciò che dice. Capisco solo che è latino. Io col latino non ci sono mai andato troppo d'accordo. Recita la messa come una litania, una ninna ninna poco entusiasta. E anche il prete nella sua tonaca è un estraneo. Qui non c'è nessuno che conosco, non una figura girata di spalle, non una dei tanti volti senza volto che mi si avvicina.
Dovrei aver paura, ma non tremo, sono calmo, per nulla scosso, solo curioso. Curioso di sapere cosa ci fa questa gente qui, cosa ci faccio io qui. Dovrei piangere? Dovrei ridere? Dovrei urlare?
Vorrei imprecare, chiedere, domandare, ma non lo faccio. Semplicemente osservo.
Mi guardo intorno. Vedo fiori non troppo vivi, dai colori troppo spenti, qualcuno già troppo appassito per essere vivo. Vedo una donna, che mi si avvicina e non è che si capisca molto che è una donna, vedo le panche più vicine a me, vedo i contorni di legno tutti intorno, poi capisco.
Vedo la sagoma della bara, vedo le vene del legno scuro che mi avvolgono, vedo il prete che benedice, sento le mie bestemmie salire fino al cervello, poi più in alto, fino a sfondare il tetto di questo posto. Ma nessuno ascolta, nemmeno io ascolto, non c'è voce, non c'è brivido e mi calmo. Non ho paura, non sento nulla, sorrido. E' uno scherzo? E se non lo fosse? Certo, sarebbe bello sapere almeno come sono giunto fino a qui, come sono arrivato a questo punto, fermo immobile, come riesca a guardare la gente, se ho gli occhi aperti o se li ho chiusi. Solo dettagli, dettagli senza importanza. Non devo avere paura. E non ne ho. Sono calmo. Calmo, senza luce, senza tunnerl, senza anima. Forse è questo che servono i vermi, a cavare il corpo per far uscire l'anima. Ma non credo esista un anima, non sono convinto che esista un dopo.

Poi una voce, un urlo dall'esterno, una voce lamentosa, stridula, affannata, di pianto e spavento. Mi sveglio. La voce continua, sono fuori, sul balcone, il calore del sole di un bel giorno di primavera alle dieci e mezzo del mattino, una brezza serena, una zaffata di smog che risale dall'asfalto fin al quarto piano. Una donna per strada è stata scippata, grida aiuto, un ragazzo sta correndo, prima di essere fermato, quasi linciato, poi arrestato.

Vorrei svegliarmi o riaddormentarmi, ma è tardi, devo studiare.

07 aprile, 2008

Anticonformisti?


Conosco gente così...
... ed ho visto un botto di gente ballare così...
... è molto probabile che anch'io possa ballare così.

04 aprile, 2008

Due dita in testa e boom?

Stanco.
Stanco del pc che mi si incasina e di me che m'incasino peggio del pc.
Stanco di studiare un libro del cazzo, scritto da uno stronzo, borioso e vanaglorioso professore pompato che, sarà pure bravo a usare parole inutili da usare in giri di parole assurdi e ripetitivi per scrivere testi universitari da vendere a caro prezzo agli studenti per ricevere, così, un doppio guadagno, ma sono convintissimo che manco lui sa che cazzo ha scritto! Che non è che solo perchè uno studia Scienze della Comunicazione deve mangiarsi il vocabolario per riuscire a defecare (cagare) 'sta merda di libro! E, poi, lasciamoli scrivere agli altri i libri, che già ti fotti abbastanza soldi a fa' il professore! Che non è che mo' mi voglio mettere a fa' il sindacalista, ma poi tu non mi venire a fare il sinistroide dei miei coglioni! E, giusto, perchè sono educato, vattela solo a pigliare nel culo te e le idiosincrasie, gli epistemologici e i precipui. Io oggi mi sono alzato così: sgrammaticato, disarticolato e girato di coglioni. E, sinceramente, non è che me sbatte molto.

"QUESTO LIBRO E' PURA STRUMENTALIZZAZIONE DEMAGOGICA ATTA ALLA COMMERCIALIZZAZIONE DI PAROLE INUTILI CHE NESSUNO HA LE FACOLTA' INTELLETTO-COGNITIVE DI CONOSCERE. E, DETTO CIO, MI SENTO MOLTO EPISTEMOLOGICO PURE IO."

Se non si è capito quello che ho scritto, fa nulla, tanto non vuol dire un cazzo.
Come si suol dire: "PARLA POTABILE".

