31 dicembre, 2006

goccia a goccia, veleno

E già corri. Depresso, incazzato. Te la stai prendendo con te stesso. Se sbagli, sarà un istante e... buio. E' sempre così. Non dovresti guidare incazzato. Curva veloce. Curva lenta fatta veloce, sgommando. La macchina sbanda un attimo prima di riaggraparsi all'asfalto umido. Adrenalina nel volante, tu non ci fai quasi caso. Fame. Mal di stomaco e nausea, ma fame. Curva veloce, fari accesi, stereo a palla che canta e suona per cazzi suoi. Ritmi lenti, ritmi veloci che si perdono nel rumore del motore e nello scorrere del paesaggio. Lo sterzo più o meno stretto tra le mani, piede destro sull'acceleratore. Il sinistro gioca sulla frizione. La mano destra scala. Nella sinistra si spegne una sigaretta che ogni tanto si ferma tra le labbra. Respiri. Respiri ampie boccate di fumo caldo. Respiri l'aria fredda che entra dal finestrino aperto per metà. Il riscaldamento è inutilmente acceso. La linea bianca scorre sulla strada. Il guard rail tagliato dai fari. Le macchine che sfrecciano nel senso opposto. Occhi che guardano la strada, occhi lucidi, occhi rossi di pianto, occhi affannati dalle lacrime, occhi che frignano come quelli di un bambino, occhi che non ti si addicono. Occhi pieni di rabbia, rancore, qualcosa che non sai più chiamare amore. La mente altrove, la mente già lontana. Stai scappando. Stai scappando dai tuoi fantasmi. Sorpasso.
Guardati indietro, poche ore prima. Lei ti ha chiesto per giorni di vedervi. Tu hai sempre detto no. E' un trauma vederla e lo sai. Ti da sempre quel fottuto effetto di funerale annunciato (il tuo?), di catastrofe imminente, di mazzata dietro la nuca, di farfalle nello stomaco, no, meglio, di aghi nello stomaco. E poi? Poi l'hai chiamata. Perchè diavolo l'accontenti se poi devi stare come uno straccio vecchio? Idiota. E quanto ti è costato sorriderle? Cos'altro avresti potuto fare? Prenderla a sberle? Urlarle contro che ormai non ce la fai più e vaffanculo? Sputarle in faccia che è ora di dare l'ultimo doloroso strappo a quel cordone ombelicale immaginario che vi lega (e vi continuerà a legare perchè alla fin fine è vero che il primo amore non si scorda mai)? Guardarla negli occhi e dille che è ora di voltare pagina, di guardare al futuro... del quale lei non farà parte? Non vuoi che ne faccia parte, è questa la realtà. Prima ti saresti fatto in quattro, no, in quattromila per lei. Avresti reso possibile l'impossibile. E adesso perchè non lo fai più? Mancanza di coraggio, mancanza di voglia. Mancanza di stimoli. Situazioni contorte. Distanza. Noia. Scuse. Palle piene, ecco cosa c'è che non va. Rassegnazione, pigrizia. Palle piene, si, palle piene.
Lei scende gli scalini, si affaccia al cancelletto. Sorride. Ha gli occhi pieni di quello stesso sorriso. Paramnesia. Ricordi reali. Déjà vu, già visto. Per qualche millessimo di secondo ti viene voglia di accendere il motore, accelerare e lasciare tutto là, congelato, alle spalle, come sarebbe meno drammatico. Eterna foto ricordo, eterno ciak di passato. Ma c'è quel tuo senso di nichililismo, di masochismo, di disperazione. Apre lo sportello della tua macchina. I neuroni del cervello già corrono verso tutti i casini vissuti con lei, per lei, contro di lei. La vita ti scorre davanti agli occhi in un tempo brevissimo. Oddio quante cazzate. Pezzetti di vita, frammenti di gioia, passione, rabbia, amore, rancore, bellezza, invidia, baci, carezze, litigi, odio, sorrisi. Anni. Se non vi foste conosciuti così, se non aveste fatto tutto quel casino, se non ne aveste passate tante (forse troppe), non vi sareste neanche sfiorati con lo sguardo, l'hai sempre detto. Tutto tra voi è sempre stato magico, strano, diverso, irreale, incasinato, sempre mille pensieri, sempre a mandarvi a fanculo, sempre a cercarvi, sempre con l'ansia di dire è finita, sempre con quella voglia di ricominciare, voglia a cui avete attinto troppo. Sempre voi due, sempre a rincorrervi, attraverso voi stessi, attraverso gli altri. Caretteri orgogliosi. Teste di cazzo, alla fine non ce l'avete fatta a rimanere uniti. Alla fine avete sempre bisogno di farvi male, ma ora la punta delle lame che cui ogni volta vi pugnalate è spezzata, fa meno male.
Poi entra.
Ciao, come stai, ti ricordi, cazzate, sigaretta, bla bla bla, cazzate, cazzate, sigaretta, sorrisi, giochi, scherzi, sfottò, sigaretta, discorsi, frasi, parole, suoni. E tu lì. Parli con la stessa bocca alla sua bocca, sempre quella. Guardi quegli stessi occhi di sempre col tuo stesso sguardo di sempre. Malinconia. Quasi nulla sembrava cambiato. Quasi. Tutto fermo a qualche anno prima. Il caffè che bevete al sapore amaro di nostalgia. Amore tenero e infantile. Amore vero. Passato.
Ed ecco che alla fine ce l'avete fatta, che piccoli stupidi! Siete là, nei soliti posti di sempre, quei posti in cui da soli avete paura di andare perchè vi mettono malinconia, quei posti in cui non ci portate nessuno perchè sarebbe come profanarli. Sacralità abitudinaria. Stessi posti, medesima aria fredda degli inverni passati a riscaldarvi l'un l'altra, stessa luna, stessi vetri appannati, anche se di un'altra auto. In più c'è la musica, che copre un po' quei silenzi imbarazzanti. In più c'è quella stessa musica che ascoltate separati, mentre ora entra contemporaneamente nei vostri cervelli. Fate le stesse battute. Lei ride. Ti piace quando ride. Sa metterti allegria. Sei ridicolo, a che stai pensando? No, non ci sperare. Quanto durerebbe? Il tempo di separarvi? Il tempo di riuscire a vedere gli stessi difetti l'uno dell'altra e viceversa? Il tempo di ritornare a vedere quei limiti che non siete mai riusciti a superare? Perchè il problema non è solo la distanza, quello è un aspetto marginale. La questione è che, per quanto vi possiate amare, non siete in grado di venirvi incontro. Quante volte ci avete provato? Troppe, si troppe, hai ragione. Vabbè, lei a modo tuo, l'hai sempre amata, ma non basta.
