27 marzo, 2008

Equinozi

La primavera è quando ti senti tranquillo anche se hai le scarpe piene di fango. [Doug Larson]

Io c'ho le scarpe piene di merda... e non è che mi sento poi così tranquillo! 'rca troia!!!

17 marzo, 2008

16 marzo, 2008

Non svegliare il cane che dorme... che si alza, s'incazza e ti fa un culo così!

Dicono che non è mai troppo tardi per imparare a suonare il piano, ma vorrei che il mio compagno di stanza alle 2 di notte smettesse e andasse a letto. [Nathan Hansar]

... e anche la fisarmonica mentre io sto a dormi' dopo quattro notti tra insonnia, discoteca e festa non è tanto gradita!




PS: Voglia di punk!

Hang the dj... hang the dj...
























Io sono il mio dj....

... e anche come pizzaiolo comincio a cavarmela niente male.

E sticazzi che il compleanno non era il mio, che io non ero il festaggiato, che non ero la persona più importante là dentro, che non sono una persona molto socievole.

www.antoniodamore.com/cloverbirth

PS: Voglio una foto con quel "coso" all'ingresso...

06 marzo, 2008

Stralci (più o meno)

...

durk: Sto studiando i cicli circadiani, tra cui anche quello sonno/veglia. E io mi rendo conto di non rientrare in nessuno dei due soggetti tipo. Perchè io sono più allodola, ma mi comporto da gufo.
Lei, labbra: che sono le allodole?
durk: le allodole sono quei soggetti che si svegliano presto e vanno a dormire presto e sono maggiormente attivi durante la prima parte del dì e ci mettono poco a mettersi in moto. I gufi si alzano tardi, si addormentano tardi e sono maggiormente attivi nella serata... per di più sono più lenti a mettersi in moto. Io sono più allodola, perchè quando mi sveglio presto sto meglio e sono di buon umore. Però mi comporto più da gufo!
Lei, labbra: tu sei uno sciagurato che dorme quando cazzo gli pare!
durk:

...

THAT'S AMMMORE???

05 marzo, 2008

Idee sconnesse dal sonno

Certe volte torno a casa, sento il suo profumo delle sue Labbra su di me e mi sento una persona buona. E, certe volte, questa è una cosa terribile da sopportare.

02 marzo, 2008

Timelife

Non scrivevo da un bel po' praticamente da Natale.
Che è successo? Semplice, non avevo nulla da scrivere, quantomeno, non qui.

In questi mesi sono successe un po' di cose, non so, per esempio ho preso il mio primo 30, ho inviato il mio primo Curriculum Vitae, ho dato qualche esame, qualcuno con esito negativo, qualcuno, fortunatamente no, di qualche altro aspetto ancora i risultati, di un altro ho capito che non riuscirò a finire il programma di studio... ergo non lo si fa. Ho studiato.
Ho litigato con Lei, labbra. Ci ho fatto pace. Lei riempie un po' la mia vita. Ho finito finalmente il libro "Neuromante" di Gibson, che non è male.

Ho iniziato a scrivere un po' di racconti, ma non li ho mai finiti. Ho ripreso alcune pagine del mio primo romanzo (quello che nessuno scrittore riesce mai a pubblicare). Ho scritto di rado per me.

Ho pensato. Ho pensato tanto. Ho visto il concerto dei Cure. Ho scassato il cazzo al programma radio dei miei amici, qualche volta sono andato a ballare. Spesso mi sono annoiato. Mi sono preoccupato per i miei amici, mi è dispiaciuto per Dana.

Sono andato al cinema. Non ci andavo da tanto, di sicuro non così spesso.
Ho visto American Gangster (due palle!). [Che poi non è che sia un brutto film, ma provate voi a vedere un film bello lungo come questo dalle seconda fila del cinema e poi ditemi che quel film non vi sta sul cazzo!]
Ho visto Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street (Figo, ma ammazzerei il ragazzo che canta "Johanna, I feel you... Johanna... Grande Tim Burton. Comunque, avevo capito all'inzio del film come sarebbe finito. Ho letto che molti hanno detto che è un film avaro di sentimenti. Non è vero. Secondo me, è un film con molte emozioni, solo che non sono tutte positive. E' un film da vedere con l'ottica dei bambini, dove il giusto è racchiuso nella morte della strega come in tutte le favole che si rispettino e lo sbagliato nella perdita dell'amore).
Ho visto Persepolis (e il mio commento è stato: "è un film storico sulla guerra in Iran, mal camuffato da cartone satirico... e, soprattutto, due palle!). [Il film merita di essere visto, forse, però, in alcune parti andrebbe rivisto].
Comunque, il cinema mi piace. Sai tutta l'atmosfera, le poltrone, la gente, la fila per i biglietti, le stronzate e i popcorn... soprattutto i popcorn.

