31 dicembre, 2007

Gastriti capo-danniche...

..."und Alka-Seltzer fùr dimenticar"...

Per anni difficili da digerire...

... per fortuna, non per tutto. Voglia di Labbra.


PS: comunque, con le abbuffate, soprattutto di dolci, ci vorrebbe.

28 dicembre, 2007

Quel lucido sciricco

Cammino. Cammino sulle mattonelle sconnesse, con i lavori in corso. Stanno sistemando la pavimentazione: era ora. Le viuzze strette del centro sembrano labirinti. Non ci sono più abituato, una volta ne conoscevo ogni palmo. La mattina, quando marinavo la scuola, erano il mio rifugio. Queste strade, i loro negozi, le botteghe degli artigiani, i mille bar e caffè, erano i posti che facevano parte di me. Queste case, le case "gialle", "lu leccisu". Primo conoscevo ogni piccolo buco per ragni di questo centro. Ho passato gli anni in queste piazze, in queste strade strette. Ricordo le mattine. Certe, volte, in estate, se ci si passa alla luce dell'alba, tutto assume un aspetto roseo, anche l'aria. Guardo le lavorazioni barocche. Vado a rendere il solito omaggio al ficus, nel giardino dell'ex conseravorio. E' enorme come lo ricordavo e ne sono compiaciuto, neanche fosse opera mia! Faccio un giro sul corso e poi al duomo, giusto per accertarmi che tutto ci sia ancora e che sia nello stesso ordine.
Al "Sedile" mi fermo a fumare. Controllo che i ragazzi scrivano ancora coi pennarelli i loro nomi e la data della loro "nnargiata" (trad.: quando si bigia la scuola): ok, tutto a posto. Le buone tradizioni non muoiono mai.
Piazzetta Castromediano me l'hanno rovinata. Che cazzo sono 'ste stronzate di vetro? Fanculo.
Questa città sembra molto più perbene ed anche molto più snob e bigotta di quanto la ricordassi. Sembra avere un'aria diversa da prima. Sembra più tagliente e strafottente, un po' insensibile. Ma qualcosa doveva pur cambiare, qualcosa stava già cambiando.
Seduto davanti l'anfiteatro romano guardo la piazza, dalla parte opposta a me c'è il Mc Donalds che rimarrà sempre un vero scempio sotto quel porticato. "Roba da bruciarlo" - penso. Ma gli atti terroristici non si fanno mai nei posti giusti.
Accendo un'altra sigaretta, guardo me e lei, i nostri anni, quelli da adolescenti, perennemente a rincorrersi, noi che passeggiavano mano nella mano, io con l'aria insofferente e triste, un po' maldestro, lei che si atteggiava da signorina, che se la tirava un po' (talvolta troppo). A pensarci ora viene quasi da ridere, ma era bello anche così. Ogni tanto mi viene da cercarla, tra la gente e frugo alla ricerca di qualcosa di conosciuto. Chiudere gli occhi, riaprirli e ritrovarsi lì, abbracciati, su uno scalino gelido del duomo, lei avvolta in lana verde mela e la borsa "pinko bag" stracolma di riba. Io col giubotto di pelle, una mano in tasca e nell'altra una sigaretta accesa. Un cane che puzza di pioggia che piscia dall'altra parte della gradinata e noi a parlare di un futuro che vola lontano in lunghe boccate di Chesterfield Lights. Eravamo felici? Qualche volta, ma ne valeva la pena. Chissà che effetto mi farebbe rivederla. Ora sono un po' più sereno. Sorrido senza amarezza, nei ricordi fermi del me stesso fermo sempre qui.
Penso a quella strana. Di lei non parlo spesso. Lei non sa. Lei la incontravo per caso e facevo sempre la figura del cretino imbarazzato. Ogni tanto, spero ancora che mi possa degnare di uno sguardo, così senza reali intenzioni (che, tra l'altro, non credo di aver mai avuto) e mi metto a ridere da solo. Che idiota sentimentale!
Ora c'è Lei, labbra, e mi sta bene così. Mi manca. Mi manca il suo calore ed il suo naso freddo, le sue mani ghiacciate che scendono dal collo sulla schiena e mi fanno bestemmiare e a lei ridere. Vorrei sapere cosa fa, vorrei vederla. Vorrei baciarla e che contaminasse questo posto che non mi ricorda il suo sapore.
Guardo questa città che mi sembrava così stretta, ora che la vivo da turista mi sembra più accogliente, ma la sensazione di soffocamento non è cambiata. Soprattutto in certe strade, in certi luoghi, in certi odori, in certi postacci dove uno studentello sbarbato non dovrebbe passare troppo tempo.
Sta diventando una città per "esteti" (ed estetisti), tutti così in ordine e perfettini, con le mutande Armani da bancarella e le rate accumulate. Gente da lobotomia pubblicitaria. Un po' mi spiace.
Il freddo è umido e l'umidità appesantisce l'aria, la rende più grigia e triste, stagnante e ferma. Il fumo sale lento verso la luce dei lampioni. Questo posto mi manca, ma non so proprio come viverci. Bah, sticazzi...

25 dicembre, 2007

A me che manca il Grinch

"Devi sapere che le persone a cui mando i biglietti di buon San Valentino sono geniali, attraenti e divinamente sexy. Allora... Buon Natale"

24 dicembre, 2007

Ante(i)-Xmas

Un anno fa era diverso. Almeno c'era la rabbia. Ora non so se ho acquisito una nuova consapevolezza riguardo il fatto che ci possa essere qualcosa di meglio di questo grigio Natale, o se la mia sia misera rassegnazione. Non sono incazzato. Non sono incazzato. E questo è ciò che manca. La mia rabbia si sta diradando, come la foschia fredda che cala la notte e incontra il sole tenue degli austeri mattini invernali.
Intanto la penso. Mi manca. Ma so che c'è. Lei è una certezza e, forse, vorrei evitare che lo sia. Quando non c'è fa male. Non lo posso evitare, non posso schivare i colpi sordi della sua assenza.
Vorrei solo non essere qui. Certe volte, vorrei non essere.

Credo che il Natale mi metta tristezza da tempo, da quando, da piccolo, mi sedevo solo, nel buio a guardare il rincorrersi delle lucine sull'albero di Natale.
E' una malinconia tutta mia.
Le luci si accendono e si spengono. Vite brevi di pochi secondi, semplici scintille, acceso/spento, vita/morte, on/off.
Forse la vita è davvero così breve. Forse dovrei imparare a viverla meglio. Forse non dovrei chiedere di più.

15 dicembre, 2007

Enjoy The Hysterical Puppet

Svegliarmi con lei accanto: questa è l'unica gioia che riesco a provare. Nella mia freddezza di unghie laccate di nero, di occhi infossati nel buio e rossi di pianto e stanchezza, in capricci da bambini assonnati, in desiderio di attenzioni, le sue labbra sono una passione tenue e dolce, che mi accarezza dentro. L'aria di Natale ha un pessimo effetto su di me, sulla mia autostima, sul mio autocontrollo. Instabile. Lei mi calma.

Mi sveglio. Lei c'è. E' una mia certezza. Certe volte la detesto, non per colpa sua, per colpa mia. Pero, svegliami e vederla, svegliarmi e toccarla, svegliarmi e baciarla... svegliarla. Si, questo mi fa stare bene. Mi piace vedere il suo viso rilassato mentre dorme, mi piace vedere la sua bocca imbronciata la mattina quando la sveglio, quando mugola lamentosa e stizzita di lasciarla in pace, che vuole dormire. Adoro quando mi prepara il caffè, quando si stringe a me se ha freddo. Amo conoscere le posizioni che assume per dormire, quando si infila sotto di me, sin quasi a buttarmi a terra, quando si tira tutte le coperte e poi se ne rende conto, nel sonno, e si gira, e mi abbraccia col piumone, avvolgendomi. Amo sapere che si preoccupa per me.

Certe volte, la odio. Odio essere così pesante per lei. Odio non essere in grado di esaudire ogni suo desiderio, ogni sua voglia, ogni suo capriccio, ogni sua speranza. Amo fare ciò che faccio per lei. Amo la sua pazienza, amo averne con lei.

Adoro i suoi gesti. Lei, labbra, un po' bambina e un po' porca.
Lei che mi sfiora, lei che mi accarezza, lei che mi bacia, che mi fa il solletico, che mi fa ridere, che mi sta accanto, che mi stringe quando le piango addosso. Lei che si prende così disperatamente cura di me. Il bisogno disperato, impellente di sentirla, di vederla. L'amore vissuto come un gioco eterno a rincorrersi, aspettarsi e riprendersi senza nemmeno domandarsi se sia giusto o meno, se sia amore o meno. Disperatamente in simbiosi.

Non riesco ad arrabbiarmi con lei, no, con lei no. Con me. Con me spesso ci riesco. Quando capita ho paura. Ho paura di farle male. Sono altamente distruttivo. Sono instabile. Lei mi calma. Con lei posso essere stupido. Ho bisogno della sua franchezza, ho bisogno della mia. Amo poter essere stupido, amo non sentire il bisogno di dimostrarle nulla. La adoro quando ride. I suoi mille modi di ridere. Quella risatina malefica, la sua risata forte e piena che riempie i piani dei palazzi, la sua risatina "ihihih".

E' un bisogno spasmodico di passare questo tempo in silenzio, con lei, nella sua voce.

09 dicembre, 2007

Happy when it rains























Pioggia. Fuori c'è quel tempo grigio e la tapparella è un dolce crepitio.
Domenica. Poco traffico, calma, silenzio, voglia di fare nulla.
Lei, labbra. Il suo corpo sul mio a tenermi caldo, le sue mani su di me, abbracciati, lievi carezze, senza parlare troppo, che tanto non serve rompere il silenzio per essere felici.
Musica. Un album grigio, dolce, lento.
Sonno. Stanchezza malinconica, apatia tenera che mi culla piano.

No, oggi non mi serve altro. Mi basta questo... e mi sento bene. Oggi non m'importa d'essere in caduta libera... oggi rimango sempre a un metro da terra.

08 dicembre, 2007

Un anno dopo...

Un anno di blog... ma non mi va di tirare le somme, non ora almeno.
Un anno più vecchio. Un anno, tempo trascorso, Lei, labbra.
Un anno di malinconie, dolcezze, dissapori, asincronie, stronzaggine, alti e bassi, storie. Un anno di "carta e penna", bei momenti, novità. Un anno a rivangare il passato, un anno che è passato. Un passato che, del resto, se è passato un motivo ci sarà. Un passato che qualche volta si fonde nel presente e non mi dispiace. Io che mi muovo verso un tempo sconosciuto e, forse, già scritto, o ancora tutto da scrivere, magari continuando su questo blog o prendendo altre vie.

