22 maggio, 2007

Grazie

Che dirti, amico mio? Hai ragione. Ma no, manco questo ti si può dire. La ragione, come canti tu, si sa di chi è. E lasciala agli altri e continua a suonare. Intanto, grazie per il testo, grazie per il tuo ultimo concerto e auguri per il tuo compleanno appena passato.



Povera festa ideale - Giuseppe "Spedino" Moffa

Sai come quando
del petrolio ammazza un fiore
il ricordo di un ultimo amore
finito a pezzi di cartone
come uno straccio impolverato
stanco ormai di ripulire
la bellezza che c'è qua

Come un tumore
nello stomaco del mondo
guardato dal balcone accanto
è l'apatia e l'omertà
che ci fa vittime dal giorno
in cui abbiamo inventato
il famoso "e che vu' fa'?"

La santa mazza
di Gesù a Gerusalemme
mi fa invidia perché ebbe
la fortuna d'intuire
guardare in faccia e scagliare
la sua rabbia contro quel
mondo probabile ma forte
che sarebbe diventato
il guaio dell'umanità.

Spesso conviene
fare come una puttana
facendo finta che si ama
dimenticando tutto appena
tie na bella saccoccia chiena

oppure chiudere
gli occhi al paradiso
uno dei tanti di Sorriso
che trovi solo abbandonando
la moneta e il contrabbando
di pensieri decadenti
che hanno la loro vanità

Sognando ovunque
un mondo senza interessi
senza la brama di successi
come un vento che cantando
ti porta lì al balcone accanto
come un paese incontaminato
un fiore vivo sopra un prato
sarebbe come incontrarsi
ad una povera festa.


Avviso: Potete ascoltare questa canzone all'indirizzo http://myspace.com/spedino.

15 maggio, 2007

Bomba?

Il bombarolo - Fabrizio De Andrè

Chi va dicendo in giro
che odio il mio lavoro
non sa con quanto amore
mi dedico al tritolo,
è quasi indipendente
ancora poche ore
poi gli darò la voce
il detonatore.
Il mio Pinocchio fragile
parente artigianale
di ordigni costruiti
su scala industriale
di me non farà mai
un cavaliere del lavoro,
io sono d'un'altra razza,
son bombarolo.
Nello scendere le scale
ci metto più attenzione,
sarebbe imperdonabile
giustiziarmi sul portone
proprio nel giorno in cui
la decisione è mia
sulla condanna a morte
o l'amnistia.
Per strada tante facce
non hanno un bel colore,
qui chi non terrorizza
si ammala di terrore,
c'è chi aspetta la pioggia
per non piangere da solo,
io sono d'un altro avviso,
son bombarolo.
Intellettuali d'oggi,
idioti di domani
ridatemi il cervello
che basta alle mie mani,
profeti molto acrobati
della rivoluzione
oggi farò da me
senza lezione.
Vi scoverò i nemici
per voi così distanti
e dopo averli uccisi
sarò fra i latitanti,
ma finché li cerco io
i latitanti sono loro,
ho scelto un'altra scuola,
son bombarolo.
Potere troppe volte
delegato ad altre mani,
sganciato e restituitoci
dai tuoi aeroplani,
io vengo a restituirti
un po' del tuo terrore,
del tuo disordine,
del tuo rumore.
Così pensava forte
un trentenne disperato
se non del tutto giusto
quasi niente è sbagliato,
cercando il luogo idoneo
adatto al suo tritolo,
insomma il posto degno
d'un bombarolo.
C'è chi lo vide ridere
davanti al Parlamento
aspettando l'esplosione
che provasse il suo talento,
c'è chi lo vide piangere
un torrente di vocali
vedendo esplodere
un chiosco di giornali.
Ma ciò che lo ferì
profondamente nell'orgoglio
fu l'immagine di lei
che si sporgeva da ogni foglio
lontana dal ridicolo
in cui lo lasciò solo,
ma in prima pagina
col bombarolo.