Ho passato parecchio tempo con Lei, labbra. Ora è qui mentre scrivo. Guarda un film. Stiamo cercando di stare insieme, anche facendo cose diverse, anche senza stare attaccati. La cosa mi piace. Funzionerà? Per ora sto pensando e scrivendo di lei e mi sono alzato a baciarla solo un paio di volte. Posso definirlo un bilancio positivo? Forse si.

Sto costruendo qualcosa. Non so cosa. Ma so che mi sto muovendo, non so dove, ma sto andando. Questo è importante. Sono fermo, no, mi muovo solo molto lento. Ho i miei tempi, anche se spesso sono sbagliati, sono tempi tutti miei. Sono fatto a cazzo, ma oggi non mi dispiace.

Parabola

Prima di esprimere un'opinione, bisogna ricordarsi del sale.

Un uomo che molti credevano saggio si avvicinò ad un lago. Qui c'era un pescatore intento a praticare la propria fatica nel modo che riteneva più opportuno e proficuo. Egli si era messo al centro del lago e dalla sua piccola imbarcazione buttò tra i flutti una carica esplosiva. Appena la bomba esplose molti pesci vennerò a galla morti. Il pescatore non doveva far altro che raccoglierli.
Il saggio, vedendo quanto era appena successo, si fermò ad aspettare il pescatore sul molo e quando questi vi fece ritorno lo ammonì: «Buon'uomo, questo non è modo di pescare» e guardandolo malamente se ne andò.
Il pescatore, riconoscendo il saggio, afferrò d'aver sbagliato. Rimase, quindi, tre notti e tre giorni a pensare ad una soluzione che gli permettesse di pescare in un modo più consono.
Prese quindi le reti e con la propria barca di mise a praticare la pesca a strascico.
Quando tornò a riva col proprio ricco bottino vi trovò però il saggio. Costui, guardandolo di traverso gli disse: «questo non è modo di pescare». E diresse il proprio passo per lasciare l'approdo.
Il pescatore, conscio che il saggio, in quanto saggio, non poteva sbagliare, si mise sul molo a pensare ad una soluzione che potesse permettergli di svolgere il proprio mestiere in un modo confacente alle idee di colui che ne sapeva più di lui. E sul molo rimase per tre notti e tre giorni in riflessione.
Così prese una canna da pesca e si mise a pescare i pesci con essa. E la fortuna gli sorrise. Infatti, egli portò a riva molti pesci, di ogni tipo e dimensione, di ogni razza ed età, senza problemi di coscienza. Anche questa volta, trovò sul molo il saggio. Speranzoso si accostò all'attracco con un bel sorriso, sperando che il giudizioso messere si complimentasse finalmente con lui. Invece, il sapiente signore gli disse: «questo non è modo di pensare». E fece per andarsene. Stavolta, però un pesce lo colpì sulla nuca.
Adirato, l'illuminato si girò verso l'umile pescatore: «come osi?»
Il pescatore fece un balzo sul molo e disse brandendo un altro pesce: «saggio... saggio che molti credon saggio, io qui vi dico che voi saggio non siete, che la bontà del saggio non sta nel lamentarsi dell'operato altrui, ma nell'insegnare ad un ignorante come me quale sia il modo più giusto di vivere. Mio padre, un contrabbandiere di malaffare, quando protestavo senza darne motivo, facendo i capricci di un bambino, mi dava un scapaccione e mi diceva: "Prima di aprire la bocca, ricordati del sale."»
«Del sale?» chiese perplesso il saggio.
«Si, del sale, del sale in zucca, caro saggio. Se una critica non è costruttiva, non val la pena di sprecar fiato.»

01 marzo, 2008

Grezzie!




















Musica che amo. E' importante per mantenermi vivo.
Il Palalottomatica non è l'ideale. No, diciamola tutta, l'acustica fa schifo. Ma non è importante, non è importante se di alcune canzoni non si capisce niente se non un insieme di suoni indistinti, di ritmi che si inseguono e che, distorti nel e dall'indefinito, si perdono.
Il prezzo vale le quasi tre ore di concerto.
L'eterno ragazzo immaginario è sul palco, forse con qualche chilo di troppo di grasso e trucco, ma anche questo fa parte dello spettacolo. E' un palco minimale, è il palco che si vorrebbe vedere. Perchè anche il ragazzo immaginario è il palco. E' una presenza indiscussa, lui non ha bisogno di scenografie, di giochi pirotecnici. Bastano quattro luci. Davvero, il palco sono quattro luci. E nello scenario scuro le macchie colorate sono il biancore della faccia di Robert Smith con il suo cespuglio di capelli in testa e la chioma purpurea del bassista. Il resto dei colori lo fanno le note e la voce del cantante. E' una voce perfetta, di chi sa quel che fa e lo fa splendidamente. E' una voce che scorre limpida. E mi chiedo come faccia ad avere una voce così. Mi chiedo come non si sia rovinata con gli anni. E' la grandezza della sua voce la prima a colpire il pubblico. E la voce è l'unico strumento ad essere perfetto nonostante la pessima acustica. Robert Smith: voce e capelli, labbra rosse e buona musica.
Le canzoni si susseguono, spezzate da qualche pausa, dalla voce di Robert che ogni tanto si ferma per ringraziare in francese prima, in inglese poi e alla fine con uno striminzito "grezzie". Ma va bene così. Glielo si può perdonare. Lui non è un artista che si sente star. Lui è star a modo suo, giocando con il suo pubblico, prendendosi in giro, prendendolo in giro, come un amico immaginario, come una marionetta, come un pagliaccio un po' triste che non fa altro che commuoverti. Ti fa venir voglia di volergli bene, oltre che di ammirarlo per la sua bravura.
E' umile. Terribilmente umile. Non sembra sul palco, sembra far parte del pubblico. Siamo noi che onoriamo lui o lui che onora noi?