Grazie a chi legge e a quella parte di me che scrive.

27 novembre, 2007

26 novembre, 2007

Il viandante nel nulla trova il suo riposo.

Penso. La mia piccola dose di depressione quotidiana. Dieci minuti, mezzora, qualche ora di depressione, per analizzare i miei fallimenti, gli eventi di ogni giorno, guardarmi intorno, vedermi fermo, qualche volta in bilico, col nulla sotto in cui cadere, senza sosta e gli anni che vanno e io che trascino tutto a fondo con me. Certe volte è una sensazione incotrollata e incotrollabile di debolezza, una piccola voce di autodistruzione, il mio piccolo Leopardi, solo, triste e incazzato col mondo.
Penso. E' la mia piccola dose, la mia piccola malattia. E' il mio dubbio, il mio vuoto che mi riempie e mi assorbe in me stesso, come un buco nero che implode e tutto porta in sè. Non ho molte speranze di evitarlo, è la mia dose, la mia croce, ne ho bisogno anche se so che sarebbe meglio rifiutare, che mi porterà in basso, nel profondo, dove tutto è buio. Ed ho paura.
Poi devo aspettare che passi, che si plachi l'effetto. E mentre aspetto galleggio nel mio nulla. E' come essere distesi sul mare di notte, il nulla sotto, il nulla sopra. Placenta liquida avvolgente, nel mio piccolo bozzolo di nulla, dove nessuno sa, dove nemmeno io esisto.
E poi sorrido. E poi sto bene. E me ne fotto e so che non è vero.
E poi è silenzio. Ssssshhhh!
Non penso.

E sarà un volo di uccelli neri ad accompagnarmi, mentre dormo cullato dalle sue braccia, mentre lei mi avvolge e, senza saperlo, spesso mi salva.

23 novembre, 2007

Feng Shui peristaltico-confusionale / No party

Tutto si muove, non riesco a stare fermo. Qualche volta, poi, porto tutto con me nel vortice, come oggi. E, adesso, infatti, scrivo da un altro punto di vista, un po' più a nord, un po' più stretto, un po' più accogliente, un po' più scrittoio, un po' più da studente, un po' più anni '70, un po' compresso, un po' più pieno, un po' più pesante, un po' più caldo, un po' più spifferi quando sono sveglio, un po' meno quando dormo. Tutto questo per dire che ho (abbiamo, io e il mio PAZIENTISSIMO coinquilino) modificato la disposizione dei mobili in camera.... per la terza o quarta volta in un anno... forse decima nel giro di tre anni, modificando un po' tutto e cambiando un po' io, a seconda degli umori, delle stagioni, dei tempi più o meno bui, più o meno caldi o freddi. C'è da dire che in questo uragano che ogni tanto coinvolge la mia stanza sono state molto utili le ore passate a giocare a Tetris e The Sims. E pensare che conosco qualcuno che al Romics voleva andarci travestito da omino di The Sims.

Oggi c'era il concerto degli Editors. Sto rimpiangendo terribilmente di non esserci andato... e così sarà negli anni a venire... io dovrei sempre andare ai concerti che voglio vedere, anche in mancanza di denaro... non so, beh... ecco... mi vendo un rene, si può vivere senza un rene, no? Fanculo... guardo il lato positivo: il 30 il concerto dei Subsonica... il cui ultimo singolo, per il momento, mi fa cagare... e poi si cominciano a mettere i soldi da parte per il costoso concerto dei Cure (29 febbraio 2008, per chi fosse interessato). Intanto, ormai, gli Editors me li sono persi e bestemmio per passare il tempo.

Ora la stanza fa un effetto strano. Già so che avrò difficoltà ad addormentarmi, del resto, se così non fosse, non sarei qui alle tre meno un quarto a scrivere stronzate.
Io cerco di mettere le cose a posto e c'è chi dice che: «'n c'hai proprio un cazzo da fare!»

... ma oggi va bene così...

15 novembre, 2007

Inni sacri in piogge novembrine




















Please, please, please, let me get what I want (The Smiths)


Good time for a change
See, the luck I've had
Can make a good man
Turn Bad

So please, please, please,
Let me, let me, let me,
Let me get what I want
This time

Haven't had a dream
In a long time
See, the life I've had
Can make a good man bad

So, for once in my life
Let me get what I want
Lord knows it would be the first time
Lord knows it would be the first time


Per favore, per favore, per favore, lasciatemi ottenere ciò che voglio (Traduzione)

Bel momento per un cambiamento
Vedi, la fortuna che ho avuto
Può rendere un buon uomo
Malvagio.

Così, per favore, per favore, per favore
Lasciatemi, lasciatemi, lasciatemi,
Lasciatemi ottenere ciò che voglio
Questa volta

Non ho avuto un sogno
Per lungo tempo
Vedi, la vita che ho avuto
Può rendere cattivo un uomo buono.

Così, per favore, per favore, per favore
Lasciatemi ottenere ciò che voglio
Il Signore sa che sarebbe la prima volta
Il Signore sa che sarebbe la prima volta

Cambiamenti di stagione (Malinconie d'Autunno)


Realtà surreale.

Sto cambiando. C'è qualcosa dentro. Quel qualcosa mi tiene legato. Quel qualcosa non va. Molti ce l'hanno e non sanno di averla. Si lasciano scorrere il tempo addosso, lasciano gli eventi intorno a loro, senza tracciarne i contorni, i confini. Io no. Io devo vedere quelle linee, rendermene conto, sorridere amaro e ammettere le mie colpe, per giustiziare il mio subconscio. E' questo il trucco: uccidere la propria anima, finchè non sta zitta. Se ci riesci, starai bene.

In questo periodo di silenzio, ho scritto qualcosa che non posso ancora proporvi, che non voglio leggiate. E i post si sono accumulati in fondo alle bozze e nei cassetti sconnessi della mente. Ho avuto problemi e, mio malgrado, ho visto chiudersi un ciclo che mi accompagna da parecchio. Col numero 18, pare, purtroppo, essersi concluso un fumetto che mi ha accompagnato per un po' di tempo. Saluti a Luca Enoch, che nemmeno mi conosce ed un arrivederci, forse un giorno, da qualche altra parte, per qualche strano motivo, in un mondo di demoni e luce, a Gea.

Certe volte mi chiudo a riccio. Altre sono semplicemente uno stronzo. Pigrizia e timidezza si fondono in noia. Io, la rappresentazione ideale dell'inetto. Io, così al-di-là.

La ragazza se ne stava in piedi, davanti a me. Io appoggiato alla parete del tram. Non è bella. Non si potrebbe dire che è bella. Non si potrebbe definire brutta. Non ho messo il lettore mp3, ho le pile scariche. Sono a terra anch'io dopo giorni di malattia fisica e poi, forse, mentale. Sta lì in piedi e finge che non stia succedendo nulla. Ma sta succedendo e io sono a venti centimetri da lei. Perchè non faccio nulla? Una volta non sarebbe stato così. Ora non ho voglia di salvare nessuno, lascerei affogare il mondo nel suo liquame dal quale non mi voglio distinguere con il mio sorriso color merda dipinta da cioccolata. No, oggi no.
La ragazza piange ed io... beh... il massimo che so fare è tenderle un pacco di fazzoletti di carta e fottermene. Avrei dovuto chiedere "come stai?", "tutto ok?", "che succede?".... ma non l'ho fatto e non mi importava farlo. Ora rifarei la medesima cosa. Il mio non è un rimprovero, non è un'ammissione di colpa, solo una semplice constatazione dei fatti.
Mi ha cercato con lo sguardo, ma io vorrei solo strapparle quelle lacrime e dirle: "è inutile che piangi, non mi frega, davvero, te lo giuro ragazza mia, non m'importa, io non sono qui per salvarti, volevo solo offrirti uno stupido fazzoletto per sentirmi un guaritore, per sentirmi migliore, ma non più di così. Mi spiace, davvero, per oggi è il massimo che posso fare, è il prezzo più alto che posso pagare al mondo. Dico sul serio, trovati qualcun'altro, io non sono neanche davvero qui. Forse sono già affondato molti anni fa e non me ne sono accorto". E davvero non riesco che pensare ad altro che: "ognuno il suo, ognuno i suoi casini, ognuno salvi se stesso".

Io osservo il mondo come una tela. Linee che si intrecciano. E io non devo fare altro che percorrerne una e raccontarla. Il resto non credo che mi importi davvero.

La sconosciuta vorrebbe davvero parlarmi, ha bisogno di qualcuno con cui discutere e io sono l'unica anima che l'ha vista in quell'universo di ciechi. Ma mi dispiace, io sono sordo. Lei vorrebbe solo un orecchio che non la giudichi, a cui poter raccontare la sua storia, per sentirsi un po' più santa, omettendo inconsciamente i particolari della sua croce che si perde tra le lacrime. Ma non sono disposto ad ascoltare nessuno nemmeno per trenta denari.
Mi dice "grazie", mentre scende alla mia stessa fermata e abbozza un sorriso di circostanza alla ricerca di redenzione, per poter andare in pace. Io sorriso annuendo, senza convinzione, senza emozioni, come un prete, mentre il freddo si fa più pungente al calare del sole.

Lei una direzione, io un'altra.

Vedo le strade di una città dove tutti se ne fregano e io che mi sono adattato. Vedo i barboni e passo dritto. Vedo la gente sconfitta dalla vita e non mi importa di loro e chissà quanto mi importa di me.

Vedo la violenza nelle strade per motivi futili, ma al massimo m'incazzo perchè non ne capisco il motivo, non per la violenza. Del resto muore tanta gente ogni giorno, un tifoso è solo un uomo. Tutti gli uomini rischiano di morire, magari ammazzati. Sarò troppo duro? Qualsiasi sia la risposta, più che dispiacermi non so che fare, non conosco risposte in questo periodo.

Guardo la TV, dove un tifoso, probabilmente simile a quelli che fanno casino per una partita di pallone e scatenano guerriglia, distruzione e, talvolta, morte, è diventato un martire di una guerra dei poveri. E io mi incazzo perchè l'informazione fa schifo fatta così, perchè diventa violenza anch'essa. Questa non è giustizia, questo è giustizialismo. A cosa serve la ricerca di un colpevole, se i veri colpevoli non vengono puniti? A rassicurarci da cosa? Abbiamo davvero bisogno di una lucetta accesa in corridoio per dormire più sereni? Ma sapete, non so quanto me ne freghi, facessero un po' tutti quel che pare loro essere meglio.

E alle volte mi va tutto un po' a puttane, qualche volta rido.