Terroristi tutto l'anno... AAA SCOMUNICA CERCASI

Sono stati giorni faticosi. Abbiamo dovuto preparare le "bombe" prima di poter attaccare. Alla fine, ce l'abbiamo fatta. Bombe di carta che non bruciano nemmeno, ma che non vogliono essere spente.
Abbiamo finalmente trovato un "LAVORO" a tempo indeterminato da LIBERI professionisti. Vabbè, non saremo remunerati. Diciamo che, forse, però, riusciremo a fare il BOTTO! La nostra non sarà una guerra facile, la nostra non è una guerra da vincere, la nostra non è una guerra... ad ogni modo, vale ancora la pena di lottare.
Vogliamo difendere la nostra libertà di parola, di stampa, di opinione, di pensiero. Siamo stanchi dell'inquisizione mediatica a cui è sottoposto chiunque esprima un'idea che sia contraria a quella dei potenti, dei ricchi, dei sovrani. Eppure non è una lotta di classe. E' una lotta di tutti, per tutti, per chi crede ancora in qualcosa, ma anche per chi non ci crede più. E' una lotta ancestrale, una lotta per la propria esistenza, un semplice istinto di sopravvivenza delle nostre menti. E' una lotta per noi, che abbiamo cervelli non omologati alla massa.
Non vogliamo armi, non vogliamo morti. Vogliamo parole per dire chi siamo e cosa pensiamo.
Abbiamo deciso, abbiamo fatto la scelta di scegliere. Non di scegliere con chi stare, ma la scelta di stare con noi stessi e per noi stessi.
E voi cosa aspettate? L'unica cosa da fare è diventare dei Terroristi... per dire "no" a chi ci dice di stare zitti!

Fai un bel click sull'immagine sottostante e scopri tutta l'iniziativa!



Attenzione: Si segnala, inoltre, un'iniziativa passata, ma che fa sempre bene portare avanti a oltranza.

08 maggio, 2007

Introspezione














Ricerco il mio equilibrio e non lo trovo, non so più dove l'ho messo, ma ti dirò stavolta non m'importa, non mi frega di che fine abbia fatto, perchè essere in bilico è la mia costante e vorrei portarti con me, dove nulla è perfetto perchè non c'è bisogno che lo sia. Vorrei amarti al di là dei sogni e delle tue leggende di periferia. Vorrei che tutto possa essere imperfetto e, comunque, giusto anche dentro la tua testa, non solo nel mio cervello malato e instabile. Ho bisogno di una speranza per domani senza che voglia dire nulla, senza grandi significati, ho bisogno di un fottutissimo sorriso che mi mandi al diavolo o mi sappia accettare. Non desidero che ascolti solo me quando parlo, ma che tu sappia ascoltarti prima. E basta con tutte le stronzate, viaggiamo verso qualcosa di grande o non viaggiamo affatto. Voglio estremizzare il mio passato perchè sia passato. Voglio un futuro non del tutto spento. Voglio chiamare i ricordi col loro nome, voglio voltare la carta e che finisca in gloria.


Rettifica delle 11.01: Voglio musica a palla nelle orecchie e mandare a fanculo il mondo!