Comunque, dicevo stanco. Stanco di incasinarmi la mia vita solo perchè tanto è già incasinata e il bandolo della matassa l'ho perso già da qualche anno, come buona parte del senno. Stanco di corrermi dietro, stanco di stare con me, perchè stare con me è dura (E CRISTO SE E' DURA!).
Stanco perchè non ho voglia di fare un cazzo.
Stanco anche di non avere voglia di fare un cazzo.
Stanco di cercare le parole migliori per dire le cose e di non riuscire a dirle uguale, soprattutto non come vorrei.
Stanco della gastrite. Stanco dei giramenti di palle.
Stanco di parlare e anche di ascoltare, stanco degli sbalzi d'umore, dei se e dei ma, delle decisioni prese a metà e non portate a compimento alcuno.
Stanco di me stesso, stanco della vita stessa.
Che, poi, pure la lettura non è che mi faccia bene se leggo un libro di quattro aspiranti suicida e mi ci immedesimo, anzi... mi ci ritrovo. Che poi non sono convinto di essere uno dei quattro, magari sono il quinto, quello spiaccicato al suolo.
Stanco della primavera, che non mi sembra tanto vera, che mi sono pure raffreddato... e non ho mai fatto le prove per l'allergia, perchè, semplicemente, non ho mai sofferto di allergia. O, magari, ho sempre creduto fosse raffreddore. Ad ogni modo, sticazzi.
Stanco anche della musica nelle orecchie, stanco del rumore, stanco della gente, stanco di un po' tutto e tutti.
Stanco di non fare un cazzo e di prendermi la colpa, stanco di non fare un cazzo e dare la colpa agli altri. Stanco d'essere me stesso e di voler essere qualcun'altro e stanco di apprezzarmi, stanco di non concedermi le cose e della mia ironia autofrustrata e castrante. Stanco di star dietro alle stronzate e stanco d'essere sempre così pesante e pensante.
Stanco di non conoscere mezze misure. Stanco di cercarle. Stanco di non trovarne.
Stanco di chi mi dice cosa fare e perchè farlo, stanco di chi non me lo dice quando ne avrei bisogno.
Stanco delle della politica, stanco dei soldi, stanco delle baggianate, stanco di pagare il canone rai per sentirmi chiedere in un'intervista se mangerei i bacarozzi... ma vattela a pija in der culo te e i giornalisti del cazzo come te... che pare che vi scelgano tra gli scartati dei concorsi per fare il carabiniere.
Stanco di non avere una corda intorno al collo e di soffrire di vertigini.

Per un periodo è stato più facile, per un periodo so' stato tranquillo. Ora come ore mi sento troppo in mezzo alla mischia. Ed il problema è che io sto ancora fermo lì a predicare innocenza e calma, malgrado abbia solo voglia di spaccare la faccia a tutti... invece di parare i colpi. E il problema è che il primo da cui prendo colpi sono io stesso.

Stanco della gente che vuol fare le rivoluzioni per noia e capriccio, stanco di chi ti viene a dire: "Sembri Ian Curtis... peccato che lui sia morto sfigato e suicida a 23 anni e che non se lo cagasse nessuno"... Sarò in ritardo sulla tabella di marcia, e allora? E, comunque, no, non c'entro un cazzo con Ian Curtis se è questo che vi state chiedendo.

Stanco di perdere tempo. Stanco di rincorrerlo. Stanco di non viverlo a pieno e di viverlo a sprazzi.
Per di più mi sento triste e ho mal di testa.
Non sono così sicuro di essere ancora vivo, nè di volerlo essere. Detto ciò, vado a dormire. E che nessuno se ne esca che sono solo le 8 di sera.

27 marzo, 2008

Equinozi

La primavera è quando ti senti tranquillo anche se hai le scarpe piene di fango. [Doug Larson]

Io c'ho le scarpe piene di merda... e non è che mi sento poi così tranquillo! 'rca troia!!!

17 marzo, 2008

16 marzo, 2008

Non svegliare il cane che dorme... che si alza, s'incazza e ti fa un culo così!

Dicono che non è mai troppo tardi per imparare a suonare il piano, ma vorrei che il mio compagno di stanza alle 2 di notte smettesse e andasse a letto. [Nathan Hansar]

... e anche la fisarmonica mentre io sto a dormi' dopo quattro notti tra insonnia, discoteca e festa non è tanto gradita!




PS: Voglia di punk!

Hang the dj... hang the dj...
























Io sono il mio dj....

... e anche come pizzaiolo comincio a cavarmela niente male.