Lei, labbra, mi fa stare bene, anche quando proprio non la sopporto. Alle volte è questo quello che conta, qualche volta mi manca, soprattutto quando non la capisco.

Io mi incazzo come un folle nel vedere un cartello pubblicitario che gira sui mezzi pubblici della città e ha una frase con scritto "QUAL'È" con l'apostrofo e... no, davvero, m'incazzo... io pure commetto errori, ma non mi pagano per questo.

E guardo che spesso succedono casini enormi quando si parla di finanziaria e che distolgono molto l'attenzione.

E vedo che la vita ha un prezzo e che la si svende ormai per troppo poco.

Forse ero un uomo buono, forse sono cambiato, forse è solo fantasia... e non so se sarebbe meglio riuscire a pensare questa realtà come qualcosa di tangibile e meno surreale.

31 ottobre, 2007

... per una felpa rossa che adoro.

Ballando da scemo senza pensare...

I'd rather dance with you (Kings Of Convenience)

I'd rather dance with you than talk with you
So why don't we just move into the other room?
There's space for us to shake, and hey, I like this tune

Even if I could hear what you said
I doubt my reply would be interesting for you to hear
Because I haven't read a single book all year
And the only film I saw, I didn't like it at all

I'd rather dance than talk with you

The music's too loud and the noise from the crowd
Increases the chance of misinterpretation
So let your hips do the talking
I'll make you laugh by acting like the guy who sings
And you'll make me smile by really getting into the swing

I'd rather dance than talk with you


Preferirei ballare con te (Traduzione)

Preferirei ballare con te piuttosto che parlarti
Quindi perchè non ci spostiamo nell'altra stanza?
Lì c'è lo spazio per scatenarci, e hey, mi piace questa melodia

Anche se potessi sentire ciò che stai dicendo
Dubito che la mia risposta possa essere interessante per te da ascoltare
Perchè per tutto l'anno non ho letto un solo libro
E l'unico film che ho visto, non mi è piaciuto affatto

Preferirei ballare con te piuttosto che parlare

La musica è troppo forte e il rumore che proviene dalla folla
Accresce l'opportunità del fraintendimento
Così lascio parlare i tuoi fianchi
Ti farò ridere scimmiottando il ragazzo che canta
E tu mi farai sorridere lasciandoti coinvolgere dal ritmo

Preferirei ballare con te piuttosto che parlarti

25 ottobre, 2007

Bah... la realtà...

Un giorno, un discepolo andò da un grande saggio e gli chiese: «Maestro, senza usare le parole, sapresti dirmi che cos'è la realtà?» «Certo» rispose il venerabile «posso dirtelo usando il silenzio» «Potresti spiegarmi la realtà senza usare le parole e senza usare il silenzio?», incalzò il discepolo. «Certamente» disse il maestro... e gli diede un pugno in faccia!

Tratto dallo "Speciale Dampyr N° 3".


Ciò che uno si chiede è: ma non è che il venerabile maestro si era solo rotto il cazzo del discepolo?

16 ottobre, 2007

Canzone per chi mi sta sul cazzo (me compreso).
























Umore Nero (Sikitikis)

L’instabilità è l’origine di ogni bisogno
Facendomi male cerco il rispetto in me stesso
Se osservo il mio tempo e lo scortico senza ritegno
È rispetto in me stesso
Se amplifico il gusto di stare da solo nel mondo
È perché ne ho bisogno

L’insicurezza può dare fastidio all’orgoglio
La mia incomprensione ha pochissimo auto-controllo
Se arrivo a frenare i miei istinti
Non mi è più richiesto un auto-controllo
Se invece mi accorgo di essermi perso qualcosa
Calpesto l’orgoglio

TANTO, NON ME NE FREGA POI TANTO
DI AVERE UN UMORE NERO
E SAI, NON ME NE FREGA POI TANTO DI TE
IN FONDO NON PUOI DIRE CHE TI NASCONDO
DI AVERE UN UMORE NERO
E CHE NON ME NE FREGA POI TANTO NEANCHE DI TE

L’anarchico è chi decide di amare davvero
Privato della paranoia di avere un rimpianto
Se trovo la forza di essere debole
Allora io amo davvero
Se posso esser debole
Ho perso anche la paranoia di avere un rimpianto

TANTO, NON ME NE FREGA POI TANTO
DI AVERE UN UMORE NERO
E SAI, NON ME NE FREGA POI TANTO DI TE
IN FONDO NON PUOI DIRE CHE TI NASCONDO
DI AVERE UN UMORE NERO
E CHE NON ME NE FREGA POI TANTO NEANCHE DI TE

TANTO, NON ME NE FREGA POI TANTO
DI AVERE UN UMORE NERO
E SAI, NON ME NE FREGA POI TANTO DI TE
IN FONDO NON PUOI DIRE CHE TI NASCONDO
DI AVERE UN UMORE NERO
E CHE NON ME NE FREGA POI TANTO NEANCHE DI TE

13 ottobre, 2007

Frase letta

"Un giorno, magari non nelle prossime settimane, ma di certo in un futuro possibile, qualcuno sarà in grado di rivolgersi a me senza infilare la parola «stronzo» in qualche punto della frase".

Tratto da Alta Fedeltà di Nick Hornby

08 ottobre, 2007

Romics e cosplay

..."Io sono travestito da me stesso, personaggio secondario della mia vita"... (durk docet).

E Kei-chan aggiunse: "Io sono travestito da me stesso, personaggio principale della sua (di durk) vita"... e venne picchiato.

05 ottobre, 2007

Equazione imperfetta

Mi chiamo Giorgio Catri e oggi, per la quarta volta sono stato bocciato all'esame di economia politica. Che giornata di merda.

Renato entra in camera di botto, non si capisce se cerca di sfondare la porta o solo di aprirla.