07 maggio, 2007

Libero mercato

Da ragazzino avevo un amico. Fabrizio Fancinelli, detto "Stecca". Fabrizio era più grande di me di cinque anni. Era un ragazzone magro con la faccia pulita, il muso profetico di chi sa dare le risposte giuste. Era anche un bullo. Non che facesse male a qualcuno, ma gli bastava uno sguardo perchè la gente avesse paura di lui. Aveva occhi chiari, come il ghiaccio. Erano occhi terribilmente duri, quelli di una bestia feroce sempre troppo stuzzicata dalla vita. Faceva il quinto anno, io il secondo. Lui era ripetente.
Per Fabrizio, tutte quelle manifestazioni studentesche, tutte quelle stronzate politiche erano tempo perso. Quando vedeva i ragazzi cominciare le rivolte, se ne fregava. «Nessuno ascolta una miriade di adolescenti sfaticati». Era solo un buon giorno per far sega a scuola, «la scusa giusta - cito testualmente - per un immeritato giorno di vacanza». Lui se ne andava al piccolo bar all'angolo, in fondo alla strada. Nel bar c'era una saletta buia, con un vecchio tavolo da biliardo. Biliardo all'italiana, quello coi birilli. Era un buon giocatore Fabrizio, sarebbe potuto migliorare anche di più. A scuola nessuno l'aveva mai battuto. Io l'avevo conosciuto per caso. L'avevo conosciuto perchè ero una testa calda e perchè ho sempre odiato chi mi pesta i piedi. Fabrizio cercò di buttarmi fuori dal cesso della scuola e io gli dissi semplicemente di "andare a fanculo", seduto sugli scalini davanti al bagno dei professori (adibito a sgabuzzino dei bidelli, dato che gli insegnanti usavano il bagno del piano superiore, quello accanto alle toilette delle donne. Le professoresse si sentivano più sicure, i professori potevano intravedere qualche ragazzina pisciare).
Tutti conoscevano Stecca. In molti pensavano che venisse chiamato così per il gioco elegante sul panno verde. La realtà è che aveva preso il soprannome dato a suo padre, un contrabbandiere di sigarette che era dietro le sbarre.
A Fabrizio, se non eri qualcuno, non si poteva rispondere male. Lui non ti toccava. Erano i suoi amici a pestarti. Almeno in tre o quattro. Non so perchè quel mandarlo al diavolo non mi costò un sacco di lividi. Fabrizio mi sorrise amaramente, con solo metà della bocca, e mi chiese di fumare una canna con lui e i suoi compagni. Era il primo spinello che fumavo. Rollava la canna con lo stesso modo preciso con cui usava la stecca. Cominciai ad entrare nel suo giro.
Iniziai col passare parecchio tempo insieme a Fabrizio. Aveva provato a insegnarmi il biliardo, ma io ero negato. Per tutto novembre si entrò poco a scuola. Passammo insieme molte mattine. Erba, alcol, caffè e biliardo. Fabrizio diceva di odiare suo padre. Invece, lo imitava. Faceva il cameriere quasi ogni sera per aiutare la madre a mandare avanti la famiglia, a crescere la sorella più piccola. Ma non era lavorando tra i tavoli che faceva i soldi. «Con le sigarette - diceva - non si guadagna nulla. Con l'erba si campa, ma non abbastanza». E lui spacciava. Ed io con lui.
La prima volta mi disse che doveva fare un "lavoro" (lui stesso lo chiamò "lavoro", facendo le virgolette con un gesto delle dita). Mi disse di starne fuori, fui io a volerlo accompagnare.
Spacciare è un lavoro sporco, ma molto delicato. Per Fabrizio erano quattro le regole da rispettare. Non dare nell'occhio. Questo significa farsi i cazzi propri e saperseli fare senza che gli altri ne sappiano mai nulla. Farsi di qualcosa di un gradino più leggera rispetto a quello che vendi e mai prima di una contrattazione. Questo vuol dire che quando scambi merce devi essere pulito. Sapere quando smettere. Praticamente, non si può continuare a spacciare di continuo se non vuoi essere beccato. Chiunque è un potenziale acquirente, ma non un acquirente. La gente con cui si fanno affari deve essere selezionata.
Ovviamente, Stecca cominciò a non rispettare nessuna delle quattro regole, lui aveva sempre bisogno di soldi.
Il figlio di puttana fece un gran casino in una sala da biliardo. Doveva lasciare un pacchetto di paste ad un coglione che sarebbe finito dentro la notte stessa. Gli sbirri gli stavano alle costole mentre guidava completamente fatto di eroina. Invece di frenare finì contro un albero quasi abbattendolo. La polizia trovò nella sua macchina un'intera "farmacia". Paste, coca, eroina, crack, fumo, erba. Non potete immaginare con quanta roba se ne andasse in giro quel grandissimo stronzo. Nemmeno io mi sarei mai immaginato che i sedili e tutta la macchina fossero il suo personale magazzino.
In quell'auto ci sarei dovuto essere anch'io. Fabrizio mi disse che ci avrebbe messo pochi minuti e di rimanere con gli altri.
Tutti hanno detto che era stato un incidente, ma Fabrizio non mi ha voluto far crepare con sè. E lo ringrazio per questo e per tutto quello che ha fatto per me. Alla fine mi ha fatto stare fuori dai guai dopo avermeli fatti assaporare.
L'unica pecca e che non smetto di guardare chiunque come un potenziale acquirente, quindi, figlio mio, serviti pure.

06 maggio, 2007

Love... love will tear us apart again...

