20 ottobre, 2008

The panic / the vomit

Alla fin fine non so se mi dispiace essere un androide paranoico. Molto più probabilmente non me ne frega un cazzo. E, poi, almeno così posso dire di sapere chi o cosa sono sono. No, ok, molto più probabilmente non me frega un cazzo.
E se non vedete le linee di basso vuol dire che non siete abbastanza sconnessi.

01 ottobre, 2008

Fool enough to almost be it

22/09/2008

Non so da quanto non venivo qui, su queste pagine virtuali.
Trovo post vecchi, trovo me, certe volte troppo vecchio, trovo stronzate. Ho pensato più volte di chiudere tutto, perchè certe cose forse non mi appartengono più. C'è anche il fatto che, qualche volta, i passi falsi, gli errori, hanno un prezzo troppo alto per aver voglia di rimediare, di chiedere scusa, di scendere a patti. Il problema è che non so se sono disposto a scendere a patti con me stesso. Alla fine è con sè che si viene a patti, il resto viene sempre dopo. E qui la storia del passo falso un po' cade... magari per rialzarsi. Poi, capita anche di porsi un gradino troppo in alto ed essere un giudice troppo severo e di non riuscire a vedere gli forzi altrui, i mille modi per chiedere ancora un po' scusa. Ma le scuse non sempre portano da qualche parte. Non tutti gli "aiuto" vengono sempre ascoltati.
Allora mi rintano da qualche parte. Il problema è se mi trovo. E sui tram, mio malgrado, mi è spesso facile incontrarmi. Quando mi vedo, da lontano, faccio finta di non vedermi. Mi nascondo tra le rughe e le espressioni di altri visi. Ma poi alla fine sono là, dentro il vetro davanti a me, con la strada ed i palazzi che mi scorrono dietro e dentro, fermata dopo fermata. E il cervello ricomincia a girare, sbalzandomi fuori, tra cigolii tranviari e neuronali.
Ci provo a non pensare. Mi viene in mente un vecchio discorso fatto con un amico davanti a un camioncino dei panini. Tutta quella storia del "voglio diventare stupido", quello che è diventato il mio "pippone" estivo. Giusto per togliermi di dosso quell'aria da falso intellettuale perchè mi sto sul cazzo anche da solo. Basta scrivere, basta leggere, basta musica. Ci ho provato. Ho cercato anche di studiare, di fare qualcosa che serva davvero.
Alla fine nasce quel bisogno di musica e mi faccio di fila la discografia dei Cure.
Poi capita che devo fare un regalo in un negozio che non apre che due ore dopo il mio arrivo davanti alla saracinesca abbassata e che accanto ci sia una grossa libreria. "Solo un salto", mi riprometto... e ci passo tre ore e non compro più di tre libri solo perchè non me lo posso permettere.
Poi capita che la sera piova e che quello scroscio per strada mi faccia venire quella voglia di buttar giù quattro parole.
E allora comincio a riprendere le carte, comincio a rimettermi su i dischi, comincio a pensare, riprendo coscienza del mondo, bestemmio e ricomincio da lì, da un libro, due righe, buona musica a basso volume, luce leggera e uno scroscio d'acqua... e certe volte mi pare giusto giusto di perder tempo.