Me ne sto seduto sulla poltroncina di stoffa arancione scuro, con i quadri rossi e arancione più chiaro, con le finiture gialle, appollaiato come un corvo mentre richiudo una canna e ascolto l'ultimo di Dave Gahan: non è male. Mi godo il mio momento di pace dopo l'ultima traumatica botta di sventura universitaria. E sto qui, fermo, immobile, le luci soffuse, ho chiuso la finestra per non sentire il rumore del traffico. Ho fumato un paio di sigarette, ho cazzeggiato un po' al pc. Ora non ho voglia di muovermi. Mi sono messo comodo su questa vecchia poltrona dai colori caldi ed accoglienti. Ho preso una sigaretta, il mio nuovo accendino azzurro-puffo (che se prendo il tizio del tabacchi mi viene da menarlo) ed il fumo comprato da Alì.
Credetemi, se trovate uno spacciatore pakistano, si chiamerà Alì. Non è poi così assurdo, gli SKA-P li hanno passati anche per radio. Non stupitevi se ve lo fate amico. E' il suo mestiere. Non gioite troppo se vi porta in uno dei peggiori bar, nascosto in un vicolo che sa di piscio, in pieno centro, vicolo che nemmeno pensavate esistesse. Non ci avevate mai fatto caso. Probabilmente sono quei vicoli magici che spuntano fuori dal nulla, con dentro un bar lercio, con le luci al neon e un biliardo sgualcito e rovinato dalle sigarette. E' il classico bar dove gli sbirri non ci mettono piede. E voi dovete fingere di non essere a disagio e non far capire che siete lì solo per un po' di fumo e che nemmeno voi ci mettereste mai piede in quel posto. E non vi sbalordite se là dentro Alì è conosciuto, ma nessuno lo chiama per nome, perchè nessuno sa se voi sapete se lui si chiama o non si chiama Alì. E non vi meravigliate se Alì vi racconta parte dei suoi crimini, di essere stato in carcere (è solo un trucco per intimorire un po', abbassa le richieste di sconti, però in carcere ci potrebbe essere stato per davvero). E' il suo mestiere. Pro e contro. Ha bisogno di sfogarsi. Ha bisogno di fidarsi di voi, in modo che voi vi fidiate di lui. E allora non cambierete pusher. Insiste per offrirvi qualcosa. Un caffè va bene. Il caffè, ovviamente, farà schifo, in certi posti il caffè difficilmente lo sanno fare. Ovviamente offre lui, gli state per dare 50 euro, talvolta di più. Cristo, se non offre lui, è un ladro. Ma Alì è solo uno che fa il suo mestiere. Ti mette in mano una stecchetta di fumo senza farsi notare. Tu, senza farti notare, la guardi, la pesi ad occhio... e lo stronzo cerca ovviamente di fottere. Lo fa tutte le volte, lo fanno tutti. Tu lo guardi e gli dici "no". E' un "no" freddo, ma calmo, senza veemenza, tanto lo sai che ti accontenta. Lui ti dice: "sempre no, sempre no, sempre volere di più" - pausa - "ecco". E tu gli dai i soldi. Talvolta ti fa buone storie, talvolta fa finta di regalarti qualcosa, talvolta te la prendi in culo e fai finta di nulla (l'ultima soprattutto all'inizio). Si, va bene, ora va bene, se no, i soldi non glieli davi. Bevi il tuo caffè, fai chiacchiere senza nè ascoltare, nè parlare per uno o due minuti. Poi uscite dal postaccio, lui a sinistra e tu a destra. Ed anche il vicolo se ne torna ad essere un buco nello spazio tempo che non sai nemmeno se rivedrai più.
Tu volevi qualcosa di decente da fumare ad un prezzo decente, lui ti ha dato qualcosa di decente ad un prezzo decente. Tutti felici, il mercato è perfetto. Allora perchè mi fottono in economia? Fanculo.
Vabbè, ho divagato un attimo. Intanto, ho squagliato il fumo, l'ho rullato con cura col tabacco di una delle mie Winston blu e sono lì, nel bel mezzo di un bell'album, mentre mi godo il mio attimo di pace della mia giornata del cazzo. Sto per mettermi a leccare la cartina... e Renato quasi mi sfonda la porta, mi fa prendere un collasso e mi rovescio la canna addosso. Il resto è sulla poltrona e per terra. CRISTO!
Renato è un fottutissimo "rastone" del cazzo. E io mi chiedo: "cosa cazzo di fa in casa mia? come minchia è entrato?". Ma prima lo sommergo di bestemmie.
Martina entra mentre a me esce un "porco dio" gutturale. Cosa cazzo ci fa Martina a casa mia? E come cazzo è entrata?
Renato, per me, è un parassita, un simpatico parassita, ma pur sempre un parassita. Abita al piano di sotto, si fa per dire. Sta sempre qua. Mangia, piscia, caga qua, a volte dorme qua. E non si lava molto. E' amico di Gigi. Gigi è uno dei miei coinquilini... che si è premunito a dare una copia delle chiavi al suo amico Renato (lo saprò poi).
Martina è una strafiga. Cazzo quanto vorrei farmela Martina. Martina è una semi-punkettona-alternativa. E' figa con il suo caschetto biondo con la frangetta storta, il suo bel visetto angelico-slavato, il suo corpo magro e slanciato, il suo nasino all'in su... e il suo gran bel culo. Si, me la farei Martina. Peccato che lei sia interessata alla politica e così terribilmente a tutto ciò che la renderà sempre così interessante ed importante (perchè lei ha sempre qualcosa di intelligente da dire), per il resto del mondo, a me non frega un cazzo. Peccato che la ragazza ascolti metal incazzato che non sopporto e che rutti peggio di un camionista. Se non parla di politica, è sbronza e sta vomitando, perchè quando è solo un po' ciucca, di politica ve ne parla uguale. Però, me la farei. Alle volte, ho seriamente pensato di metterle l'uccello in bocca solo per non sentirla parlare delle sue ideologie del cazzo. Credetemi, è una brava ragazza. La adoro. Mi piace, parlo volentieri con lei, anche di politica. Solo che non è semplice parlare con qualcuno che dopo dieci minuti ti porta il discorso sulla destra, la sinistra, Prodi, Berlusconi... cazzo... esiste anche altro. E' che poi ti senti escluso dalla sua vita e dalle sue mutande, nel caso tu ci voglia entrare.
Cristo! Cristo! Cristo... si che esiste anche altro.
Il mio piccolo momento di gloria è sfumato. Chiudo gli occhi, mi mordo le labbra, tiro su un bel respiro profondo e butto fuori dalla mia camera Renato e i suoi fottuti rasta. Lui continua a scusarsi, a dire che aveva bisogno di una cartina, che gli spiace, che non voleva farmi prendere un colpo, che non voleva farmi saltare per aria la mia canna, che non sapeva come fare, che Gigi gli ha mollato le chiavi. "Ma Gigi non c'è, per dio!". E lui dice che lo sa che Gigi non c'è, per quello è venuto in camera mia, che ha sentito la musica.... che... che... bla bla bla... lo sbatto fuori e gli chiudo la porta in faccia. Lui da dietro l'uscio supplica come un bambino che non si aspettava di essere sgridato, un bambino capriccioso: "ma almeno me la dai 'sta cartina, frate'?" E mi devo trattenere per non riaprire la porta e spaccargli la faccia sul passamano delle scale. E, credetemi, in questo momento mi dispiacerebbe solo per il passamano.
Ora Martina. Cosa cazzo vuole Martina? In quale stronzata politica mi vuole coinvolgere stavolta? E il fatto peggiore è che le dirò di "si". Non so resistere a quelle labbra finemente disegnate da un dio di merda solo per ficcarmelo nel culo (e mi viene in mente De Andrè: "...e a un Dio a lieto fine non credere mai...").
Allora, calma. Entro in camera. Lei è seduta sul mio letto. Ridacchia. Accarezza il mio gatto. Accarezza il mio gatto? Il mio gatto non si fa accarezzare da nessuno, evita gli estranei, anche quando li conosce (e in questo modo, se ci penso, non li conosce affatto, quindi restano estranei, quindi li evita). E ha sempre odiato le femmine, soprattutto quelle che piacevano a me, facendomi fare sempre delle gran figure di merda!
Respiro. Respiro un attimo. Si si, un bel respiro profondo. Lei accarezza "il venduto" e ridacchia. Io accendo una sigaretta e la fulmino con uno sguardo. Lei è divertita dalla situazione. Io, sinceramente, no. Mi dice cercando di trattenere il riso: "Ti ho riportato Morty", era sul mio pianerottolo (ah, lei abita al piano del rastone rompiballe... lo stronzo aveva mollato la porta aperta, mentre si introduceva in casa MIA).
"Gra... grazie", e tiro una pesante boccata di fumo, "ora sputa, in quale manifestazione mi vuoi portare? In cosa mi fai buttare il mio tempo? In che piano politico-divino rientro stavolta?".
Mi guarda. Mi guarda strano. Ride. Io mi avvicino per toglierli Mortimer (il gatto venduto) da dosso, e lo stronzo mi guarda e mi tira una zampata con tanto di artigli. CAZZO! E sto urlando! Figlio di una gatta clandestina! E lo stronzo scappa. Martina ride. Vorrei menare anche lei. Poi mi tuffo di schiena sulla poltrona bestemmiando, sbuffando in aria il fumo della sigaretta, mentre Martina mi deride. Ride di me. "Allora, perchè cazzo sei qui?" - le chiedo sfinito, stremato, umiliato. La mia lotta contro il mondo, il fato, il destino, la sorte, dio, oggi è impari, perdo anche con Martina, ma con lei perdo sempre... e la odio per questo.
Lei mi fa: "volevo vederti" - mi dice - "ho... ho una gran voglia di fare l'amore con te".
La scena ora va un attimo a rallentatore, con gli occhi che mi schizzano fuori dalle orbite, la mia bocca che si apre, rimanendo muta. Poi la scena si ferma del tutto, si fossilizza per un po' e io mi stacco dal mio corpo, passeggio un attimo su per il muro, per il soffito, l'altro muro, faccio un ballo scemo ed osceno, mi risiedo nel mio corpo... poi il dubbio: mi sta pigliando per il culo?
Invece no, il tempo riprende a scorrere e lei è seria e sta diventando tutta rossa, probabilmente sta aspettando che io dica qualcosa e non capisce il mio silenzio. Penso che anche lei abbia avvertito quegli istanti in cui il tempo non è trascorso normalmente. Mi guarda, la guardo e io mi sento dire qualcosa che mai avrei pensato ed, ancor prima di sentirmelo dire, mi sto prendendo a sberle da solo, prima di sentire il calore della mano di Martina sulla faccia che arriva per davvero insieme ad un "sei proprio uno stronzo, egoista, insensibile del cazzo"! Ho detto: "e io volevo soltanto farmi una sola stramaledetta canna". Lei si alza, mi viene vicino veloce, mi da una sberla, mi offende e corre verso il corridoio e non stava scherzando. Lei aveva davvero voglia di fare l'amore con me ed io sono un vero idiota. E le sto correndo dietro, la sto per raggiungere, le sto cercando di parlare, ma oggi dio, quel figlio di puttana in cui non credo e che mi vuole morto, oggi mi odia. Mortimer mi si fionda tra le gambe, correndo spaventato, io inciampo cado e do una capocciata conto il mobile del telefono.
E lei ride. Comincia a ridere rumorosamente e la sua risata riempie la casa, riempie il palazzo, la città, il mondo. Mi si avvicina e mi fa: "ecco perchè voglio fare l'amore con te". E sta piangendo e ridendo insieme, tira su con il naso e sta piangendo e ridendo e la sua risata fa vibrare l'aria ed io sto bene. Comincio a ridere anch'io e lei mi mette il ghiaccio sulla testa e me lo tiene premuto, e poi facciamo l'amore, facciamo l'amore una, due, tre quattro, cinque volte (e poi basta che non gliela fo'). E vaffanculo dio, vaffanculo la sorte, perchè la sorte gira. Ed io ho pagato il mio conto con la sfortuna e l'economia è perfetta, perchè la matematica non è un'opinione. Mi resta solo un dubbio: perchè mi fottono all'esame?

28 settembre, 2007

Film e problemi esistenziali: "che cosa è nata prima, la musica o la sofferenza?"

Guardo un film. Anzi, no, non guardo un film. Guardare un film è troppo generico. Guardo, anzi, riguardo Alta Fedeltà di Stephen Frears, tratto dall'omonimo romanzo di Nick Hornby (che parole da enciclopedia). Che, poi, io certi film non li dovrei guardare che m'immedesimo troppo! Vaffanculo, sono uno stereotipo da B-MOVIE.
FANCULO!

Fuori piove. Beh, al momento non piove, ma pioveva e fa freddo. Non è ancora freddo freddo, ma è umido e ci vorrebbe una felpa. Una bella felpa per dormire, di quelle larghe, solo che non mi va di cercarla nell'armadio. Nel mio armadio c'è un altro mondo, un mondo che nemmeno io conosco più. Se penso a quel che c'è nel mio armadio, posso dire: "ho creato un mostro". Il mio armadio è come sono io in questo momento. Fuori sembra pulito, ordinato (ancora si chiude... più o meno). Dentro, invece, c'è un casino. Non parlo delle budella, ma di qualche scheletro che non mi va di svelare, nel quale non mi va di spulciare, che non mi va di capire, comprendere. Si, se penso al mio armadio, dico: "ho creato un mostro... molto simile a me".

Ci sono periodi in cui sono intrattabile, nervoso, molesto, anche parecchio stronzo. Kei-chan li definisce come i "periodi in cui sono mestruato". Vabbè... certe cose non le dovrei nemmeno scrivere sul mio blog.
"Fai pace col cervello", giusto per citare. Ma vaffanculo. Io ed il mio cervello abbiamo preso strade separate un po' di tempo fa. Lui pensa troppo... ed io rimango un povero stronzo. Non c'è molto altro da dire.
Questo film l'ho visto per la prima volta qualche anno fa, in piena notte dopo essere rincasato tardi. Ero ancora nel mio periodo "ex storica". Non ricordo se ci stavo insieme, ma mi sa di no, eravamo in una delle nostre pause.
Ho rivisto questo film qualche notte fa, per il semplice fatto che non riuscivo a prendere sonno, perchè dovevo studiare, perchè sono nervoso.
Stasera l'ho voluto rivedere. Questo film parla un po' di me e anche delle mie crisi esistenziali. Credo parli un po' di qualsiasi ragazzetto spiantato, ma 'sticazzi.

"... Io ascoltavo la pop-music perchè ero un infelice... o ero infelice perchè ascoltavo la pop-music?"

O come disse di me la zia Fra' (a cui è doveroso fare gli auguri): "tu ascolti musica triste perchè sei depresso... o sei depresso perchè ascolti musica triste".
Forse entrambe le cose?
E poi chi ha detto che ascolto solo musica depressa (a parte mia sorella)? Ascolto anche musica incazzata! E tanta altra roba di merda (in primis tante colonne sonore di film).

Sono i sogni a distruggere la vita o la vita a distruggere i sogni? E gli incubi dove li mettiamo?


Questo post doveva parlare di tutt'altro, ma se n'è andato per cazzi suoi. Vabbè...




Aggiunta delle 22:26: A proposito di B-movie...