Sabato 05/05

Giorni strani. Giornata strana, frenetica, bella serata. Nottata di merda, finita a modo suo, senza capire nulla, senza troppo da spiegare, solo un'intesa senza intesa.
Oggi ho scoperto di avere un rimpianto. Non sentirsi apposto con se stessi è triste. Fino ad ora, tornando indietro non avrei cambiato nulla.
Io non voglio essere stronzo.
Oggi ho scoperto che la pioggia sottile del primo mattino non basta a lavare le ferite, tantomeno la coscienza. E cammino a piedi perchè ne ho bisogno, con gli autobus da prendere che mi scivolano accanto, con le serrande dei negozi che vengono aperte mentre passo, con la gente che mi evita, con una canzone nella mente che si muove a dispetto di me, che mi perdo e mi fermo, che rimango indietro. Il cappotto nero si muove trasportato dal vento, lo sento schiacciarmi, come ali difficili da sollevare. Sono ali tarpate le mie, sporche, appesantite dalla pece indurita e nera, addossate ad un corpo tarlato.
Mi porto dietro la stanchezza di sempre, mi porto dietro gli anni di esperienza che non ho, mi porto sulle spalle gli sbagli, anche quelli non miei. Eppure solo oggi solo uno mi pesa. E' andata com'è andata...
Schivo gli sguardi ai miei occhi arrossati dalla spossatezza, cammino a rilento, sotto la pioggia sottile che mi bagna, asciugando le mie lacrime stagnanti.


Domenica 06/05
Apatia.