Silenzio. L'autoradio è spenta. Fuori non ci sta nulla, forse qualche cane che barcolla nel freddo. Niente voci, niente traffico. Solo tu e lei a parlare dei bei tempi andati, come ai bei tempi andati. Acquattati nella macchina, stretti. Senti il suo odore. Buon odore, ti mancava l'odore tra le sue gambe, mentre ti tiene la testa sul ventre, mentre ti si serra addosso, mentre l'abbracci. Romantico e patetico allo stesso tempo. E giù le prime lacrime.
Rimetti su il vostro disco, la vostra canzone. Alla fine anche gli stronzi come te hanno più o meno un cuore che pulsa. Vi stringete forte, vi baciate, vi giurereste amore eterno se sapeste crederci. Rimanete così, fermi, qualche minuto. Riuscite ad essere così melodrammatici alle volte. A modo tuo l'hai sempre amata, ma non basta. A modo suo non ha smesso di amarti nemmeno lei, ma che te ne fai? E giù lacrime.
Ridi e piangi contemporaneamente.
Hai messo su quel vecchio pezzo che per circa 3 minuti e mezzo rappresenta tutto quello per il quale hai vissuto per qualche anno della tua vita. Si, perchè tu di lei eri innamorato, tu per lei vivevi. Penoso. In cosa credevi quando non avevi nemmeno vent'anni? Un sbarbatello sognatore, un piccolo figlio di puttana che pensava di avere in mano il mondo... e per un po' sembrava vero, forse per un po' il mondo è stato davvero ai tuoi piedi, quel tuo piccolo mondo di fumo e nebbia che si è dissolto in breve. Quel piccolo pezzetto di mondo che modellavi tra le mani. L'hai distrutto tu stesso. Le circostanze? No, gli altri hanno influito, ma hai anche tu la tua fetta di colpa. Ognuno costruisce quello che diventa. Sei il prototipo imperfetto di te stesso. Sei cambiato. Forse è questo il motivo. Tu non sei più quello che avrebbe rischiato tutto. Perchè hai smesso di sognare? Si cresce. E tu sei diventato uno stronzo.
La stai tenendo tra le braccia come se fosse qualcosa di veramente prezioso. Ricordi quando la tenevi stretta così? Non avevi bisogno di altro in quel momento. Si si, ok, sei sempre stato uno che si è fatto sempre e solo i cazzi suoi, ma cercavi sempre di fare in modo che i tuoi affari e i suoi coincidessero. Ti adattavi. Ora sei meno malleabile. Non ti adatti. Hai assaggiato qualcosa di meglio e da questo cesso di eremo dimenticato dal tuo dio (te stesso? ignorante megalomane) non accetti più nulla. Hai sempre sputato nel piatto in cui mangiavi. Ora, invece, non tocchi proprio nulla, ci pisci semplicemente dentro rabbia e malumore. Eppure ti manca. Chi ci capisce nulla? Pensi troppo e dovresti fottertene un po' di più. Da ragazzino eri un figo testa di cazzo. Ora sei solo una testa di cazzo.
La vostra canzone finisce. Hai quello stesso sguardo triste da bambino sperduto. I tuoi occhi si mescolano ai suoi nelle stesse lacrime. In quegli occhi trovi pace, trovi chi per un po' ti capisce, trovi un cantuccio caldo di equilibrio. Piangete, vi stringete, vi baciate. Quanto sarete rimasti fermi così? Siete felici mentre vivete il vostro rantolo malinconico e triste? Sigaretta.
Tremi mentre fumi. Tremi mentre lei fuma appongiando la testa sul tuo petto. Il finestrino semiaperto. La tua giacca per coperta (come quando per lei facevi tutto, anche prenderti la polmonite, che ti fregava?). Ricordi. Non siete nient'altro che una fotografia ingiallita nelle vostre menti. Non siete altro che ricordi. Una serie infinita di felici e/o merdosi ricordi. Siete l'album fotografico di qualcosa che non c'è più. Non vuoi che ci sia, per quanto tu le sia ancora legato, per quanto lei ha significato per te. Immagini spente. Immagini vuote, no, vuote no, ma spente.
Corri veloce indietro con la mente, mentre le accarezzi il capo, mentre il suo trucco si sbava sul tuo maglione. Corri a quando vi siete conosciuti. Vi stavate amorevolmente sul cazzo. Vi odiavate così tanto da non poter fare a meno l'uno dell'altra. Vi odiavate così tanto da amarvi. Siete sempre sembrati una di quelle scenette da film con un aitante bisbetico brontolone e un'acida stronza attraente. Sembravate sempre sul punto di esplodere mentre vi sputavate addosso veleno. E invece no, pigliavate e vi baciavate di punto in bianco.
Rivivi per un attimo ogni momento che hai vissuto con lei.
E' tardi. Lei continua a chiamarti "amore mio". Anche tu lo fai, a tratti però, quando ti viene naturale, quando sei sincero, quando non ti senti finto e ipocrita. E quando lei ti chiama così ti si stringe ancora il cuore. Piccoli infarti.
E' tardi per tante cose. Bisogno di aria nuova. Bisogno di fare quello che avresti dovuto fare qualche ora prima, una fottuta sgommata sotto casa sua e vaffanculo a tutto. L'accompagni a casa. La guardi scendere, occhi gonfi e lucidi. Un urlo che cresce dentro e che non riesci a buttare fuori.
Ora guidi veloce.
I giorni sono passati. Depressione, senso di solitudine, tranne quando senti lei, la lei delle labbra. L'altra, la nuova. Quella che non sa ancora di che merda sei fatto. Ti fa stare bene. Non innamorarti di lei, tu distruggi tutto ciò che tocchi.
Postilla: ci ho messo qualche giorno a scrivere questo post. E' stato un parto complicato per la mia mente perversa.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ok, io sono la ragazza in questione(non la tua,eh!). Sono quella che entra in macchina guardandoti con gli stessi occhi e ti sorride con lo stesso sorriso di sempre. Il rifugio sicuro, l'isola di tranquillità in un mondo con cui sei sempre più incazzato e che ti fa sempre più schifo...