SMS inviato da Kei-chan in data 17/09/2007 alle ore 12:33: «La Rosaria ha appena detto queste testuali parole da B-movie: "Vorrei essere un uccello per poter volare libera". Sono morto. I funerali non avranno luogo. Il presente vale come ringraziamento».

SMS inviato come risposta al suddetto da durk, stessa data pochi minuti dopo: «Telegramma: addolorato per improvviso decesso caro estinto - STOP - estremi saluti - STOP - dare la precendenza - STOP - svoltare a destra a 200 metri - STOP - vi siete persi - STOP - fatevi in culo - STOP - studio inglese - STOP - coi rolling stones - STOP - coi beatles - STOP - oiu mueru - STOP E BAST!».

26 settembre, 2007

LoOp... per quanto ti senti un po' una merda.




Fai pace col cervello

Stalker (Turin Brakes)

I'm in the dark
I'm in the hurricane
I'm in the rain
All over your parade

I act like a friend
I feel like a brand new start
But I will break in
And then I will break your heart

Every single thing you say
I'll record, I'll replay
I'm a shadow just behind
I am with you all of the time
I am with you all of the time

I am a shark
I am a razorblade
And I will destroy
All of the friends you made

So please let me in
'Cause i wanna be your friend
I will cling on
To you until the end

Every single thing you say
I'll record, I'll replay
I'm a shadow just behind
I am with you all of the time

You may think that you are free
But you're not, 'cause you’re with me
I'm a shadow in that line
I am with you all of the time
I am with you all of the time
I am with you all of the time

Every single thing you say
I'll record, I'll replay
I'm a shadow just behind
I am with you all of the time

You may think that you are free
But you're not, 'cause you’re with me
I'm a shadow in that line
I am with you all of the time


Maniaco (Traduzione)

Sono nel buio
Sono nell’uragano
Sono nella pioggia
Su tutta la tua ostentazione

Mi comporto come un amico
Mi sento come se fosse un nuovo inizio
Ma irromperò
E poi spaccherò il tuo cuore

Ogni singola cosa che dici
La registrerò, la ripeterò
Sono un’ombra appena dietro
Sono con te tutto il tempo
Sono con te tutto il tempo

Sono uno squalo
Sono una lama di rasoio
E distruggerò
Tutti gli amici che ti sei fatta

Così, per favore, rendimi partecipe
Perché voglio essere tuo amico
Sarò fedele
A te fino alla fine

Ogni singola cosa che dici
La registrerò, la ripeterò
Sono l’ombra appena dietro
Sono con te tutto il tempo

Puoi pensare di essere libera
Ma non lo sei, perché sei con me
Sono l’ombra in quel frangente
Sono con te tutto il tempo
Sono con te tutto il tempo
Sono con te tutto il tempo

Ogni singola cosa che dici
La registrerò, la ripeterò
Sono l’ombra appena dietro
Sono con te tutto il tempo

Puoi pensare di essere libera
Ma non lo sei, perché sei con me
Sono l’ombra in quel frangente
Sono con te tutto il tempo

24 settembre, 2007

Quando esci di casa non ti aspetti di pestare una merda...




















Me and my beautiful life...
La mia vita come una soap-opera, nel senso che la mia vita è come Beautiful... fatta di piccole cose che non ti aspetti, storie strane ed inconsulte e mi chiedo dove andrò a finire io in questa piccola orgia di passioni in cui non so più bene come diavolo districarmi. Intanto, l'unica cosa che mi stimola questo cerchio lunatico che gira sempre più per cazzi suoi, è un gran risata, una risata isterica, cattiva, senza rimpianti. Mi sto divertendo come se mi fossi fatto a merda. Ahahahahah! I'm lolled and so shocked... quando esci di casa, dovresti mettere in preventivo di poter pestare una merda. Ridere.

PS: se vi state chiedendo perchè sto così, forse, prima o poi, avrete una risposta. Muahahahahah...

23 settembre, 2007

Silence...




















Senza molto da dire...

18 settembre, 2007

Siouxsie



Adoro Siouxsie, mi piace terribilmente la sua voce, per certi versi mi eccita. Non capisco perchè io l'abbia ascoltata meno di altre. Dovrei porre rimedio a certe mie mancanze musicali.

Canzone per me, canzone per Lei...

Face to face (Siouxsie and the Banshees)

Face to face
My lovely foe
Mouth to mouth
Raining heaven's blows

Hand on heart
Tic tac toe
Under the stars
Naked as we flow

Cheek to cheek
The bitter sweet
Commit your crime in your deadly time
It's too divine
I want to bend
I want this bliss but something says I must resist

Another life
Another time

We're Siamese twins writhing intertwined
Face to face
No telling lies
The masks they slide to reveal a new disguise

You never can win
It's the state I'm in
This danger thrills and my conflict kills
They say follow your heart
Follow it through
But how can you
When you're split in two?

And you'll never know
You'll never know

One more kiss
Before we die
Face to face
And dream of flying
Who are you?
Who am I?
Wind in wings
Two angels falling
To die like this
With a last kiss
It's falsehood's flame
It's a crying shame
Face to face
The passions breathe
I hate to stay but then I hate to leave

And you'll never know
You'll never know...


Faccia a faccia (Traduzione)

Faccia a faccia
Mio amato rivale
Bocca a bocca
Mentre piovono pezzi di paradiso

Mano sul cuore
Cerchi croci e tris
Sotto le stelle
Nudi come se scrivolassimo

Guancia a guancia
La dolce amarezza
Commetti il tuo crimine nel tuo tempo mortale
E' troppo divino
Vorrei dare una svolta
Vorrei questa beatitudine ma qualcosa dice che devo resistere

Un'altra vita
Un'altra volta

Siamo gemelli siamesi che si contorcono attorcigliandosi
Faccia a faccia
Senza dire menzogne
Le maschere scivolano via per rivelare un nuovo travestimento

Non potrai mai vincere
E' la condizione in cui mi trovo
Questo pericolo eccita e il mio conflitto uccide
Dicono segui il tuo cuore
Seguilo nonostante tutto
Ma come puoi
Quando sei spaccato in due?

E non saprai mai
Non saprai mai

Un altro bacio
Prima di morire
Faccia faccia
E sognando di volare
Chi sei tu?
Chi sono io?
Vento sotto le ali
Due angeli in caduta
Per morire così
Con un ultimo bacio
E' un fuoco fatuo
E' una vergogna che piange
Faccia a faccia
Il respiro delle passioni
Odio restare ma poi odio andare via

E non saprai mai
Non saprai mai...


PS: Si ringrazia "Charlotte, la ragazza col pellicciotto nero", per le revisioni della traduzione.

15 settembre, 2007

Ridere ridere ridere ancora...



Spider-porc, Spider-porc,
il soffitto tu mi sporc!
Tu mi balli sulla test
e mi macchi tutto il rest!
TU QUAAAAAA!
TI AMO SPIDER-PORC!


Lo so, non c'entra un cazzo con tutto il resto dei miei post, con l'atmosfera macabra e un po' stramba, ma fa nulla! Ho riso dall'inizio alla fine del film. Sono anni, decenni, che aspetto questo momento, da quando guardavo i GIALLI allo sporting-club, entrando gratis, insieme a Yokoama e Nikki (eh, come spiegarli 'sti nomi?). Quanti anni potevo avere? Otto? Nove? Dieci? Non lo so e non m'importa. Sto bene, ho riso a crepapelle e, il resto, una volta tanto, non conta...

Grazie donna popposa...


Se non amassi così terribilmente il nero, sarei più giallo di Homer Simpson!

14 settembre, 2007

Canzone con senno




















The Human Germ (Snog)

All the birds and trees and things they are a-losing
Everything, everywhere is vanishing
When I lay me down at last
My body tired, my time passed
We've eroded the soil from the ground
A rocky grave is where I'll be found, 'cause...

Whatever direction you may turn
You'll see my friend, the Earth's been poisoned
By the human germ

Whatever direction you may turn
You'll see my friend, the Earth's been poisoned
By the human germ

Look to the sky, look to the moon
Escape for some, but not for you
Doomed to wander a barren rock
If I was naive I'd call it bad luck, but...

Whatever direction you may turn
You'll see my friend, the Earth's been poisoned
By the human germ

Whatever direction you may turn
You'll see my friend, the Earth's been poisoned
By the human germ

Evolution, well that's passé
However we got to wherever we are today
Whether from space, whether from chimp
All excuses are looking quite limp, 'cause...

Whatever direction you may turn
You'll see my friend, the Earth's been poisoned
By the human germ

Whatever direction you may turn
You'll see my friend, the Earth's been poisoned
By the human germ


Il germe umano (Traduzione)

Tutti gli uccelli e gli alberi e le cose stanno sparendo
Ogni cosa, dappertutto sta svanendo
Quando alla fine mi accascio al suolo
Il mio corpo è stanco, il mio tempo è passato
Abbiamo eroso il suolo della terra
Una tomba vacillante sarà dove sarò trovato, perchè...

Qualunque direzione tu prenda
Vedrai amico mio, la Terra è stata avvelenata
Dal germe umano

Qualunque direzione tu prenda
Vedrai amico mio, la Terra è stata avvelenata
Dal germe umano

Guarda il cielo, guarda la luna
Qualcuno riesce a fuggire, ma non tu
Condannato a girovagare per le aride rocce
Se fossi ingenuo la chiamerei cattiva sorte, ma...

Qualunque direzione tu prenda
Vedrai amico mio, la Terra è stata avvelenata
Dal germe umano

Qualunque direzione tu prenda
Vedrai amico mio, la Terra è stata avvelenata
Dal germe umano

Evoluzione, beh quella è passata
In qualunque modo abbiamo raggiunto il luogo dove siamo oggi
Sia dallo spazio, sia dalla scimmia
Tutte le giustificazioni sembrano piuttosto deboli, perchè...

Qualunque direzione tu prenda
Vedrai amico mio, la Terra è stata avvelenata
Dal germe umano

Qualunque direzione tu prenda
Vedrai amico mio, la Terra è stata avvelenata
Dal germe umano




PS: Si ringrazia lo scozzese d'adozione per la traduzione.