01 maggio, 2007

Pubblicità regresso

L'Italia è grande! L'Italia è la patria di grandi cose. L'Italia è il paese delle grandi difformità! Ma viva la grande Italia!
Si si, l'Italia! La nostra grande Italia.
Noi produciamo grandi auto, con motori potentissimi... e abbiamo i limiti di velocità tra i più bassi al mondo... ma fatti apposta per poterli superare con le nostre auto superveloci, magari ubriachi... almeno siamo più rilassati! Beh, però, col vino nostrano, vino italiano, vino buono! Perchè l'alcol è legalissimo, ma una canna no!
Noi, siamo fatti così, noi abbiamo il Vaticano, noi siamo Cristiani, personcine garbate... che violentano i bambini dell'asilo, che vanno all'estero in cerca di turismo sessuale, con il papa che non crede nell'evoluzionismo di Darwin! E no, Cristo non poteva venire dalle scimmie, ma scimmiottarlo è lecito, solo che lui diceva «lasciate che i bambini vengano a me», non «lasciate che io venga nei bambini». Chi diceva il contrario era Michael Jackson!
Ma si, va bene così... noi siamo contro le unioni di fatto e abbiamo i parlamentari che i DICO ce li hanno, ma votano contro (mistero della fede?).
Noi... noi paghiamo il canone Telecom, ma le linee della SIP le ha costruite lo stato, che saremmo sempre noi! Noi, che la Telecom la diamo alle banche estere, perchè in Italia l'abbiamo quasi distrutta. Noi che siamo un paese tecnologicamente arretratissimo... e ci lamentiamo che poi il papa non crede nell'evoluzionismo! Noi, laici, che non facciamo guerra al papa quando si INTROMETTE nei fatti ITALIANI e non del Vaticano!
Noi, che celebriamo come eroi i militari morti in missioni all'estero che chiamiamo di pace... ma vorrei vedere se uno viene con un mitra a casa vostra quanto gli parlate di pace! Noi, che poi se muore un operaio preferiamo guardare il Grande Fratello!
E la TV... la mamma TV... ormai figlia unica di nonno Silvio. No no, di politica non parlo, ma forse qualcosa la DICO!
Noi, che succedono fatti gravi (vedi la morte di un po' troppo operai, vedi la rivolta cinese a Milano) e facciamo ore e ore e ore di "Porta a porta" e "Matrix" su vallettopoli e Cogne! Noi, gente a cui i cambiamenti mondiali non interessano, meglio il culo di una velina e sapere con chi sta... maledetta sia la "Cultura moderna". Noi, che il giornalismo lo affidiamo a Mentana, Vespa e al "piccolo" Emilio Fede!
Ma io non lo so più se voglio fare il giornalista con questi esempi qui! Ma guardiamoli un secondo uno per uno.
Emilio Fede. Emilio fede il ciuffo tinto del giornalismo nostrano. Un tizio che dirige un TG che dovrebbe stare sul satellite e si lamenta se nel servizio non c'è SOLO lui!
Enrico Mentana. Il cocciante in bianco e nero dell'informazione televisiva. Uno simpaticone che odia i disturbatori televisivi e ci fa una serie di puntate nel suo show televisivo.
Bruno Vespa. Il neo più grande di mamma RAI. Basta. Porco dio, basta! Io invito tutte le mamme italiane a non uccidere più i loro bambini, invito ogni maniaco omicida ad espatriare... toglietegli il lavoro che non ce la faccio più! Bastaaaaaa!
Io ho visto! Ho visto cassintegrati comprarsi una TV al plasma 42". QUARANTADUE! Ma si, compriamolo questo 42"... chi se ne frega se non si mangia per qualche mese? E mi ci faccio pure l'abbonamento a SKY! PORCO DIO!
Io ho visto! Ho visto per anni una casalinga moglie di operaio cambiare la propria figlia dieci volte al giorno per anni, con vestiti sempre nuovi... e poi lamentarsi che, diventata adolescente, voleva sempre i vestiti nuovi! PORCO DIO!
E come si fa a non dare ragione a Ratziger? Come si fa a credere nell'evoluzionismo se il cervello umano sta regredendo?
Io ho visto tanta di quella figa... tutta stretta in un tubo catodico... e poi ho sentito gente lamentarsi dei porno in TV... mentre milioni di veline affollano la mia televisione! PORCO DIO!
Noi, noi che ci lamentiamo dell'effetto serra, della siccità... però poi siamo uno dei paesi col maggior numero di auto del mondo! Noi, che abbiamo la FIAT e ci lamentiamo del problema petrolio. E già... perchè non tutti sanno che ci sono carburanti alternativi per cui la FIAT ha fatto motori da anni! E non sto parlando di metano e idrogeno, no no, sto parlando dell'alcol! E non sto parlando di prototipi! Ma di auto vere e proprie che in Brasile la FIAT già fa insieme a General Motors. Ed inquinano meno della benzina o del gasolio!
Noi, un paese che acquista l'energia elettrica da mezzo mondo... ma che è contro alle centrali nucleari... perchè, se di una morte si deve morire, meglio morire soffocati dalle centrali a carbone e comprare l'energia da Francia e Germania!
Noi, che assolviamo Berlusconi... (e qui non DICO altro).
Noi, popolo giustizialista che la giustizia non la fa mai! Noi, che votiamo un po' a destra e un po' a sinistra... per par condicio!
Noi... che viva la FIGA e il calcio alla TV! Ma si... viva l'Italia!
Noi, costretti a dire FORZA AZZURRI ai mondiali di calcio... noi, con un concetto strano di CASA e di LIBERTA'! Perchè la casa comincia ad essere più che altro un sogno e la libertà mera utopia!
Viva l'Italia...

PS: e caro FUNARI, una cosa la voglio dire pure a te... che sei tornato in televisione... SONO ARRIVATO PRIMA IO con la MIA APOCALISSE!

MONDO vs FIGA... 2 fisso...




















...
durk: ma, secondo te, la figa sta distruggendo il mondo?
Kei-chan: non è una domanda, è un'affermazione: LA FIGA STA DISTRUGGENDO IL MONDO!
durk: no, ti spiego... io guardavo il video di Avril Lavigne, quella che viene definita la troietta... pardon, la reginetta del punk. Nel video dimostra che la cosa giusta da fare è rubare il ragazzo ad un'altra con qualsiasi mezzo, soprattutto facendo la troia... e soprattutto se l'altra è sfigata, brava e diligente!
... no, cioè, i punk che conoscevo io si limitavano ad essere bestie che ruttavano, pisciavano, pogavano e spaventavano le vecchiette!
Kei-chan: e correvano nudi per le strade... ragazzotti brutti, skate, chitarre...
durk: si professavano valori come l'anarchia
Kei-chan: ...birra e polsini...
durk: libertà, sesso selvaggio, rutto libero...
Kei-chan: si...
durk: niente ipocrisia...
Kei-chan: ...sesso, pizza e musica....
durk: niente religione! LA FIGA AMMAZZA IL MONDO!
...