E sticazzi che il compleanno non era il mio, che io non ero il festaggiato, che non ero la persona più importante là dentro, che non sono una persona molto socievole.

www.antoniodamore.com/cloverbirth

PS: Voglio una foto con quel "coso" all'ingresso...

06 marzo, 2008

Stralci (più o meno)

...

durk: Sto studiando i cicli circadiani, tra cui anche quello sonno/veglia. E io mi rendo conto di non rientrare in nessuno dei due soggetti tipo. Perchè io sono più allodola, ma mi comporto da gufo.
Lei, labbra: che sono le allodole?
durk: le allodole sono quei soggetti che si svegliano presto e vanno a dormire presto e sono maggiormente attivi durante la prima parte del dì e ci mettono poco a mettersi in moto. I gufi si alzano tardi, si addormentano tardi e sono maggiormente attivi nella serata... per di più sono più lenti a mettersi in moto. Io sono più allodola, perchè quando mi sveglio presto sto meglio e sono di buon umore. Però mi comporto più da gufo!
Lei, labbra: tu sei uno sciagurato che dorme quando cazzo gli pare!
durk:

...

THAT'S AMMMORE???

05 marzo, 2008

Idee sconnesse dal sonno

Certe volte torno a casa, sento il suo profumo delle sue Labbra su di me e mi sento una persona buona. E, certe volte, questa è una cosa terribile da sopportare.

02 marzo, 2008

Timelife

Non scrivevo da un bel po' praticamente da Natale.
Che è successo? Semplice, non avevo nulla da scrivere, quantomeno, non qui.

In questi mesi sono successe un po' di cose, non so, per esempio ho preso il mio primo 30, ho inviato il mio primo Curriculum Vitae, ho dato qualche esame, qualcuno con esito negativo, qualcuno, fortunatamente no, di qualche altro aspetto ancora i risultati, di un altro ho capito che non riuscirò a finire il programma di studio... ergo non lo si fa. Ho studiato.
Ho litigato con Lei, labbra. Ci ho fatto pace. Lei riempie un po' la mia vita. Ho finito finalmente il libro "Neuromante" di Gibson, che non è male.

Ho iniziato a scrivere un po' di racconti, ma non li ho mai finiti. Ho ripreso alcune pagine del mio primo romanzo (quello che nessuno scrittore riesce mai a pubblicare). Ho scritto di rado per me.

Ho pensato. Ho pensato tanto. Ho visto il concerto dei Cure. Ho scassato il cazzo al programma radio dei miei amici, qualche volta sono andato a ballare. Spesso mi sono annoiato. Mi sono preoccupato per i miei amici, mi è dispiaciuto per Dana.

Sono andato al cinema. Non ci andavo da tanto, di sicuro non così spesso.
Ho visto American Gangster (due palle!). [Che poi non è che sia un brutto film, ma provate voi a vedere un film bello lungo come questo dalle seconda fila del cinema e poi ditemi che quel film non vi sta sul cazzo!]
Ho visto Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street (Figo, ma ammazzerei il ragazzo che canta "Johanna, I feel you... Johanna... Grande Tim Burton. Comunque, avevo capito all'inzio del film come sarebbe finito. Ho letto che molti hanno detto che è un film avaro di sentimenti. Non è vero. Secondo me, è un film con molte emozioni, solo che non sono tutte positive. E' un film da vedere con l'ottica dei bambini, dove il giusto è racchiuso nella morte della strega come in tutte le favole che si rispettino e lo sbagliato nella perdita dell'amore).
Ho visto Persepolis (e il mio commento è stato: "è un film storico sulla guerra in Iran, mal camuffato da cartone satirico... e, soprattutto, due palle!). [Il film merita di essere visto, forse, però, in alcune parti andrebbe rivisto].
Comunque, il cinema mi piace. Sai tutta l'atmosfera, le poltrone, la gente, la fila per i biglietti, le stronzate e i popcorn... soprattutto i popcorn.

Ho passato parecchio tempo con Lei, labbra. Ora è qui mentre scrivo. Guarda un film. Stiamo cercando di stare insieme, anche facendo cose diverse, anche senza stare attaccati. La cosa mi piace. Funzionerà? Per ora sto pensando e scrivendo di lei e mi sono alzato a baciarla solo un paio di volte. Posso definirlo un bilancio positivo? Forse si.

Sto costruendo qualcosa. Non so cosa. Ma so che mi sto muovendo, non so dove, ma sto andando. Questo è importante. Sono fermo, no, mi muovo solo molto lento. Ho i miei tempi, anche se spesso sono sbagliati, sono tempi tutti miei. Sono fatto a cazzo, ma oggi non mi dispiace.