13 settembre, 2007

Pioggia su tela

Tra la folla. Si nasconde tra la folla. Vaga senza sapere cosa cerca. Si perde nei pensieri degli altri, ascolta il mondo che la circonda, solo per svagarsi e senza curarsene davvero. Trascina la sua mente tra le grida dei bambini, nell'intreccio della gente che vende e compra, che esce dai negozi, chiacchiera, apre gli ombrelli alle prime urla dei tuoni seguiti da una pioggia sottile.
Si stringe tra la gente, mentre attraversa le vie del centro. Ai piedi stivaletti a tacco alto, lucidi, stretti fino alle ginocchia dai lacci pesanti. I passi si rincorrono, dove prima hanno camminato altre suole, sulle strade affollate del centro, asfalto lucido di pioggia, mentre un freddo ancora docile le preme più nell'anima che sul corpo. Si accuccia nel suo pellicciotto dipinto di pece e il trucco nero e pesante, che le disegnava una perfetta maschera sul viso, curata nel minuscolo dettaglio, si scioglie tra le gocce solitarie di una pioggia sterile di un autunno alle porte.
Si ferma sotto un portico, mentre la pioggia diventa più opprimente e le strade cominciano a svuotarsi dall'indirivieni dei passanti. Qualcuno corre, riparandosi alla meglio sotto un giornale che si stinge d'inchiostro, perdendo per strada le buone notizie. Un uomo di mezza età si muove goffo, sotto il tetto instabile di una ventiquattrore, quasi inciampa, poi rallenta e si perde dietro un angolo.
Lei è bagnata e ancora bellissima, quasi si scrolla come un animale gli abiti imbevuti di pioggia, scosta una ciocca dei capelli corvini da sopra il viso e con aria disperatamente indifferente tira fuori il suo pacchetto di Diana Blu dalla borsa. Indaga qualche attimo irrequieta cercando l'accendino. Una breve fiammata, un tiro deciso e una nuvola di fumo si spande nella pioggia, prima di dissolversi.
Segue con lo sguardo il dileguarsi dei passanti, assorbe lo scrosciare della pioggia che le svuota la mente. Una coppia cammina a passo svelto stretta sotto un ombrello arcobaleno, in contrasto con il grigiore austero di una giornata anonima.
Sbadiglia, mentre tiene in mano la sigaretta, mentre fuma svogliata, come se aspettasse solo che la pioggia finisca insieme alla fine del tabacco.
E poi, d'un tratto, tra ancora qualche sussulto di tuono e il bagliore di un lampo, la pioggia svanisce, trascinando via il mozziccone spento d'una Diana blu.
La ragazza tira fuori uno specchietto, si guarda, il viso impaurito e gli occhi rabbiosi, il trucco massacrato dalle gocce di pioggia, si sorride, luminosa nei suoi occhi severi, guarda intorno, mentre la strada si riempie di nuovo di gente che ritorna fuori dai negozi. Guarda le vetrine che si accendono, insieme alle insegne, una dopo l'altra, come i lampioni. Si ferma davanti ai vestiti in bella mostra dietro i vetri dove la pioggia scivola giù, in mille vene luminose delle tinte dei neon colorati.
Entra in un negozio, prende un paio di guanti neri e lucidi, lunghi fino al gomito, stretti sulla pelle. Li prova. Li compra.
Esce soddisfatta dal negozio. Cammina a passo svelto, persa nei suoi pensieri, mentre si fonde tra il via vai di gente, che insieme a lei si mescola in una giornata di shopping autunnale, per non pensare a nulla per davvero.
La ragazza col pellicciotto annusa l'aria pulita dalla pioggia. Annusa gli odori dei ristoranti e delle pizzerie persi tra le viuzze strette con gli scorci migliori. Rivolge un sorriso solo a un cane che randagio si muove, come lei, tra la calca di viandanti.
Pensa un attimo a se stessa, a quell'affetto che cerca, che vorrebbe comprare, che non riesce a dare e a darsi. Sorride, pensa ai suoi guanti nuovi, da sfoggiare in nuove serate mondane, nei locali oltretomba che frequenta. Pensa alla musica ad alto volume, che scuote l'aria come i tuoni che si susseguono, come lo scroscio forte e denso della pioggia, come il brusio continuo della gente in strada. E, d'un tratto, non le importa dov'è, non le importa chi è, non le importa di nulla, non le importa, punto e basta.
Ci sono giorni in cui vorrebbe solo perdersi tra la folla, vorrebbe essere solo una delle gocce identiche di una giornata uggiosa. Oggi, invece, è un'altra lacrima sul viso di un altro uomo che non riesce ad amare.
Oggi è ancora il simbolo di una pace persa per strada, lasciata in dono ad una ragazza strana, perduta in se stessa, con un pellicciotto nero. Lei non sa giocare con quella pace, lei non sa renderla felice, lei non si cura degli altri, finchè non ritroverà se stessa, accoccolata nel buio di un pellicciotto nero pece.
Accende il suo i-pod e si perde tra la musica.
Non piange la ragazza col pellicciotto, lei non piange, lei sorride amara, anche sulle tele frementi di un uomo. Lei, alle volte, non sa cosa cerca, forse solo un paio di guanti nuovi.

12 settembre, 2007

Fallimenti (sull'orlo di una crisi di nervi).

Alle volte ce la metti davvero tutta. Vuoi solo stare tranquillo. In fondo, che male c'è? Perchè i piccoli problemi devono avere un peso così grande, se basterebbe risolverli? Perchè farli crescere in maniera esponenziale fino a farli diventare sempre più grandi, se si possono controllare? Già uno ha i cazzi suoi.
Ci sta l'università, ho i miei scazzi da post-adolescenza incompresa (che già era incompresa l'adolescenza, pure da me) e quelli della vita adulta (sempre incompresa), le mie mille paranoie inutili, la sensazione di non concludere un assoluto nulla nella mia vita, l'insonnia, il mio torcicollo, il mio nervoso quotidiano.
Eppure uno ci prova. Si mette lì, tranquillo. Si vuole davvero togliere dai coglioni tutti quei piccoli problemi. E, poi, quella soluzione diventa un problema per gli altri... per il quale il problema non è un problema.
E poi c'è che uno molti problemi li potrebbe evitare. Come quando qualcuno si può curare e non lo fa... e poi rischia di stare peggio. E poi rischia di crepare. E poi rischia di fare altri casini, di aggiungerne altri agli altri. E allora che gli vuoi dire? PIRLA! Ecco che gli vuoi dire, perchè è la prima cosa che ti viene in mente, perchè è la cosa giusta. Ma tu non sei incazzato con lui, sei incazzato perchè potresti essere come lui. E allora che cazzo avrebbe senso?
E cosa succede quando quella luce in fondo al tunnel non la vedi più? Ve lo dico io cosa succede... cominciate a scavare, perchè ci deve essere un fottuto spiraglio. Io la voglio quella stronza di via d'uscita, me la merito. Ok, lo ammetto, di stronzate ne ho fatte tante, ho sempre creato un botto di problemi, ma ho cercato di risolverli. Mi ci sono messo d'impegno, ho fatto più del dovuto. Cristo, me la merito una via d'uscita. FANCULO!

Se osservi attentamente il tuo problema, ti renderai conto di farne parte, disse qualcuno che non ricordo (e io in Riflettere). E se volessi tirarmene fuori?

Certe volte, mi sento le mani legate.

Magari, prima o poi, i toast saranno pronti...

11 settembre, 2007

Si cambia...

Sono finite le vacanze, in realtà già da un po' di giorni... sebbene continuino a cercare di protrarsi, data la mia scarsa voglia di studiare.
Il freddo si è già fatto sentire, un paio di sere lo sentivi davvero, di notte la coperta non guastava. Ora, però, sta tornando ancora un po' il caldo.
In realtà la mia è voglia d'inverno. Maledette voglie che mi incolla Lei, labbra. Ma chi prendo in giro, l'inverno mi è sempre piaciuto di più.
La mia ex, quella di sempre, non sopportava l'inverno, ma lo sapeva che amavo la brutta stagione. Più che l'inverno, non sopportava il freddo. Mi ricordo tutte quelle sere nella mia Uno Bianca (buon'anima), con lei che metteva anche la il mio giubbotto, o la coperta e, insieme, bestemmiavamo contro quel riscaldamento che non funzionava mai.
D'inverno vado in letargo, mi rinchiudo in me stesso e scrivo. Mi piace scrivere, è un buon modo per sfogarmi, mi fa bene l'inverno, qualche volta mi quieta.
E poi c'è il mio mal di testa, che mi avverte dell'avvicinarsi del cambio di stagione. Ma ormai non so più, magari è solo il raffreddore.
Ad ogni modo, l'estate (almeno sulla carta) è quasi finita, quindi, si cambia sfondo. Si torna un po' agli inizi. I più non capiranno questa scelta.
Ringrazio, come al solito, il secondo papà di questo blog, di cui io sono autore, ma chi lo cura nei dettagli tecnici è il buon Kei-chan.
Kei è il mio migliore amico.
Quante volte ho pensato di parlare di lui in un post.
Per la verità, per me, parlare di lui è difficile. Cioè, farvi un elenco delle sue capacità e di tutta la serie di ammirazioni che posso avere per lui... sarebbe quantomeno inutile (poi lo stronzo si gasa pure!).
Comunque, vabbè... l'unica cosa che ho da dirgli è grazie, per lo sfondo, perchè questo blog, talvolta, ha evitato la chiusura grazie a lui (che più esperto mi ha parato parecchio il fondoschiena, quando combinavo casino), che è iniziato anche grazie a lui.
Volevo dirgli grazie per tutto quello che ha fatto per la mia vita, per i buoni (e spesso saggi) consigli, per il fatto che mi fa ridere come nessun'altro amico sa fare, perchè è la persona migliore che conosca, perchè spesso lo invidio, ma con stima e non con rabbia.
Kei è la mia ancora di salvezza in molti casi, anche per la vita fuori dal virtuale.
Potrei raccontarvi tanto di lui, dei miliardi di risate che mi fa fare, dei tanti casini e di tutto ciò che ho condiviso con lui, ma scenderei nel sentimentale, quindi, prima che mi commuovo, auguro solo a tutti i lettori di trovare un amico così.
Per il resto, grazie Kei.

09 settembre, 2007

Concentrazione di idee, masochismo da TV.

Vabbè, insomma, oggi ci sono stati il V-Day (e 'sti gran cazzi, mando a fanculo mezzo mondo - e pure l'altro mezzo - un giorno si e l'altro pure... dov'è la novità? L'unica cosa, mi pare di aver capito, è che se oggi scendevi e mandavi a fanculo la gente, non se la prendeva), la nazionale di calcio (ITALIA-FRANCIA); la nazionale di rugby (e 'sti gran cazzi, cazzo ce ne fotte del rugby? Non so nemmeno come si gioca a rugby, so solo che la palla sembra un'enorme supposta... e la cosa non mi entusiasma per nulla), la nazionale di basket (a abbiamo perso contro dei tizi i cui tifosi sembravano la bambina dell'esorcista), la nazionale di pallavolo (e penso che ha vinto l'Italia), la notte bianca (per chi sta a Roma e non ha un cazzo da fare)... e io a casa sui libri (non a studiare, solo sui libri), poi da LEI, labbra.