Lui è la stessa cosa per me. Solo che non abbiamo rispolverato i vecchi tempi a suon di finestrini appannati... Anche se avrei voluto... Dici che non c'è più niente da fare? Meglio non sperare ancora?

Hai ragione, il primo amore non si scorda mai... Leggere questo post è rigirare un coltello ancora ben appuntito...

durk ha detto...

Non saprei risponderti.
A volte le cose belle sono belle anche perchè sono finite.

Anonimo ha detto...

La cosa più assurda è che quando vivi una situazione del genere, credi che non sia bella e le trovi mille difetti...

durk ha detto...

A volte siamo felici e non ce ne accorgiamo perchè siamo troppo intenti a chiederci: "e domani come starò?". E tutto va a puttane. Non sono gli amori ad essere straordinari, ma noi a renderli tali. Talvolta, sono straordinari perchè rimangono anche quando la storia si chiude ma è meglio che restino nel passato: si rischia di rovinare anche i bei ricordi. Almeno io la vedo così, la mia non è certo una verità assoluta. E poi, nel post, sono stato chiaro: non si torna indietro. Per quanto possa voler bene alla persona di cui ho parlato, non ho rimpianti, non ho rimorsi, non ho nulla da rimproverarmi, non voglio tornare indietro, anzi, andare avanti. Per adesso ho un paio di Labbra da baciare e che mi fanno stare bene. Forse sono un illuso, o solo molto fortunato. Forse non la merito nemmeno, ma, per ora, va bene così.