Parabola

Prima di esprimere un'opinione, bisogna ricordarsi del sale.

Un uomo che molti credevano saggio si avvicinò ad un lago. Qui c'era un pescatore intento a praticare la propria fatica nel modo che riteneva più opportuno e proficuo. Egli si era messo al centro del lago e dalla sua piccola imbarcazione buttò tra i flutti una carica esplosiva. Appena la bomba esplose molti pesci vennerò a galla morti. Il pescatore non doveva far altro che raccoglierli.
Il saggio, vedendo quanto era appena successo, si fermò ad aspettare il pescatore sul molo e quando questi vi fece ritorno lo ammonì: «Buon'uomo, questo non è modo di pescare» e guardandolo malamente se ne andò.
Il pescatore, riconoscendo il saggio, afferrò d'aver sbagliato. Rimase, quindi, tre notti e tre giorni a pensare ad una soluzione che gli permettesse di pescare in un modo più consono.
Prese quindi le reti e con la propria barca di mise a praticare la pesca a strascico.
Quando tornò a riva col proprio ricco bottino vi trovò però il saggio. Costui, guardandolo di traverso gli disse: «questo non è modo di pescare». E diresse il proprio passo per lasciare l'approdo.
Il pescatore, conscio che il saggio, in quanto saggio, non poteva sbagliare, si mise sul molo a pensare ad una soluzione che potesse permettergli di svolgere il proprio mestiere in un modo confacente alle idee di colui che ne sapeva più di lui. E sul molo rimase per tre notti e tre giorni in riflessione.
Così prese una canna da pesca e si mise a pescare i pesci con essa. E la fortuna gli sorrise. Infatti, egli portò a riva molti pesci, di ogni tipo e dimensione, di ogni razza ed età, senza problemi di coscienza. Anche questa volta, trovò sul molo il saggio. Speranzoso si accostò all'attracco con un bel sorriso, sperando che il giudizioso messere si complimentasse finalmente con lui. Invece, il sapiente signore gli disse: «questo non è modo di pensare». E fece per andarsene. Stavolta, però un pesce lo colpì sulla nuca.
Adirato, l'illuminato si girò verso l'umile pescatore: «come osi?»
Il pescatore fece un balzo sul molo e disse brandendo un altro pesce: «saggio... saggio che molti credon saggio, io qui vi dico che voi saggio non siete, che la bontà del saggio non sta nel lamentarsi dell'operato altrui, ma nell'insegnare ad un ignorante come me quale sia il modo più giusto di vivere. Mio padre, un contrabbandiere di malaffare, quando protestavo senza darne motivo, facendo i capricci di un bambino, mi dava un scapaccione e mi diceva: "Prima di aprire la bocca, ricordati del sale."»
«Del sale?» chiese perplesso il saggio.
«Si, del sale, del sale in zucca, caro saggio. Se una critica non è costruttiva, non val la pena di sprecar fiato.»

01 marzo, 2008

Grezzie!




















Musica che amo. E' importante per mantenermi vivo.
Il Palalottomatica non è l'ideale. No, diciamola tutta, l'acustica fa schifo. Ma non è importante, non è importante se di alcune canzoni non si capisce niente se non un insieme di suoni indistinti, di ritmi che si inseguono e che, distorti nel e dall'indefinito, si perdono.
Il prezzo vale le quasi tre ore di concerto.
L'eterno ragazzo immaginario è sul palco, forse con qualche chilo di troppo di grasso e trucco, ma anche questo fa parte dello spettacolo. E' un palco minimale, è il palco che si vorrebbe vedere. Perchè anche il ragazzo immaginario è il palco. E' una presenza indiscussa, lui non ha bisogno di scenografie, di giochi pirotecnici. Bastano quattro luci. Davvero, il palco sono quattro luci. E nello scenario scuro le macchie colorate sono il biancore della faccia di Robert Smith con il suo cespuglio di capelli in testa e la chioma purpurea del bassista. Il resto dei colori lo fanno le note e la voce del cantante. E' una voce perfetta, di chi sa quel che fa e lo fa splendidamente. E' una voce che scorre limpida. E mi chiedo come faccia ad avere una voce così. Mi chiedo come non si sia rovinata con gli anni. E' la grandezza della sua voce la prima a colpire il pubblico. E la voce è l'unico strumento ad essere perfetto nonostante la pessima acustica. Robert Smith: voce e capelli, labbra rosse e buona musica.
Le canzoni si susseguono, spezzate da qualche pausa, dalla voce di Robert che ogni tanto si ferma per ringraziare in francese prima, in inglese poi e alla fine con uno striminzito "grezzie". Ma va bene così. Glielo si può perdonare. Lui non è un artista che si sente star. Lui è star a modo suo, giocando con il suo pubblico, prendendosi in giro, prendendolo in giro, come un amico immaginario, come una marionetta, come un pagliaccio un po' triste che non fa altro che commuoverti. Ti fa venir voglia di volergli bene, oltre che di ammirarlo per la sua bravura.
E' umile. Terribilmente umile. Non sembra sul palco, sembra far parte del pubblico. Siamo noi che onoriamo lui o lui che onora noi?