Questi giorni è pure morto Pavarotti (quello panzone che cantava urlando. No, non Zucchero, l'altro). M'è dispiaciuto di più per Sabani. E per radio hanno passato questo sms: "ed ora chi imiterà Pavarotti?". A parte che mi passano i duetti di Pavarotti su RadioRock... e scatta la denuncia.
Ma quello che mi ha colpito di più è stata una signora di Milano... una tizia che ha preso un giorno di permesso dal lavoro per andare al funerale del "maestro"... poi ce la prendiamo se dicono che agli Italiani non va di lavorare. E poi, su tutti i telegiornali che ho visto, hanno detto che il cibo preferito da Pavarotti era il gelato al cioccolato. E vabbè, e grazie al cazzo, non gli hai visto la panza? Mo', posso pure capire che è morto un personaggio importante (che io poi la lirica non la capisca perchè odio le persone che urlano e che non capisco cosa dicano quando cantano, sono problemi miei, lo so), ma mi volete fare un servizio decente? E di questo V-Day, che solo perchè l'ha organizzato Beppe Grillo (che sta un po' sul cazzo a tutti... ergo a me sta simpatico), non ne parla nessun TG... se non di sfuggita, ne vogliamo parlare? No, perchè su questo blog mi sono vietato di fare politica.
Tanto lo so... la prima puntata di Porta a Porta tratterà della morte di Pavarotti... e di chi ha commesso quest'efferato omicidio con tremendi colpi di gelato al cioccolato che pian piano hanno leso il "fragile" corpo del maestro.

Ogni volta che parlo con la mia TV... oramai dico solo: "bah?!"

08 settembre, 2007

Canzoni logore e rapporti consunti

Once upon a time (The Smashing Pumpkins)

Mother I'm tired
come surrender my son
time has ravaged on my soul
no plans to leave but still I go

Fallin' with the leaves
fallin' out of sleep
to the last goodbyes
who cares why?

Mother I've tried
wasting my life
I haven't given up, I lie
to make you so proud in my eyes

Fallin' out of sleep
crawlin' over me
to the last goodbyes
who cares why?

Tuesdays come and gone
restless i still drive
try to leave it all behind

fallin', fallin' out of sleep
fallin', fallin' with the leaves
I go crawlin', crawlin' over me

Once upon a time in my life...
I went falling...

Mother I hope you know
that I miss you so
time has ravaged on my soul
to wipe a mothers tears grown cold


Un tempo (Traduzione)

Madre sono stanco
arrenditi figlio mio
il tempo ha devastato la mia anima
non so dove andare eppure cammino

Cadere con le foglie
cadere fuori dal sonno
fino agli ultimi saluti
a chi importa perché?

Madre ho tentato
di distruggere la mia vita
non ho smesso, mento
per renderti così orgogliosa ai miei occhi

Cadere fuori dal sonno
strisciare verso di me
fino agli ultimi saluti
a chi importa perché?

I Martedì vanno e vengono
mi trascino ancora senza pause
cercando di lasciare tutto indietro

cadere, cadere fuori dal sonno
cadere, cadere con le foglie
striscio, striscio verso di me

Una volta nella mia vita
sono caduto

Madre spero che tu sappia
che mi manchi tanto
il tempo ha devastato la mia anima
a forza di piangere per una madre lacrime ormai fredde

Colonna sonora per estati depresse... 2.0

Burn My Shadow (UNKLE)

I have burned my tomorrow
And I stand inside today
At the edge of the future
And my dreams all fade away

I have burned my tomorrow
And I stand inside today
At the edge of the future
And my dreams all fade away

And burn my shadow away
And burn my shadow away

Fate's my destroyer
I was ambushed by the light
And you judged me once for falling
This wounded heart arrives

And burn my shadow away
And burn my shadow away

When I see the light
True love forever
When I see the light
True love forever
When I see the light
True love forever
When I see the light
True love forever
Burn my shadow
When I see the light
True love forever
When I see the light
True love forever
Oh burn my shadow
When I see the light
True love forever
Away

And burn my shadow away
Oh how I loved you


Dissolvi la mia ombra (Traduzione)

Ho bruciato il mio domani
E oggi resto chiuso in me
Sulla soglia del futuro
E tutti i miei sogni svaniscono

Ho bruciato il mio domani
E oggi resto chiuso in me
Sulla soglia del futuro
E tutti i miei sogni svaniscono

E dissolvi la mia ombra
E dissolvi la mia ombra

Il destino è il mio distruttore
Sono stato colto di sorpresa dalla luce
E tu mi hai giudicato perchè una volta ho fallito
Questo cuore ferito arriva

E dissolvi la mia anima
E dissolvi la mia anima

Quando vedo la luce
Il vero amore eterno
Quando vedo la luce
Il vero amore eterno
Quando vedo la luce
Il vero amore eterno
Quando vedo la luce
Il vero amore eterno
Dissolvi la mia ombra
Quando vedo la luce
Il vero amore eterno
Quando vedo la luce
Il vero amore eterno
Oh dissolvi la mia ombra
Quando vedo la luce
Il vero amore eterno
Dissolvi

Dissolvi la mia ombra
Oh quanto ti ho amata





PS: Si ringraziono coloro che mi hanno aiutato in questa traduzione, soprattutto l'amico di "Glasgow" e Sara.

05 settembre, 2007

Spreco




















A guardarmi non lo si direbbe.
Alle volte vorrei urlare.
Trattengo i sentimenti in questa gabbia logora
che è il mio fegato pieno di bile,
che è il mio stomaco che brucia.
Sentimenti consunti e fatti disperati,
già da troppo tempo trascorso.
Fingo i miei sorrisi migliori.
Tu non sai un cazzo,
tu non hai mai capito nulla,
tu così fottutamente orgogliosa nei tuoi sbagli.
Alle volte vorrei solo chiamarti "stronza"
e riattaccare. Urlarti contro.
Urlarti contro non serve,
ma mi fa sentire meglio.
Vorrei soltanto una spiegazione,
vorrei una risposta, un motivo,
una reazione che mi faccia sentire migliore.
Ma è questo il tuo modo di punire.
Ma non capisco quale sia il peccato.
Non è colpa mia se non so essere migliore.
Sono fatto come sono.
Sono vecchio, sei vecchia, è tardi.
Siamo logori delle medesime storie.
Tu che ti senti la migliore del mondo,
tu che ti vanti d'aver fatto il tuo dovere,
tu che il tuo dovere è un piatto caldo.
Io che non t'ho mai detto nulla.
Rabbia, è rabbia il mio corpo
è rabbia calda e suadente
alla ricerca di una semplice esplosione,
uno spiraglio, una via di fuga.
Vorrei solo che tu capissi
ma sei troppo persa
nel vuoto sterile della tua fede
di gente morta e sacrifici,
nella tua mente ghettizzata da te stessa.
Il resto fuori non conta
nel momento stesso in cui non ti aggrada.
Tu non sai un cazzo,
tu non hai mai capito un cazzo.
Ed ora sto pensando che non ci sia più posto
che non ci sia più posto in questa mia vita
che non ho più tempo per essere migliore,
ma tanto non sarebbe apprezzato.
Tanto non sarebbe mai abbastanza.
Ormai sei fuori dalle mie esperienze,
ormai sei fuori dai miei sbagli.
Mi sono rotto d'essere la tua pecora nera.
E mi piacerebbe che capissi cosa sento,
ma serebbe troppo tardi anche per questo,
ora che il mio cuore è pietra,
ma friabile e corrosa da singhiozzi irrequieti,
senza più lacrima alcuna,
senza bene nè male,
che alla fine non ce n'è senso.

04 settembre, 2007

Col sangue al cervello...


Mi hanno detto: "se il mondo fosse fatto a modo tuo, girerebbe alla rovescia".
Mi hanno detto: "se la vita fosse fatta di punti di vista, il tuo sarebbe contrario".
Mi hanno detto: "devi essere sempre una voce fuori dal coro".
Mi hanno detto: "sei un guastafeste".
Mi hanno detto: "nuoti contro corrente".
Mi hanno detto: "sei strano".
Mi hanno detto: "incuti timote e soggezione".


Ho risposto: "Guardo il mondo a modo mio, perchè sono fatto a modo mio e, così, riesco a vedere dettagli che non riuscirete mai a notare".

30 agosto, 2007

Deprestenico

Altra notte insonne. Altra notte a perdere tempo. Il sonno è passato troppo in fretta. Altra notte senza dormire, per avere una buona scusa per non fare niente il giorno dopo, quel domani che è già arrivato da qualche ora.
Ascolto musica tranquilla, ritmi leggeri, quasi angosciosi, a basso volume... abbasso il volume, fino a spegnere del tutto. Ed allora ascolto. Ascolto il passare delle auto, quelle silenziose, veloci, come aghi nella pelle e quelle terribili che riempiono l'aria di frastuono e la rendono pesante come una pioggia d'incudini. E ascolto le mie lacrime che d'un tratto sento cadere. Sto piangendo, senza motivo, chissà da quanto, senza rendermene conto. Rancore malinconico come il ricordo del nulla. Obio.
Accendo la tv, alla ricerca di qualcosa di nuovo, qualcosa che non trovo, che non potrà consolarmi. Su Mtv passano i Tokio Hotel. Non immaginereste nemmeno di poter odiare un gruppo quanto io odio i Tokio Hotel (vedi anche "My Chemical Romance" e tanti altri). Mi stanno sul cazzo i Tokio Hotel, sparerei addosso a quegli stronzi. E poi ci sta quella che canta UMBRELLA ELLA ELLA ELLA EH EH... che per come canta si capisce dove se l'è messa l'UMBRELLA ELLA ELLA ELLA EH EH. Almeno non passano gli hippoppari di merda. Odio gli hippoppari di merda. Cosa volete che vi dica? Non li sopporto. Una delle mie frasi di msn è stata: "Hippoppari di merda, dovete morire tutti quanti". No, davvero, sarà un ragionamento fascista ed egoista, ma mi stanno sul cazzo.
Invece, sulla rai, passano un vecchio "bel" film di quelli pesanti: NANNI MORETTI... PORCO DIO, Ninna Nanni Moretti. Che è colpa mia se non lo capisco Nanni Moretti? Mi sta sul cazzo Nanni Moretti. Quest'uomo è una delle cause per le quali cinema e politica non dovrebbero convivere ed uno dei motivi per cui cinema e politica italiana siano nella merda. Lui e i Vanzina, due stupidità opposte. Un film di Moretti si potrebbe riassumere così: "una pallonata nei coglioni che non fa ridere". E poi ti chiedi perchè uno è depresso.
E sapete chi altro vorrei vedere soffrire? I tizi di media-shopping... o quelli delle pubblicità (infinite) delle suonerie. Quanto godrei a vedere appesi per i coglioni questi idioti che ti vendono la roba più inutile con un sorriso ebete stampato sulla faccia come quello di Berlusconi.
E, insomma, amico mio, fa nulla se non posso esprimere le mie frustrazioni, non fa nulla, davvero. Ci giro intorno, perchè certe cose è meglio non dirle, non farle sapere. I panni sporchi si lavano a casa. A volte, poi, bisogna proprio bruciarli e far finta che non siano mai esistiti, sorridere in maniera ebete e dire che va tutto bene, prendersela con qualcosa di più stupido e far finta che sia ciò che è davvero frustrante e castrante. Talvolta, vorrei urlare al mondo... ma, poi, mi dico, non ne vale nemmeno la pena.
Bevo da un bicchiere amaro... ma rido, rido di un rantolo bieco, malinconico e sommesso e sai una cosa? Vorrei davvero far finta che non me ne freghi nulla.

