28 febbraio, 2007

E non te lo aspetti

Giorni di silenzio. Giorni lunghi e corti a rincorrersi. Tante cose da dire, poca voglia di stare a scrivere, poco tempo. Non che non abbia scritto, solo che ciò che ho scritto è ancora a metà, forse solo all'inizio. Prima o poi verrà fuori, quando la mia mente sarà meno asettica che in questo periodo. Troppe cose che frullano ho bisogno di fare ordine e anche di dedicarmi ad altro.
Devo PER FORZA fare qualcosa. Il senso di vuoto è troppo profondo per non essere colmato.

Riprendere le lezioni significa anche stancarsi, camminare tanto, muoversi, cazzeggiare, sfogarsi con qualche buon universitario che ti ascolta e che ti porta un bel CD o un bel ricordo da un viaggio a Londra.


Poi capita che ti ritrovi a seguire il corso di "Laboratorio di Scrittura" tenuto da Roberto Vecchioni. Tu lo guardi. Dici: "ma io questo lo conosco". Rimani un attimo stupito perchè non ti apetti di trovarti Vecchioni a darti lezioni su Sciascia. Non ti aspetti che dibatta tra "bene e male" nella tua aula di università, non perchè lui non ne sia capace, ma perchè per certa genta avresti pagato volentieri un biglietto di teatro, anche se poi non lo avresti raccontato agli amici, almeno non a quelli con l'intelligenza sulla media, quelli che di "Samarcanda" ricordano solo il verso "oh oh cavallo oh oh"... invece dell'ironia della sorte.
La gente è strana, non rispetta più nemmeno la cultura e, alla fine, tutti ci adattiamo a questo stile.
Ripensi, mentre lo senti parlare, a quando lo ascoltavi da bambino e il cantautorato nostrano aveva ancora la meglio sulle tue orecchie abbastanza docili, abbastanza innocenti, ancora in grado di stare ad ascoltare e ora affollate dal rock (praticamente solo straniero) e da quanto di più esiliante dal mondo tu riesca ad trovare. Droga acustica.
E insomma, uno di questi mostri sacri della poesia italiana dei giorni nostri ti sta lì davanti e lo ascolti più degli altri professoroni perchè lui non fa il professorone e perchè ti ricorda quando eri piccolo e l'ironia della sorte e tutto il resto che cantava non lo capivi e, per la verità, manco ti fregava di capirlo perchè la poesia si faceva per far poesia.

Fa strano, voglio dire, Vecchioni che fa il docente, il tuo docente. Poi rimani sempre un po' a guardarlo fumare il sigaro sulle scale senza avvicinarti troppo, senza far capire che lo guardi muoversi perchè t'incuriosisce. No, non solo perchè è famoso. Perchè è più normale di quanto non pensassi. E' tranquillo, scherza con qualche ragazzo meno timido. Fuma il suo sigaro e sorride sotto il sole invernale, troppo caldo per essere un sole di fine Febbraio.
Guardi questo mito che ha scritto "Luci a San Siro" e che ti ha fatto credere davvero di aver giocato con qualche amore passato in mezzo la nebbia e, in qualche modo, cercava di avvertirti a non giocare troppo con i ricordi.
Lo guardi muoversi coi suoi movimenti un po' teatrali, con le sue rughe. Lo guardi e ti sembra più magro e più basso di come lo hai visto in TV. Guardi questo mito della normalità e ti plachi lo spirito per un po'. Rimani tranquillo, beatamente placido nei ricordi di quando eri bambino e te ne stavi steso con il tuo fisichino quasi rachitico con il walkman (quello a cassette) negli orecchi, steso sul lettone dei tuoi genitori, in piena estate, con 40° all'ombra ad ascoltare le MC di tuo padre. E lui, quel mito del professor Vecchioni è lì a cantarti nelle cuffie (quelle a forma di cuffia, non gli auricolari) con De Andrè, Battisti, Guccini, la Bertè, Mia Martini, Mina e un botto di gente che non va di moda più (e non andava tanto di moda nemmeno quando eri piccolo tu, per dirla tutta). E tu stai lì, nella stanza più fresca della casa, al primo piano, nel primo pomeriggio a leggere Topolino o "I ragazzi della via Pál". Insomma, ricordi quella tranquillità di famiglia media e il calore della solitudine che da bambino era solo inventata.

Poi, "BellaNapoli" e "Lollone" ti riportano alla realtà e i ricordi di un attimo finiscono, sorridi.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ecco si...lo so..non si addice ad un'aspirante coscienza quanto sto per dire [prescindendo la sua utilità] ma devo esprimermi a riguardo: INVIDIA,PROFONDA E SCONFORTANTE.

durk ha detto...

Eheheh... POTENZA DI SCIENZE DELLE MERENDINE ALLA MULINO BIANCO!

Anonimo ha detto...

Detto da molti, Vecchioni è un ottimo docente di letteratura e ha un ottimo rapporto con gli studenti. E' quasi un filosofo oltre che poeta...

Mi aggiungo al coro:INVIDIA, PROFONDA E SCONFORNATE!

Kei-chan ha detto...

Oh oh cavallo oh oh...
No scherzo dai XD
Tempo fa vidi in tv un'intervista al Vecchioni professore.
Si parlava di scuola/istruzione/comportamento e ricordo che rimasi colpito di come ne parlava.
Un cantautore che parlava con un trasporto pazzesco dell'insegnare, spiegando il rapporto con i ragazzi, come se fosse l'amore per la musica...
Credo che la tua sia stata un'esperienza niente male eh?

Oh oh cavallo oh oooooooooh