Discussione post concerto: "«Chi è il porcellino di papà? Chi è il porcellino di papà? Ma sei tu! PRRRRRRRRRRRRRRRRR!». A vederlo ti fa venire voglia di essere Homer e di fargli fare Spider-Pork, anzi Smith-Pork!"

E' uno che ispira simpatia e ti fa venir voglia di stringerlo. Gira per il palco per regalare saluti e smorfie e "grezzie" a tutti.

E che ci devo fare se a me la musica mi commuove, quantomeno certa musica se è ben suonata? E mi commuove soprattutto quando è legata a bei ricordi. E la musica dei Cure ci si presta bene. Spesso è malinconica, anche se non è mai triste. Non è una musica che si rassegna, in particolar modo non dal vivo.

Il concerto parte un po' lento, ma mr Smith sa cosa fare, sa come animare la serata.
La scaletta non è carente, richiama un po' tutti gli anni di musica e di successi della carriera del gruppo. Una carriera mitica, senza dubbio.

I pezzi riempiono il palasport e poi il pubblico. La gente batte la mani, Robert Smith canta, è un tutt'uno. Il pubblico suona con lui e lo accompagna. E lui ride e la gente è felice. E' felice anche quella massa depressa di darkettoni e nessuno di loro vorrebbe morire, o, comunque, morirebbero felice e contenti con il sorriso sulle labbra e le lacrime di gioia dagli occhi.

E' un gran concerto. Robert Smith si concede al pubblico, il resto del gruppo sono comparse. Lui è i Cure. Forse non è bello per chi lo accompagna, ma al pubblico non interessa, nemmeno a me interessa. E poi il bassista con quei capelli rosso tinto sembra voler dire "iosonochissàchi!".
Smith fa le smorfie, abbozza strani balletti nel suo mondo fatato che stasera è uscito dalla sua testa per renderci tutti partecipi di come sia bello essere ragazzi immaginari.
Anche io sono stato ragazzo immaginario, per certi versi lo sono ancora, ma forse oggi sono troppo vecchio per esserlo del tutto.
Prima era diverso. Forse è il fatto che certi pezzi sono legati a certe parti della mia vita, a certi "eventi", soprattutto se poi Robert si mette a fare di fila FRIDAY I'M IN LOVE, INBETWEEN DAYS e JUST LIKE HEAVEN. E' una forzatura alle lacrime dei ricordi. Quelli che ti fanno pensare con un sorriso ebete e soddisfatto e ti riportano indietro in una vecchia automobile persa in mezzo al nulla insieme al primo amore, quello dei 18 anni, quando ti senti già uomo e pensi di spaccare il mondo, quando hai abbastanza conoscenze e ancora la spensieratezza dell'essere bambini. E' un'età strana quella lì... "Friday I'm in love", poi, era la nostra canzone, no?
Oppure ti getta ancora più indietro a cantare a squarciagola su una Vespa o su un "SI" Piaggio (più tardi anche sul mio scooter adorato, che dio l'abbia in gloria e che chi l'ha rubato possa fracassarsi la testa ad ogni palo della luce che incontra sul suo cammino) insieme ad un amico, stonando da morire e piangendo... stavolta per il freddo troppo intenso sul due ruote sparato a tutta gas! La lacrima ti scappa e va bene così.
E Smith continua a cantare, cambia pezzi, e io mi chiedo WHY CAN'T I BE YOU? Eheheh! Battuta scontata.
E mi giro. Vedo Lei, labbra, al mio fianco. Sento in testa il capello che mi ha regalato, con quel biglietto che abbiamo "fatto finta" di regalarci per Natale. E' bella. Il passato fugge sulle note delle canzoni e lei rimane col suo sorriso e la sua gonna corta... ed il presente è bello così.
Mi siedo, mi godo la musica, mi alzo, ballo, canto, mi diverto. E sono soddisfatto.
Un gran bel concerto. Per dirla come Robert Smith...

GREZZIE!