25 agosto, 2007

Occhi grandi













L'amore non è cieco. Alle volte ti fa vedere cose che non credevi nemmeno esistessero. Ogni tanto ti illude... e quando te ne accorgi è dura, ma non è nemmeno così terribile, solo un po' triste, ma è comunque amore, è comunque una buona esperienza. Talvolta, fa finta d'essere cieco. Sai, fa così per proteggerti. Non ti fa vedere angoli bui nei quali è meglio non addentrarsi. Però, prima o poi, ci finisci dentro come in un crepaccio. E' lì diventa difficile, perchè devi rialzarti, spesso devi dare una mano a chi ti ha portato in fondo. Spesso si rischia di abbandonare, ma l'amore è fatto anche di mille casini. Per questo ogni tanto l'amore è cieco, per farti diventare forte, per farti crescere quando vedrai.
Volendo è tutta una questione di compromessi. Del resto, tutti i rapporti umani sono piccoli contratti mentali. Solo che in amore la trattativa è lunga e si sbaglia sia se si è troppo accomodanti, sia se non si è per nulla indulgenti. E, spesso, quando pensi di conoscere le regole, queste cambiano. Gli essere umani sono terribilmente viziati.
La cosa bella è che, se ne parli a qualcuno, la tua storia d'amore lo coinvolgerà, se ne sentirà parte, la farà sua, la metterà a confronto con la propria, ti darà sempre giudizi e consigli. L'amore unisce, anche se non sempre le persone giuste.
Inoltre, le storie più belle, saranno quelle che non hai mai vissuto. Saranno quelle in cui idealizzi una persona così tanto da non essere capace nemmeno di dirglielo. Sono persone che ti porti dentro per sempre e nemmeno lo sanno. In teoria, non saprai mai nulla neanche tu, non potrai mai sapere se e come sarebbe stata. E' per quello che sarà sempre bella, perchè sarà una speranza, un sogno. E i sogni e le speranze sono sempre belli. Che presa per i fondelli, vero?
Insomma, l'amore è un vero casino che è meglio evitare... ma se ci inciampi, fanne parte, completamente, fino in fondo, fino a quando non finisce... perchè finisce o, per lo meno, cambia, diventa piacevole noia, che è davvero un paradiso anche quella. Però, smetti d'inseguirti e di sbagliare. L'amore è un errore, il peggiore che l'uomo abbia creato, perchè non può essere corretto. E' come quando mangi troppa cioccolata pur sapendo che ti farà male alla pancia. E' un po' come sentire le farfalle nello stomaco. Ma non avere paura di sbagliare. L'amore è fatto di passi falsi, l'amore è il passo falso per eccellenza. Solo sbagliando amerai in eterno, ma questa è un'altra storia. Due persone che sbagliano insieme di continuo è una benedizione che in pochi reggono ed in pochissimi conoscono.

12 agosto, 2007

Colonna video-sonora per estati depresse.



Mi ero ripromesso di non postare video. Se comincio, non posto più altro. Metterei la mia vita in un insieme infinito di videoclip. Ci si potrebbe cucire il mio passato nei filmati di varie canzoni, si potrebbe prevedere il mio futuro. Ma proverò a continuare a scrivere roba mia, però questo video mi piace troppo e la canzone mi fa impazzire, come il resto dell'album (War Stories) e, poi, questo gruppo (UNKLE) merita.

06 agosto, 2007

8:15 e 17 secondi
















8:15
e un solo secondo e già ti sento,
presenza nuova ed inconsueta.
8:15 sei nell'aria, sopra le nostre teste,
zucche vuote risvegliate dall'inferno.
8:15 e il tuo odore che si spande:
profumo di fuoco e morte e lamiere.
8:15 e bellezza di ali d'argento,
mentre stai arrivando veloce.
8:15 ti abbiamo atteso così tanto,
oh piccolo, piccolo ragazzo, così giovane.
8:15 riposte in te le nostre speranze,
accecati dalla nostra stessa rabbia.
8:15 stupidità e saggezza, lacrime e fiducia,
un foglio di nuovo bianco e candido.
8:15 e sarai vivo, senza il tempo di piangere
e cancellerai tutto il suo creato.
8:15 giochi ancora ad essere dio,
ma siamo solo uomini armati d'odio.
8:15 e non sapevi cosa stavi facendo,
oh no, eri ancora così giovane e inesperto.
8:15 e poi farà caldo e finirà l'inverno,
ma non avremo tempo per questo agosto.
8:15 e non saremo più nulla di reale,
se non polvere e rimpianti strappati.
8:15 e cancellerai gli errori di altri,
di questo gioco troppo grande da signori.
8:15 oh, little boy, Enola ti perdonerà,
Enola non voleva questo per suo figlio.
8:15 non mi è rimasto molto tempo
per abbracciare la mia sposa ed i miei cari.
8:15 e non prendermi per un egoista
e non provare pietà degli innocenti.
8:15 per diciassette secondi ancora,
e saremo liberi di ammettere gli sbagli.




Lo sapevate... che se un uomo scorreggiasse continuamente per 6 anni e 9 mesi produrrebbe la stessa energia di una bomba atomica?

18 luglio, 2007

Riflettere

Se osservi attentamente il tuo problema, ti renderai conto di farne parte.

12 luglio, 2007

Asincronia

Serata a pensare.
Dimentico di dimenticare, nulla è importante ( I forget to forget, nothing is important). Serata così, con quel "così" che non vuol dire nulla, ma che in realtà vuol dire qualcosa, qualcosa che non ti va di dire, perchè sei stanco di raccapezzarti. Il problema è che dimentico di dimenticare che nulla è importante. Dimentico che dimenticare è importante.
Avrei voglia di staccare un po'. E' che riassocio ancora troppo l'estate alle nottate con gli amici a giocare a calcetto in piazza fino a far mattino, facendo goal sotto le panchine, giusto per ricordare come giocavamo da piccoli, in tanti pomeriggi.
Avrei voglia di un cornetto di quelli che fanno dalle mie parti, non quelle mezze schifezze che fanno qua! E di un buon caffè... caffè in ghiaccio con latte di mandorla (ma non troppo che poi è troppo dolce e ti manda in overdose da zucchero. Perchè il caffè in ghiaccio con il latte di mandorla bisogna saperlo fare!) Avrei voglia di fare l'alba con quella ragazza di tanto tempo fa, quella con il sorriso dolce e che non sorrideva quasi mai, quella che faceva la svampita e che ne sapeva più di me. Quella con cui non ci siamo mai chiariti, perchè non c'era da capire, solo da vivere e non l'abbiamo mai vissuto, ma va bene così. Quella per la quale una volta, una volta sola ho scritto una Lettera perchè lei me l'aveva chiesto, forse scherzando... e io non gliel'ho mai data. E non ero piccolo, ero stupido. E il bello è che va davvero bene così... sempre quel "così", ma stavolta sorrido.
Avrei bisogno di un buon ricordo, uno di quelli dolci e stupidi, di cui non pensavo di aver bisogno stasera. E invece ne avrei bisogno. Per non pensare a quello a cui sto pensando, per non scrivere ciò che sto scrivendo, per non mangiare un pacco di biscotti... come lei.
Ho bisogno di un amico che mi racconti una barzelletta, o di uno con cui guardare le stelle da sopra un tetto sperduto nella calma dei grilli e con cui parlare e parlare e parlare.
Avrei bisogno dei miei migliori amici, quello che mi fa sempre ridere e a cui posso dire tutto, quello a cui dico tutto uguale e che mi parla di politica fino a fare l'alba, fino a che non lo sopporto più, tranne che nelle sere in cui sono "ispirato", politicamente parlando. Avrei bisogno di una serata a farmi a merda con gli amici di sempre, anche se ormai molti non si sopportano più troppo a vicenda, anche se molti non li sopporto più nemmeno io. Avrei bisogno di un pedalò rubato, fino a che non si perde il tappo fatto con le mutande di qualcuno... e allora, pedala pedala!
Avrei bisogno di una serata allo Snack che non credo abbia aperto nemmeno quest'estate. Avrei bisogno di una panchina e di un cane che rompe il cazzo mentre mangio la creep "de lu Mauru" o dal "crepparolo" albanese di cui mi limonerei volentieri la figlia... dimenticavo, già fatto. Ma frequentarla no, troppo piccola, peccato però.
Avrei bisogno di me stesso, qualche estate fa. Avrei bisogno della Zia Konki e delle mille e mille e mille cazzate! Avrei bisogno di lavorare come cameriere in un posto di merda e farmi sfruttare.
Avrei bisogno di un amore da spiaggia, anche se poi non è vero. Avrei bisogno di un bacio e di mettermi a dormire.
Avrei bisogno della mia cara amica e del nostro scambio di paranoie, perchè poi tutto sembra andare sempre meglio.
Avrei bisogno di lei? Si, penso di sì, ma noi non siamo persone che ci stanno con i tempi. Siamo orologi senza sincronia. Però non sono arrabbiato, davvero. A parte che con questa fottuta zanzara!
Tanto questo post non lo capisce, perchè non siamo a tempo... e chissà se lo legge.
Eppure la mia voglia non si placa perchè dimentico di dimenticare che nulla è importante.
Ogni volta che do importanza, sono io che perdo significato. Quando me lo riprendo, a volte divento stronzo, perchè mi ricordo, tutto ad un tratto, che nulla è importante... a parte me.




Aggiunta delle 15:29=
Hai ragione amico mio (Kei-chan), non bisogna avere altro dio oltre se stessi.