03 dicembre, 2013

L'uomo d'acciaio, meglio noto come "non esistono spiegazioni per 'sta cagata!"

L'ho fatto io. È colpa mia. NON avrei mai dovuto fare una cosa del genere. Nun ch'avevo un cazzo da fa'.
Ma sì, vediamolo. "MAN OF STEEL - L'UOMO D'ACCIAIO".
Dopo essermi dimenato per circa due ore e mezza nel letto pregando per la fine di quest'abominio cinematografico c'è solo una domanda che m'assilla. No, non è "PERCHÉ?".
È più qualcosa tipo:
"MA-CHE-CAZZO-È-'STA-SUPER-MERDA-COLOSSALE?"

Perché per coglionato ti senti coglionato.
Ma dal principio proprio.
Cioè Russell Crowe che fa Jor El "alla corte di re Artù". C'ha pure l'armatura e i capelli a leoncino.
Ma non è questo che fa male, perché il pezzo forte è che il cattivo del film, il generale Zod... sembra Corrado Nuzzo, il comico, dopo mezz'oretta su un cinquantino in estate col casco integrale. Però meno cattivo.
E, nonostante il generale Nuzzod sia meno cattivo di quanto si creda (in quanto potrebbe distruggere tutto con le astronavi, ma non lo fa), il nostro caro Jor El cuor di leone riesci a farsi stilettare a morte. Sì, ch'aveva l'armatura, ma mi sa che che è inciampato. Vabbè, non mi ricordo bene, ero al telefono con la mia ragazza e preferivo star lì a dirci cose pucciose piuttosto che mettere pausa! Vai avanti fottuto film, vai avanti.
Comunque, la moglie di cuor di leone catapulta il figlio Ka(ca)l (t)El nello spazio prima che il mondo esploda in schizzi di lava talmente perpendicolari che l'unico orizzontale la ammazza.
E poi ci sta 'sto qua. Clark Kent che all'inizio sembra Wolverine (ma non quello figo dei fumetti, quello di Hugh Jackman), ma un po' più forte.
Questo, non si sa bene come, trova l'astronave dando nomi falsi a destra e a manca, lavorando in nero e accartocciando camion.
Così facendo, fa il facchino per il governo degli Stati Uniti che chiamano Lois Lane perché non sanno cosa sia la grossa astronave sepolta nel ghiaccio dai tempi dei dinosauri o giù di lì.
E il nostro belloccio fa un buco nel ghiaccio, trova l'astronave, salda (dico davvero, SALDA) Lois che intanto l'aveva seguito ed era stata attaccata da un robottino volante guardiano a cui aveva dimenticato di chiedere di dire "CHEEEEEEEEEEEEESSSSSSEEEEE".
Vabbè, Clark l'abbandona sul ghiaccio (polare) e se ne vola con l'astronave. Sull'atronave trova il gel per i capelli. La tuta del cosplayer di Mystica, ma con la "S" (... di Speranza, ma «non è una una "S"») e una mantellina rossa se non può volare. Ora può volare. Ah, no, sbradabam, Everest dimezzato, poi impara le super scorregge. Ora può volare partendo come un turbojet ripieno di fagiolata.
Dopo cinque minuti Lois Lane lo ritrova in un posto impensabile: a casa della mamma. E ma lei non dirà nulla che lui è un alieno perché Clark è un eroe e le fa pena perché e un ragazzo disturbato che c'ha i flashback sul padre adottivo che muore portato via da un uragano (ma, magari, un giorno tornerà sbattendo i tacchi delle sue scarpette rosse).
Arriva il generale Nuzzod (con una spiegazione farlocca che dirà dopo un po' a Kakat El) che vuole il figlio di Kripton perché non era nato da un uovo in vitro.
Lois dice al governo dove trovare Clark. Clark si innamora e si consegna a Nuzzod. Ma Nuzzod vuole pure Lois, sebbene non sappia perché. E Lois va con Clark. E Clark le affida la chiavetta usb di Kripton con dentro la memoria/virus del padre cuor di leone. Il Jor El trojan si impossessa dell'astronave, le indica dove sparare, le spiega come deve salvare il mondo il figlio. Poi la butta giù con una capsula. Poi va dal figlio, non gli spiega un cazzo, ma gli dice di buttarsi appresso alla giornalista.
Vabbè, un paio di amici di Nuzzod gli vanno dietro. Lui lascia Lois in mezzo alle frasche e va a fare a cazzotti in città dove è più comodo fare una strage lanciandosi gli elicotteri. Così, però, diventa amico degli umani.
Va dalla mamma dicendo: "MAAAAAAAA', sto a casa" (perché la chiama MAAAAAAAAAA'!). Arriva Lois che gli dice di lanciare la sua astronave da cucciolo nel buco che intanto Nuzzod ha deciso di fare per rifare Kripton sulla Terra. Per fare questo, gli serve Clark, che si scopre essere talmente figlio di puttana da avere il codice genetico di tutti i Kriptoniani.
Vabbè. Intanto Nuzzod chiacchiera col virtual Jol El.
Perry White (che è nero. No, vabbè, non è per razzismo, ma cazzo, Perry WHITE è nero?) in scene che non servono a un cazzo cerca di salvare una che è inutile, ma è sopravvissuta al crollo di un un palazzo... che le è caduto addosso. CHECCULO!
Kakatel/Superman/ClackKent/Speranzaman lotta con dei vermoni d'acciaio (che non si capisce bene perché). E con una super scorreggia, vola e vince distruggendo tutto.
Il governo intanto ha assegnato a Lois Lane l'arduo compito di distruggere con l'unica arma a disposizione (ndr), l'astronave da cucciolo di Clark, che creerà un buco nero (però tranquilli, si risucchia solo i cattivi). Ovviamente, per una botta di culo, ce la fa e Speranzaman la salva.
Il buco nero si risucchia i cattivi, ma non Nuzzod che intanto è diventato super pure lui (Clark c'ha messo 33 anni, lui 20 minuti). Mazzate su mazzate, poi Nuzzod si trasforma in Ciclope e Speranzaman gli spezza l'osso del collo e poi urla "noooooooooooooo". Ma così.
Poi, senza aver studiato un cazzo, diventa giornalista e lavora con Lois Lane per Perry White nero.
Il commento a tutto ciò è stato:

"Ma che è sta merda supermegagalattica?
Hanno unito scene casuali di pacific rim, the avengers, hulk, alien, prometheus, superman, spiderman, mazinga, avatar, smallville, blade runner, iron man, un documentario sulle torri gemelle, gli x men, bad wolf, una notte al museo, jurassic park, man in black, capitan america, indipendence day, balla coi lupi, il mago di oz, la casa nella prateria, matrix, mission impossible, spacejam, la leggenda degli uomini straordinari, ritorno al futuro, ben hur, il gladiatore, dove osano le aquile, sette anni in tibet, la tempesta perfetta, x files, mork&mindy, megacostruzioni, non sapevo di essere incinta, bear grylls, dumbo, kung fu panda, gozzila, dune, rocky, predators, gozer il gozeriano, howard il papero, spawn, lessie, thor, scemo più scemo... e non so quanta altra roba ancora.
E di tutto hanno preso le parti più brutte! È da non credere!"

25 giugno, 2013

Mannaggia Kristóf

"Sono convinto, Lucas, che ogni essere umano è nato per scrivere un libro, e per nient'altro. Un libro geniale o un libro mediocre, non importa, ma colui che non scriverà niente è un essere perduto, non ha fatto altro che passare sulla terra senza lasciare traccia."

Ágota Kristóf - Trilogia della città di K.

28 maggio, 2013

Estratti di chat - ma quanto me piace da fa' er filosofo!

La vita è come 'na girandola: se la vuoi fa' gira', nun ce puoi alita' sopra, né sta' sempre ad aspetta' er vento. Certe vorte ce devi soffia' forte, fino a che nun c'hai più fiato e nun te brucia er petto!

19 marzo, 2013

Zeppole

È San Giuseppe, la festa del papà. Io papà, più o meno fortunatamente, non voglio esserlo (poi magari con gli anni cambio idea, come dice mamma che "ne ho visti tanti"), ma non c'entra.
Il mio pensiero va a te che, credente, quel nome lo portavi con orgoglio. Il mio pensiero va a una grande mamma e alla nonna migliore del mondo. Ad una grande matrona che non vedrò più ora che torno alla casa madre per le feste. Il mio pensiero va ad una vecchietta di quasi 103 anni che ora ce li avrebbe avuti tutti. Ad una donna caparbia, e mai saccente, capatosta, tristacapu. E mi manca il trovarti giù, a leggere al buio come hai sempre fatto, un libro dei salmi che sapevi a memoria e che leggevi ugualmente anche senza più gli occhi per farlo. E pregavi pure per me, dicevi, per la mia atea saccenza. E prega per te, ti dicevo io, brandendo sorrisi. E per te, mi dicevi, non aveva alcun senso continuare a pregare che ormai te ne dovevi andare e ciò che era fatto era fatto. E E l'hai detto per anni. E io ne sorridevo sempre. "Dove devi andare?" "Dove dobbiamo andare tutti." "Quasi quasi mi gratto". E ridevi con quel sorriso tirato da chi del sorriso si vergogna un po', da chi la felicità non la ostenta mai perché ha sempre la mente in moto, con la preoccupazione mai per sé, ma sempre per gli altri. E lo facevi pure con quella piccola scheggia di demenza senile che ogni tanto - e me ne pento - quasi mi faceva arrabbiare. Mi spiace. Mi machi. E te lo volevo dire che sei stata grande grande, in tutto e per tutto.
E invece ora che scendo non ci sei.
Niente baci buttati per aria, perché non era concesso toccarti e io te li davo a forza, te li davo lo stesso. E ridevamo. E come stai? E l'hai trovato poi il paradiso? E un grande abbraccio.
E quel ricordo ormai lontano di una bara chiusa, di una casa da chiudere e di quel grande silenzio e quella brutta sensazione che non avrei mai voluto, quasi di cacciarti da casa tua e tornare alla vita come del resto si fa. E le lacrime che non hanno poi tanto senso. E un "ti voglio bene" mai detto e sempre saputo.

05 marzo, 2013

Allora pace amen.

MARC — Piccola Line, a te non piacerebbe essere amata?
LINE — Non lo so. Credo che in fondo non me importa. Se mi amano bene, se non mi amano, pace a me.
MARC — Non si dice «pace a me», si dice pace amen.
LINE — Allora pace amen.
(da "Line, il tempo", scritto da Ágota Kristóf, pubblicato nel suo libro "Dove sei Mathias?")


Ho letto tutto quello che potevo leggere di Ágota Kristóf, almeno quanto tradotto in italiano.
E "allora pace amen".
Cavolo se mi mancherà poter leggere qualcosa di questa donna!
E intanto ringrazio un amico che qualche anno fa mi regalò "La trilogia della città di K.".
E continuo a dirlo, mi rode il culo di dover spendere 8 euro per un libro della Kristóf con due raccontini di 10 pagine l'uno, pagine grandi come uno strappo di carta igienica, con i caratteri enormi e spazi infiniti. Eppure ogni volta ne vale la pena. E mi rode ancora di più il culo, invidiando chi fu la migliore scrittrice che abbia mai letto. Semplicemente terribile, semplicemente stupendo ogni suo scritto.