Discussione post concerto: "«Chi è il porcellino di papà? Chi è il porcellino di papà? Ma sei tu! PRRRRRRRRRRRRRRRRR!». A vederlo ti fa venire voglia di essere Homer e di fargli fare Spider-Pork, anzi Smith-Pork!"

E' uno che ispira simpatia e ti fa venir voglia di stringerlo. Gira per il palco per regalare saluti e smorfie e "grezzie" a tutti.

E che ci devo fare se a me la musica mi commuove, quantomeno certa musica se è ben suonata? E mi commuove soprattutto quando è legata a bei ricordi. E la musica dei Cure ci si presta bene. Spesso è malinconica, anche se non è mai triste. Non è una musica che si rassegna, in particolar modo non dal vivo.

Il concerto parte un po' lento, ma mr Smith sa cosa fare, sa come animare la serata.
La scaletta non è carente, richiama un po' tutti gli anni di musica e di successi della carriera del gruppo. Una carriera mitica, senza dubbio.

I pezzi riempiono il palasport e poi il pubblico. La gente batte la mani, Robert Smith canta, è un tutt'uno. Il pubblico suona con lui e lo accompagna. E lui ride e la gente è felice. E' felice anche quella massa depressa di darkettoni e nessuno di loro vorrebbe morire, o, comunque, morirebbero felice e contenti con il sorriso sulle labbra e le lacrime di gioia dagli occhi.

E' un gran concerto. Robert Smith si concede al pubblico, il resto del gruppo sono comparse. Lui è i Cure. Forse non è bello per chi lo accompagna, ma al pubblico non interessa, nemmeno a me interessa. E poi il bassista con quei capelli rosso tinto sembra voler dire "iosonochissàchi!".
Smith fa le smorfie, abbozza strani balletti nel suo mondo fatato che stasera è uscito dalla sua testa per renderci tutti partecipi di come sia bello essere ragazzi immaginari.
Anche io sono stato ragazzo immaginario, per certi versi lo sono ancora, ma forse oggi sono troppo vecchio per esserlo del tutto.
Prima era diverso. Forse è il fatto che certi pezzi sono legati a certe parti della mia vita, a certi "eventi", soprattutto se poi Robert si mette a fare di fila FRIDAY I'M IN LOVE, INBETWEEN DAYS e JUST LIKE HEAVEN. E' una forzatura alle lacrime dei ricordi. Quelli che ti fanno pensare con un sorriso ebete e soddisfatto e ti riportano indietro in una vecchia automobile persa in mezzo al nulla insieme al primo amore, quello dei 18 anni, quando ti senti già uomo e pensi di spaccare il mondo, quando hai abbastanza conoscenze e ancora la spensieratezza dell'essere bambini. E' un'età strana quella lì... "Friday I'm in love", poi, era la nostra canzone, no?
Oppure ti getta ancora più indietro a cantare a squarciagola su una Vespa o su un "SI" Piaggio (più tardi anche sul mio scooter adorato, che dio l'abbia in gloria e che chi l'ha rubato possa fracassarsi la testa ad ogni palo della luce che incontra sul suo cammino) insieme ad un amico, stonando da morire e piangendo... stavolta per il freddo troppo intenso sul due ruote sparato a tutta gas! La lacrima ti scappa e va bene così.
E Smith continua a cantare, cambia pezzi, e io mi chiedo WHY CAN'T I BE YOU? Eheheh! Battuta scontata.
E mi giro. Vedo Lei, labbra, al mio fianco. Sento in testa il capello che mi ha regalato, con quel biglietto che abbiamo "fatto finta" di regalarci per Natale. E' bella. Il passato fugge sulle note delle canzoni e lei rimane col suo sorriso e la sua gonna corta... ed il presente è bello così.
Mi siedo, mi godo la musica, mi alzo, ballo, canto, mi diverto. E sono soddisfatto.
Un gran bel concerto. Per dirla come Robert Smith...

GREZZIE!